Sólo Aléjate
E suonano i rintocchi d'una agonia alle rive stracciate dei miei giorni. Sputo versi di poesie, soffocati pianti e grida taciute, vomitati, insieme alle promesse d'eterno amarsi, sulle ceneri d'un rosario bruciato. E il sangue è polvere da sparo, che spara su vuote bottiglie di vino, spaccando i restanti cocci contro le porte d'un destino bastardo che mi ha punito con la solitudine. Sono lapide perduta tra vie d'alberi di faggio e camelie spoglie che mai conoscerà la vita, nato dalla morte come dono della notte tra folli poeti di carta riciclata e preservativi usati e poi gettati. Dov'è il mio dolore? Perduto nei sogni stuprati, schiaffeggiato dal destino che mi porta a sniffare cocaina tra narici anch'esse marce. Sarò punito da un Dio, se esiste, per aver mollato l'amore e non confondere due malattie stanche. E aspetterò, seduto sugli scalini della vergogna, il prossimo mendicante di solitudine, che come polvere di stella di pane morente muore lontana anni luce da questo devastato corpo.
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26-05-2014 | Redazione Oceano | Il poeta, nell’immagine allegorica, descrive se stesso come tomba vivente, vuota dei resti umani, solo ceneri, perduto nei dolori e consumato dalla vergogna. Arreso e stroncato dalla colpa, ormai nulla più di sé e preda dei vizi a finire in solitudine i giorni. Uno scrivere intenso quasi a mettere in forma e dare corpo ai versi. |