La mia casa
Ho odorato le pareti della mia casa. L’ odore di sale, di sole e di solitudine ha pervaso le narici e si è profuso facendosi forzatamente strada tra l’inaccessibile abbandono proprio come l’edera che ogni giorno dalla finestra spio inorgoglirsi sul vecchio muro. E’ un odore che mi abbraccia languidamente come un amante che si concede vibra appena sotto la pelle. E’ l’odore che riconosco e aspiro come belva notturna predatrice che al primo raggio di luna tra veli di nebbia e brina l’aria annusa in cerca della sua preda. E’ l’odore della mia casa dove appendo i ricordi come piccoli quadri e le voci di gente passata diventano ninnoli da spolverare. Dove il paesaggio, per quanto mi sforzi sembra non mutare e le stagioni non avvicendarsi mai. E’ l’odore della mia casa guscio di una piccola noce filo spinato, mimetizzata tana dove trovo riparo e mi rannicchio feto cresciuto predatrice che si fa preda col cuore che forte batte quasi volesse scoppiare.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
31-01-2015 | Lorenzini Clara |
Stupendo! Il commento è sicuramente più bello della poesia stessa. Mi fa piacere: vuol dire che ha trasmesso qualcosa! Grazie di cuore alla Redazione. |
|
30-01-2015 | Redazione Oceano |
L’immenso racchiuso nella tua casa: odori saturi e pareti spente. Avvolge con la sua natura familiare, catturando anima e tempo. I ricordi, appesi stanchi nella memoria, rimangono muti nel tempio senza fede. Nei confini dell’aria, satura fino in fondo, rivedi e catturi quell’involucro in cui poggi il tuo destino, lasciando che il destino schiacci te. |