Antico monile

Resto ammutolita 
nella violenza del vento,
le parole gelano, 
annichilite, 
la pelle si ferma, fredda, 
sotto una giacca di lana.

Nell'imperturbabile sereno, 
la schiuma rompe le creste; 
macerie di un'anima 
sgretolata, 
che al mare appartiene 
e a lui ritorna.

In mezzo al ferro invecchiato 
e tosse di sabbia su voci spente, 
ti trovo e ti nascondo, 
antico monile, 
[preziosa] facile preda 
di ruggine e sale.

Ti tratterrò con corde pesanti, 
per non perderti nei fondali 
del pregiudizio: 
dissennata passione 
e ribellione onirica 
della mia coscienza.

La mia bocca anela 
a un amante che porta con sé 
i colori del mare. 
Ti riconosco, miraggio, 
rare gemme di topazio blu, 
sui riccioli rossi dell'oro.

Ti solleverò dal pelo dell'acqua, 
fino a staccarti dalla sua pelle. 
Berrò, dai tuoi occhi, 
sorsi di cielo; 
disseterò l'avida mia bocca 
con stille di un veleno 
senza nome.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
12-03-2015 Mutarelli Alessandra la bocca anela ad un miraggio e si disseta con stille di un veleno senza nome... smarrimento in un vortice di ricordi e coscienza, nella continua dicotomia dell'annullarsi e sopravvivere.
10-03-2015 Redazione Oceano Immensamente splendida la lirica, abbraccia il gelo e lo smarrimento dinanzi al fluire delle onde che portano con loro il ricordo.
Assapori quel che d’un tempo è stato il cielo che disseterà ancora con toni di un tempo che non c’è mai stato.
La coscienza freme l’appartenenza e dinanzi ad essa chini lo sguardo perché nulla è pago se non può saziare la maestosità del suo splendore.