Orme

Una cacofonia di silenziosi pensieri,
Orme su orme già tracciate,
Persone senza volto,
Senza nome,
Percorrono la stessa via tutti i giorni,
Urtando l’anonimo compagno di viaggio,
Respirando la stessa corrotta aria.
Uomini, donne chiusi in se stessi,
Vagano inseguendo un’utopia,
Nella solitudine di una vita spietata.
Città che è tempio solenne e triste,
Che calca scenari a volte amari,
Cori che non diventano dialoghi,
Indifferenza muta che non conosce pianto.
Cortei inneggianti,
Sirene ululanti,
Semafori fermi sempre sul rosso,
Emblemi metropolitani che non stupiscono.
Vagabondi coperti di cartone,
Ubriachi stesi a terra in un sonno artificioso,
Mani tese sempre disattese,
Suono di campane sepolto dal frastuono.
Una via qualsiasi,
Una via che è memore di altri passi,
Una via che sapeva di mano tese,
Di saluti,
Strilloni con giornali freschi di stampa,
Castagne arrosto,
Carrozzine con neonati sgambettanti,
Abbracci sorridenti degli amanti.
Strada con panchine, aiole e alberi giganti,
Odore di caffè e zucchero filato.
Dov’è la mia città,
Dov’è il suono della campana,
Il canto del Tevere,
Il riso delle mille fontane?
Dove sono quelle persone che si stringevano la mano,
Che passeggiavano all’imbrunire sotto i platani,
Che parlavano, ridevano, piangevano,
Riconoscendosi figli di uno stesso Dio.
Dove sono quegli occhi che sapevano guardare,
Quelle bocche che baciavano il viandante?
Dove sono quei profumi in primavera,
Quegli aromi di cibo genuino,
Quei pianti che univano i vicini?
Dove sono finiti i giochi dei bambini?

Ascolto la storia sotto i miei piedi,
Il selciato vibra di memorie antiche,
Entro nel portone amato,
Chiudo fuori l’anonimato,
Riconoscendo il ticchettio del metronomo del tempo,
Il suono monotono, cadenzato e noto del pendolo.
Apro il salotto dei nonni, ne faccio casa e rifugio,
Accetto il mio attimo e mi addormento.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
10-01-2015 Nenzi Vittoria Grazie Claudia, giovane poetessa da me amata.
10-01-2015 Nenzi Vittoria Grazie a tutta la redazione per la sempre attenta lettura dei miei lavori.
10-01-2015 Redazione Oceano Il nostro mondo suoni e frastuoni, capovolti e avvolti su noi stessi; tracce d’emozioni, di silenzi, di assenze senza spazi. Un chiassoso movimento di versi che è la vita, graffiata sul tempo, nelle corse e negli affanni. Indifferenze tra parole che calcano il silenzio e un mondo verso la deriva. Bellissima lirica, “orme” di realtà.

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Pubblicata il 05-01-2015

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