I giorni della Merla
Tra gronda e tegole del tetto Il Merlo mette fuori il giallo becco, Sorseggia aria e odora primavera A riconoscere i giorni della Merla. Il nido è pieno di bocche pigolanti, Scarseggia spazio e il cibo sta finendo, La madre stende il corpo a riparare, Dona piumaggio e colore alla sua prole. Il sole nasce freddo all’orizzonte, Poi si scalda e illumina più a lungo, La neve è iride lontano in cima al monte, Il camino scalda il cuore ma non basta. Il Merlo ride, sgrulla il suo piumaggio, Apre le ali e vola oltre il faggio, Annusa intorno, canta per la gioia, Becchetta il prato ancor pieno di vita. Un amico lo adocchia da lontano, Lo raggiunge e con lui improvvisa un coro, Danza di primavera e di speranza, Ci portino il sole i giorni della Merla! La Merla dal nido lo spettacolo si gode, I due maschi l’ammirano dal basso, Fanno la ruota mostrando i becchi gialli, Il prato è campo di lotta per neri galli. La Merla grassa, grigia e saggia, Sa che i suoi giorni porteranno gelo, Accetta i vermi dai due stolti becchi, Entra nel nido, si fa chioccia e aspetta.
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11-01-2015 | Redazione Oceano |
Assonanze, anadiplosi, colori in un campo fonosimbolico che rimandano a giorni carichi di ethos nelle campagne e in spazi verdi. Il timbro poetico rimanda a giorni gelidi, attesi nel tratto innevato di una vita che scorre. |