C'è sempre una ragione

Ora devo andare
l'antico melograno mostra le sue ferite
mi dice che il dolore è frutto della vita.

Devo andare dove
il tempo ha camminato e non mi ha mai aspettato
seduta a un cornicione io non l'ho mai afferrato.
Correre a riprendere i baci mai scordati
e quelli regalati perché credevo a un sogno,
tornare al vecchio salice, scalfirne la corteccia
per poi scoprire i graffi sulla mia pelle nuda.

Andare dove il cielo
è oltre l'orizzonte e non sulla mia notte,
andare e poi tornare per l'ultimo saluto
di chi la mano sfiora e poi mi lascia sola,
di chi mi vuole sposa e non mi trova ancora
di chi di una carezza ne ha fatto una certezza.

Getto il guanto al tempo: la resa è una difesa,
laddove un sentimento è impavido guerriero
combatto ad armi ìmpari con Dio e ipocrisie.
Rompo gli equilibri del mio vagare stanco
cammino sulle punte per non svegliare l'alba,
spengo anche la luna che mi riflette l'ombra.

E adesso vado via
perché guardarsi dentro vuol dire andare oltre,
perché c' è una ragione che lotta con il cuore
se non mi hai mai trovata mentre ero ad un balcone
col mio vestito nuovo ad aspettare il sogno.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
14-01-2016 Redazione Oceano Se del tepore del tempo la notte non lasciasse carezze sarebbe più lieve il ricordo che batte e inclemente ricorda il battito del raggio avvolto sulle ferite. Non è sogno il graffio del tramonto ma la certezza dell’incompiuto, maestro d’istanti poggiati sul cuore con lacrime d’attesa. Immensamente vibra la poesia, lasciando traccia dell’ultimo respiro in assolo, ancora teso a raccontare.

Pubblicata il 11-01-2016

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Commento dell'autore

poesia finalista 20/03/2013
@ Antologia "Mille voci per Alda"