Fulgenti acque
1 Fulgenti acque, limpidi riflessi, ridotte in rivoli a lambirmi per quanto remota è la sorgente. Un desiderio inconscio qui mi portò per folate di reminiscenze: erano fiori di campo, brezze al mattino, amori lasciati in sospeso. E venni alle tue spiagge soleggiate intanto che portava l’usignolo lirico canto. Venni a seminare ciò che altri raccoglie, a rimuovere zolle d’altre colture ch’ogni stagione muta. E tutto continua qui e là in questo astratto divenire: cocci d’un vaso frantumato difficile da ricomporre. Una vita non basta e tante si confondono. Così ogni possibile parola si consuma, il filo si distorce e la memoria cede. Eppure ogniqualvolta mi rammento torno ancora, torno e ritento… 2 Non seguo il tal dei tali ed il suo gregge belabelante ma la pecorella smarrita, incagliata, anelante. Leggimi come un libro aperto senza trama né regole, flesso a cercare me stesso. Andirivieni di domande muove la coscienza in tempi e spazi angusti. Così non fosse! Volerei dovunque a cercare risposte a darle ad azzerare debiti. Ma la mia strada è un dubbio che s’insinua, labirinto in cerca d’uno sbocco… 3 In un ginepraio enciclopedico si districa l’umano sapere e qualche meritato Nobel svetta qua e là Ma quanta carta straccia, quanti funamboli pettegoli! Mi sento come il sobrio che barcolla fra ubriachi ben dritti. Poi c’è l’orda che non molla. E vecchie storie irrisolte, marcite, riproducono incancrenite, sempre lo stesso uomo, che affina strumenti, ostenta progresso, ma non cambia pelle né verso. 4 S’allungano le notti e le panchine deserte si popolano di spettri improvvisi con le loro braccia penzolanti dai fusti fustigati. Non c’è luna stanotte, solo lampioni al vento e pioggia a sferzare le anime perse tra i vicoli a rovistare immondizia che felini satolli hanno sdegnato. Felini neri rimasti lì per secoli ad ululare miagolii. 5 Fulgenti acque, limpidi riflessi, costrette a vomitare corpi raccolti come alghe secche rastrellate. Ora puoi bagnarti tronfio buffone. A larghe bracciate t’inseguono, ignote, le miserie naufragate annaspando; non è schiuma che cola dalla fronte l’onda che cavalchi ma secchio di melma a risacca spalmatasi a specchio. 6 Qui dove incido lapidi che aspettano fiori, vaga perenne peregrina l’anima esausta tenuta al giogo per i miraggi del mondo.
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