Florisa Sciannamea, nel suo "diario tragicomico" di storie di donne, muove la penna con la grazia e con l'abilità di chi intreccia emozioni in dipinti di vita, intessuta su un realismo accarezzato da brillante umorismo.
In "Donne nell'acqua loro" la tela prende forma tra variopinte Mutanti, intensamente indaffarate nel corso di acquagym, tra le quali l'autrice invoglia l'anima a immergersi con schizzi di ironia.
Il pennello poggia le setole su una tavolozza di colori, tratteggiando divertenti personaggi colti nel tentativo di muovere "suadentemente" il loro corpi, simpaticamente bizzarri, immersi in un manto d'acqua dove la sfavillante quotidianità, a volte vestita di malinconia, diventa anche comicità e nuvole di illusioni.
L'immersione del lettore è totale.
La narrazione implode come un vulcano apparentemente silente, conducendo con voglia irrefrenabile in tuffi di gocce colme di corpi chiassosi. I "pensieri liquidi" delle Mutanti sono simpaticamente aggomitolati in cuffie, a serrare esitanti il capo per nascondere o castigare i pensieri.
Brividi e scossoni ruotano, laddove la narrazione intaglia ferite urlanti di donne piegate nella loro interiorità ma fiere di indossare la maschera come orpello necessario di vita.
Si corre ansanti nella quotidianità dei loro "corridoi stretti", ritrovandosi nel tempo o contro il tempo beffardo che muove indenne refoli di respiro accettati sommessamente.
Tra scorci di pause cercate, nel corso di ginnastica, parentesi d'esistenza, affamate di ricordi e giornate andanti, emergono dirompenti come passi di vita intessuti nella vita di Florisa, frapponendosi e illuminando la narrazione: i giochi gai con i nipotini, la tristezza nostalgica del passato trascorso con l' amica Grazia ... tutto quanto a comporre il mosaico che fa diventare l'autrice un prisma che rifrange la luce.
Sorridere, sorvolare o volare, trafiggersi di realtà in un oceano di parole, perle di miraggi ubriachi d'esistenza, è nettare donato nella lettura, per cingerci e condurci in un mondo che diventa anche il nostro, da cui non vogliamo separarci mai più.