L'ultima cena...
Riottoso ed infame cuore, invadi il silenzio di gelidi ricordi che conservo tra i petali d'una rosa ormai spoglia e morta. Figlio d'una vita che a note stanche mi suona i tormenti più profondi. E amerò di te Signore albe senza voce dove nel silenzioso canto che m'impietosisce il mare della ragione straccerò i giorni nell'attesa di un nuovo sole. Verrò a te, verrai a me, e non mi stancherà più l'attesa nell'eterna invisibile stanchezza che mi chiude gli occhi. Troverò oro nelle tasche vuote per amare ancora un Stella di Pane che ha perduto il cammino nell'amaro più amaro di un addio. Sarà ancora il pianto un giorno a riportarmi quell'odore che mi spegne i sogni negli amplessi crudeli con la notte. Non mi sorriderà più il sole su questo amore di quanto amore che ancora mi manca. Ma è la fine, ed il mio atto di dolore è un'infinita vergogna che vivo, benché morto, nella mia giovinezza.
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29-05-2014 | Redazione Oceano | Fine! Inizia l’attesa tra giorni che si trascinano, l’attesa nel sole di vita. La giovinezza è amore e l’amore sorride e canta nel rinnovarsi di nuovi dì, nel ciclo nuove gioie e dolori e la giovinezza trasformarsi in maturità. |