Panta rei
Pigri risvegli, e cambi d’umore, per ogni sogno svelato: consegno un reso al torpore dei giorni. Soffoco, muta, negli addii, traccio segni nuovi nei deliri assordanti di un tuono. Non fummo e non saremo mai “per sempre”. Il dolore non svanisce, - finché resiste - perché in un sogno accade. E quando l’anima lascerà la pelle, inciamperò daccapo, sotto il passaggio di un’altra luna. Ritroverò le mani e mi riprenderò la pelle. Oserò ancora bere, dalle tue labbra, “siero di melograno” e spegnerò la luce su un altro addio.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
22-02-2015 | Mutarelli Alessandra | Addii intensi vissuti come morti... distacchi profondi che allontanano dai sogni e dalle illusioni e la voglia di volare riconduce sempre a nuove rinascite. | |
20-02-2015 | Redazione Oceano |
La tua lirica è l’incanto; verso intonato ad addii mai assopiti e chiassosi come un boato che echeggia improvviso a ricordare il sogno sfiorato e lasciato andare. Riaprendo l’illusione, ferma ad aspettare la prossima rinascita, riavrai nelle tue mani le ali per viaggiare in quello lembo di cielo, pronto a chiudersi ancora per un saluto. |