La silloge Rapsodia di specchi, che raccoglie 24 poesie scritte tra il 2014 e il 2015, è strutturata sotto forma di componimento epico e musicale percorrendo, come note di una rapsodia, i tempi del tormento, sviluppati attraverso le liriche, nel canto di uno stesso "sentire" analizzato da più punti di vista.
Il tono emotivo delle poesie è intriso di malinconia, ravvivato a tratti dalle luci e i colori di un giorno che nasce, come se nel buio della notte si consumasse la morte, e nei bagliori mattutini. Emerge, chiaramente, uno stato d'animo inquieto e un tormento interiore, sublimato e riversato nelle poesie con grande trasporto emotivo. Attraverso intermezzi e inter-valli, come in un'opera musicale, si passa da toni melodici a ritmi più veloci, fino all'epilogo tragico, nel richiamo drammatico del suicidio della regina Didone. Il componimento si conclude con un'ultima ode della rinascita e del risveglio, la rivincita di una donna costretta, a tutti i costi, a difendersi dalla sua stessa solitudine per iniziare nuovi viaggi emotivi. Le liriche sono legate tra loro da "versi sparsi" che, oltre a fare da collante, accompagnano il lettore nelle diverse fasi dell'opera.
Un'opera ispirata al senso dell'abbandono, scaturito dal dolore lasciato per la morte di mio padre - afferma l'autrice - un sentimento che, per trasposizione, si estende alle molteplici solitudini a cui la vita ci abitua.
Antonio Moccia nella sua prefazione al libro:
[...] Invero, lascia cantare il corpo Alessandra; il corpo sinuoso di un'amante assetata. La sua poesia è carne viva, carne che si assopisce al solo scopo di risorgere, gloriosa, in un amore sublime in quanto primigenio; in quell'amore non inquinato dall'arbitrio istituzionale dell'antitesi Eros-Agape [...]