Serbasti
Serbasti le parole più preziose nello scrigno bianco del silenzio, fabbricasti garze sottili, else per la fronte sfuggente dell’alba, colombe accovacciate sul palmo. Ed ora sono stelle tramortite sullo scosceso asse delle stagioni, libellule nella prigione d'ambra, nido scortecciato d’ali sulle ciglia ferite del crepuscolo. Le serbasti come bozzoli, rose pronte a schiudersi alla prima rugiada, ad un fortuito indugio d’ore. Le serbasti deciso, fra le labbra. Ne trassero melodia di ghiaccio, quadranti taciturni e lapislazzuli, ipotenuse strabiche di volti.
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06-08-2015 | Vieni Rita | Metonimie, similitudini, figure che racchiudono di una retorica ogni dire che mira al dunque. L'epifonema è l'epilogo dei versi che danzano in apertura. |