Molto variegata è la tematica riversata nell'opera di Alessandra, ma il canto, giova ribadire, è animato da quell'unica divina follia che è quella d'amore. Attraverso questo metaxù, lei si addentra e si aggira, incurante dei rischi dai quali già Martin Heidegger aveva messo in guardia, in quello sterminato popolo di possibili che l'abitano, alla ricerca della eco di quel "Logos o Verbo o Mantra o Néfesh" che permeò, penetrandone ogni singolo atomo, il pulviscolo cosmico primordiale, le "Aride bufere di sabbia", prima che questo venisse catturato dalle comete.