Risultati del concorso: votazione autori

Poesie


  titolo autore  
1 Ho sciolto i capelli Stanzione Rita
2 Chimera Leggerini Raffaele
3 Silenzi Tolisano Luisa
4 Se mai dovessi amarti Infante Maria Teresa
5 Notte Vassena Elisabetta
6 Mediterraneo Stanzione Rita
7 Al limite della notte Cicala Bruna
8 Mi son spogliato dell'amore Lorussi Paolo
9 Animo poeta Pirillo Maria Teresa
10 Mare Kofing Dwin
11 Metempsicosi Trapasso Maurizio
12 Il perdono Isceri Marina
13 Come ricominciare Mandala' Rosalba
14 Agnese (il branco) Infante Maria Teresa
15 Ali di farfalla Leggerini Raffaele

Racconti


  titolo autore  
1 Uccidimi Meloni Valentina
2 Lettera a Piero Giovagnetti Elzide
3 Cosa vuol dire amare Cacace Antonietta
4 Se c'è un'età Boccacci Nadia
5 Destinazione paradiso De Ruvo Vincenza

Risultati del concorso: giuria tecnica

Poesie


  titolo autore  
1 Parola dopo parola Mulas Mariella
Nella poesia di Mariella Mulas, si avverte una straordinaria fusione di immagini figurative degli stati d'animo, attraverso le quali la docilità lessicale permea il messaggio che, ricco di simbologia e riflessioni, si innalza e consente di poter ascoltare, attraverso le parole, "parola dopo parola" fino a formar poesia, quel sussurro appassionato della propria essenza.

La lirica è di grande impatto emotivo, e induce a riflettere sul mistero della poesia; la particolare vitalità poetica dell'autrice, sente la necessità di aprire l'io per scrutarne ogni emozione dell'anima attraverso le parole, ed è coadiuvata da una forte carica capace di includere molteplici elementi che le conferiscono una significazione di marcata eticità.
2 Metempsicosi Trapasso Maurizio
La lirica di Maurizio Trapasso si pregia dell'efficacia di un linguaggio di notevole intensità espressiva, grazie anche agli stati d'animo, genuini nella loro autenticità, di questo atipico poeta. La poesia si segnala per gli effetti di malinconica sonorità delle immagini, ispirate dalla sua ossimorica contraddizione, in cui si trasfigurano i conflitti interni dell'uomo.

Struggente è la consapevolezza del limite della realtà apparentemente insignificante, che si nutre di una sapienza compositiva espressa con precisione, forza iconografica e una buona dialettica di costruzione dell'immagine che ne impreziosisce la fattura elegante del verso.

L'acume del gioco scenico è coinvolgente e indossa l'abito metaforico di eterni misteri, come la metempsicosi, che si dischiude in una dimensione cosmica, come "Cercar l'esilio della luna che orbita nella dimenticanza".
3 Pianeti Cavallaro Maria
La poesia di Maria Cavallaro si snoda su canoni strutturali e stilistici resi validi, quanto ad organicità ed eleganza, dall'incalzare ritmico e dalla fine sensibilità dell'autrice, che si evidenzia in una ricchezza d'immagini retoriche, prevalentemente metaforiche, che avvolgono come in un'atmosfera rarefatta, una sorta di magia che rasserena l'animo.

Suffragata da una sottile levità linguistica e da un'accurata ricerca semantica, Maria Cavallaro attinge all'area linguistica della policromia per modularsi in un'alternanza di emozioni "rubate al sentimento", fino a testare una sorta di specularità con lo stato d'animo in perfetta simbiosi astrale, come in un'atmosfera rarefatta di "pianeti segreti", dibattuto tra incertezze e speranze e "chiaroscuri che si dissolvono in perle di luce".

Finaliste
Metamorfosi Gazzaniga Rosanna
Il Larice Capitanio Marilena
Icone di cemento Infante Maria Teresa
Vuoto apparente Isceri Marina
Considerazioni marginali Mandia Giuseppe
Notte Vassena Elisabetta
Olocausto De Michele Maria
Senilita' Cacace Antonietta
Agnese (il branco) Infante Maria Teresa
L'eco di un dolore ! Simonetti Emilia
Imago Mortis Matilde Ida
Quante volte D'angelo Tonia

Racconti


  titolo autore  
1 Il rumore dell'acqua Parlato Nunzia
"Il rumore dell'acqua" di Nunzia Parlato, è un racconto dal quale il lettore viene immediatamente rapito, per l'intensità emotiva percepente pathos, sofferenza, ribellione alle ore, ai giorni che continuano non curanti del dolore. Una meticolosa ed efficace descrizione di particolari, come le mani, sempre in piano, che sembra abbiano voce.

Un percorso a ritroso nel tempo, in tutto ciò che è stato e in ciò che sarebbe potuto essere... Un viaggio nella propria interiorità, in cui il camice bianco si pone come specchio che costringe la protagonista a guardarsi dentro, a metabolizzare il passato, a ritrovare se stessa e la sua grande capacità di amare, oscurata dal timore di profanare la bellezza suprema di un sentimento estremo e puro.

Il male del vivere verrà lenito dalla vita che torna in Lisa: raccogliere tutti i pezzi del puzzle dei ricordi e di tutto ciò che lei ha saputo interiorizzare nella purezza delle sue emozioni, continuare il percorso, ritrovare la melodia di acque limpide per la sua creatura che racchiuderà anche l'amore sfiorato e perso per sempre. Unico, meraviglioso viaggio verso la speranza e una nuova vita! Mai, come in questo caso, il linguaggio ha favorito l'analisi e l'approfondimento di concetti archetipici, riportando alla luce vissuti comuni.

Meritevole di attenzione nella forma e nella struttura elegante ed essenziale.
2 Lettera a Piero Giovagnetti Elzide
Percorso introspettivo coraggioso, a tinte decise, con una nitidezza descrittiva simile a fotogrammi di una macchina fotografica che, oltre a fissare l'immagine, riesce a trasmettere emozioni a pelle, consentendo al lettore di calarsi immediatamente nello stato d'animo della protagonista e di parteciparne al dramma interiore che la logora.

Emerge sicuramente l'abilità narrativa di Elzide Giovagnetti, un'artista completa, prodiga di dettagli rivolti ai turbamenti e ai moti interiori: vera, genuina e severa con se stessa. Smarrita nel constatare la passività di chi condivide la sua ormai spenta quotidianità, lontano mille miglia da lei, racchiusa nel suo ego, vittima, forse consapevole, di una sterile e superficiale abitudine, tuttavia pregna di veraci tumulti dell'anima, di chi sa guardarsi dentro con onestà, non senza sofferenza.

Un racconto decisamente meritevole di attenzione nella forma e nella struttura elegante ed essenziale.
3 Uccidimi Meloni Valentina
Racconto nitido, diretto e comunicativo, senza alcun artificio linguistico, di una tenerezza struggente, quello di Valentina Meloni, nonostante la crudezza dell'argomento trattato, in cui la penna della scrittrice riesce a trasmettere la presenza della morte, senza peraltro mai nominarla, lasciandola protagonista indiscussa, spietata, ma senza volto, sconfitta alfine, pur nel suo saccheggio finale, da un sentimento forte e sicuro che non si lascerà depredare: amore supremo, puro, indistruttibile, che neanche l'assenza riuscirà a cancellare dal cuore.

"Uccidimi" è un racconto intenso, che in poche righe ha la capacità di sintetizzare una cascata di emozioni, rivoli di sentimenti e palpiti allo stato puro. Una grande lezione di vita, in cui sofferenza e disarmo sanno trasformarsi in forza: quella dell'amore sempre e per sempre.
3 La magia del lievito Matilde Ida
Un meticoloso affresco di vita famigliare, racchiuso nell'atmosfera prefestiva, in cui il calore dei riti quotidiani, che uniscono il passato e il presente, tipici dell'evento, esplode nei suoi colori più belli.

Al di sopra dei preparativi ferventi, dei suoni festosi, dell'affetto tangibile, aleggia il vero protagonista, l'elemento aggregante: il lievito. Apparentemente inanimato, è invece colui che rende possibile tale magia. L'abilità evocativa della scrittrice è magistrale: come feto in grembo materno, cresce e prende vita tra le mani calde e laboriose delle massaie, si trasforma... e così, pur nell'ovattata atmosfera, s'intuisce il dualismo dell'angelo del focolare, che ben si allaccia alla chiusura del romanzo, solo apparentemente dissacrante in tale contesto, ma invece sanguigna e vera, in cui emerge la prepotente affermazione della donna in tutta la sua completezza.

Il riferimento alle fantasie erotiche di Lady Chatterley di Lawrence altro non è, che un richiamo alla naturale essenza della donna, chiusura verace e coraggiosa: il lievito si trasforma, prende vita... e dall'immersione nell'essenza primordiale della femminilità nasce la donna.
3 Se c'è un'età Boccacci Nadia
Avrebbe potuto intitolarsi "Con gli occhi dell'amore"... avrebbe potuto intitolarsi "Vero amore", " Amore eterno".... Avrebbe potuto richiamarsi a tutto ciò che è Amore, perché questo non è un semplice racconto, ma un inno di gioia all'amore vissuto, all'amore condiviso, all'amore che unisce ancor più nella sofferenza anziché dividere, amore che si respira in ogni sillaba, ogni parola, ogni accento che moltiplica la capacità emozionale delle descrizioni dell'animo di questa mirabile penna, mossa da un sentimento unico, raro, duraturo.

Nadia Boccacci ha saputo farci vivere, nella sola lettura, il brivido dell'amore da sempre decantato, ricercato, inseguito, sognato, mai spento dalle abitudini di una vita a due dove la quotidianità diventa vita e la vita si respira nei gesti della quotidianità. Una mela in due, insieme o niente: tenera, struggente semplicità. Una lezione di vita, una cascata di emozioni a tinte calde, un percorso intenso che ora chiede un solo regalo alla vita che li ha visti felici, continuare il cammino insieme anche nel distacco imminente, quando si arriverà alla fine del viaggio, al capolinea, esausti ma uniti nella certezza di aver vissuto la favola.

Un racconto che tocca in profondità l'essenza del lettore e vibra intensamente donando attimi di profondo pensiero e riflessione.

Premi speciali


  titolo autore  
Premio speciale La mia sedia... Rutigliano Nico
Per un'emozione

Risorse lessicali, metriche e timbriche d'indubbia qualità in questa raffinata poesia di Nicola Rutigliano, un astratto modello di bellezza, in cui viene proposto in maniera semplice, come un gioco materico dell'arte visiva, un sentimento che si esprime al meglio in una atmosfera dove i ruoli sono stigmatizzati e non solo "semplice apparenza".
Premio speciale Mare Kofing Dwin
Per la qualità letteraria

Kofing Dwin, con una felice scelta stilistica, rappresenta la metafora della vita in bozzetti di strofe irregolari, che riassumono l'essenza dell'infinito. Il "Mare" che dà il titolo alla lirica, non è linea di demarcazione netta e definitiva tra il dentro e il fuori, tra il prima e il dopo, tra la vita e la morte, ma diventa illusione, speranza di continuità "a mia anima, piano, mi lascerà, e libera tornerà al mare e sarà di nuovo amata, da quel mare che è padre e madre, e vita ad altro corpo darà. Vita da vita, mare dal mare! "
Premio speciale Mediterraneo Stanzione Rita
Per la musicalità del componimento

Poesia pregnante, questa di Rita Stanzione, per sintesi e levità evocativa, che esprime, in un'armoniosa partitura d'immagini, un omaggio alla voce del mare, quel "nostro mare" che da vita e straordinarie sensazioni di suoni e musiche... mare che incanta, che coinvolge l'anima e la mente, fonte di serenità e di elevazione spirituale.
Premio speciale Oltre le sbarre Martina Anna
Per la positività del messaggio

Una poesia, quella di Anna Martina, che si realizza attraverso un linguaggio poetico che riflette emozioni dell'anima e che rievocano la contrapposizione tra conscio ed inconscio, frutto di una percezione soggettiva che scaturisce dall'infinita scala di tonalità, attraverso le quali si espandono le nostre sensazioni fino a "ritrovare il profumo dell'immensa speranza."
Premio speciale Malati invisibili Lombardo Patrizia
Per aver osato

Uno spaccato di vita che Patrizia Lombardo ci ha regalato, una denuncia sociale per la quale si aprono molti interrogativi di fronte all'instancabile desiderio di reagire di un ragazzo malato, sprofondato nell'incertezza, nella solitudine e nella disperazione per una "colpa" che non ha commesso e che logora il suo animo reso freddo dalla cecità e dalla non curanza della gente: "Vorrei essere riconosciuto ed avere un ruolo dignitoso in questa società".
Premio speciale Momenti mancati Mandia Giuseppe
Per storie di vita

Attraverso un'originale e serrata sequenza di scene e quadri di vita, Giuseppe Mandia ci porta a riflettere sulla persistenza e sull'inconsistenza del nostro vivere, laddove, l'illusione di momenti evanescenti, nasconde un sostanziale e asfittico immobilismo, quantunque "già la tua linfa breve consigliava quiete e affetti certi."