Apologia di una donna
La luna mi culla, attraverso i graffi delle sue lucide notti, nei cicli del tempo, in un cielo iridato di luce, nelle periferie delle mie primavere. Sillabe imperfette di voce declinata sulla corteccia delle parole. La nostalgia affonda i suoi rigidi artigli nello scintillio dei miei occhi e sulle ossa inzuppate di sale - come universo - in un gioco di bolle di sapone. Prendo il volo degli stormi [percorsi a ritroso] sull’argine del mondo, in quest’ora di nudo interiore. Le ginocchia del tempo si aprono, come corolle, sulla cuspide dei miei fianchi. La terra fiorisce dal ventre, laddove è l’afrore di carne lacerata, come erba infestante divelta da un muro …e nulla rimane nelle radici del mare. Ho scavato la pietra e dissepolto la vita. Ti vedo, e ci credo.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
12-03-2015 | Mutarelli Alessandra | Esistenza ed essenza di una donna, che nei percorsi a ritroso dei ricordi, come un volo disordinato di stormi, trova l'ordine ai pensieri e alle emozioni... e con le ossa inzuppate di sale saprà guarda avanti e credere ancora. | |
12-03-2015 | Redazione Oceano |
Vi è una donna lacerata dallo scorrere del tempo, da radici strappate e dissepolte, vi è un percorso a ritroso nella nostalgia, la consapevolezza delle stagioni più o meno ingiuste della vita, e da qui ripartire, rigenerarsi come fanno le onde del mare. |