Antologia di poeti a cura e traduzione di Giorgio Anelli e Abigail, Ladolfi, Borgomanero
Poche settimane fa, nella collana “Poesia” di Ladolfi Editore di Borgomanero (NO), Giorgio Anelli e Abigail hanno raccolto in un volume di pratica e piacevole consultazione una serie di testi scelti di poeti tra loro distanti (per appartenenza geografica, per periodo storico, per influssi e stile letterario) dal titolo emblematico Disadatti all’esilio.
Giorgio Anelli, che ha dedicato a Simone Cattaneo anche il prezioso volume di prose poetiche Di culto et orfico (Ladolfi, 2019), fornisce alcune considerazioni in merito a questa scelta d’inserimento. Nella quarta di copertina del volume è possibile leggere: Cosa c’entra un’antologia di poeti stranieri con Simone Cattaneo? Perché si è tentato un accostamento in apparenza bizzarro e inconsueto? E soprattutto, può avere senso? Forse, unicamente Andrea Temporelli ne potrebbe intuire la valenza ed il significato. Proprio lui [mi] […] raccontava del suo amico Simone Cattaneo, apostrofandolo quale nuovo Rimbaud. […] [La mia intenzione] […] è proprio quell[a] di dare (o quanto meno tentare di dare) giustizia al merito, ovvero di evidenziare una valenza europea ‒ se non addirittura internazionale ‒ nei versi, e quindi nell’opera, del poeta Simone Cattaneo.
Uno sguardo al romanzo "A mente aperta" dell’autrice Daniela Affinita, tradotto in albanese da Valbona Jakova
Le narrazioni sulla vita delle persone affette da cancro hanno il potere di coinvolgere e ispirare gli altri. Tuttavia, scrivere storie della vita di qualcuno legato a questo tipo di malattia richiede una sorta di equilibrio, armonizzazione dello stato emotivo con tutte le esigenze che richiede la creatività di un’opera d’arte. L’autrice Daniela Affinita racconta la lotta di una donna cinquantenne contro il cancro.
Una raccolta poetica di Carlo Luti, graffiante, cruda, che può scuotere profondamente; una poesia che è vita, vita vissuta e bevuta sino all'ultimo sorso, vita che non fa sconti, che macina e travolge stati d'animo e sentimenti
È pensiero comune – forse di ogni tempo – chiedersi dove stia andando la poesia contemporanea ma la poesia è scritta da poeti e i poeti sono uomini che seguono direzioni diverse, compiono scelte differenti. Ogni uomo è una entità a sé stante e spesso con una scala diversa di valori. E già tale presupposto inquieta perché i valori hanno carattere universale ma mai come in questo nuovo millennio stiamo assistendo a un ribaltamento “pilotato” dei principi che regolano l’esistenza umana con conseguente distopia dell’etica e della morale.
Una società in cui i bisogni dell’individuo sono assoggettati all’imperialismo economico e politico è omertosa e malata, destinata al degrado e all’annullamento della sua funzione primaria, lontana dal disegno originario:
Anche dio erra stanco/ come questo sole,/ svogliato.
Un romanzo di Francesca Luzzio
Leggendo il romanzo Michela ci aiuti di Francesca Luzzio mi è venuta in mente la nota commedia di Vittorio Bersezio Le miserie di Monsù Travet, che fu rappresentata per la prima volta nel 1863 al teatro Alfieri di Torino e poi edita in italiano con il titolo Le miserie del signor Travetti nel 1876
È stato un rimando della memoria nient’affatto insignificante. Infatti, se è vero che le vicende di Marco, il protagonista di Michela ci aiuti, non somigliano a quelle di Monsù Travet, da cui lo distanzia anche la tempra morale, però è anche vero che, come il personaggio di Bersezio, egli è vessato dagli altri e dal destino. Nel giro di poco tempo, infatti, si abbatte sul suo capo una serie di sventure: il tradimento della moglie, la perdita del lavoro, la morte della madre e quella dell’amatissima figlia Michela.
Un romanzo di Maria Teresa Infante
La splendida nuova “Stella” dell’universo letterario-poetico di Maria Teresa Infante La Marca, che alza progressivamente l’“asticella”, dimostrando la sua immensa carica umana, intellettuale ed artistica, conferendo ogni volta ai suoi scritti intensità e profondità di forma e sostanza, è intitolata La sconosciuta, termine non mai così appropriato.
L’opera rivela, già dal primo sfogliarla, la genialità dell’Artista, una creatività armoniosa e sorprendente, che si dispiega compiutamente a tutti i livelli.
Veste una forma atipica, nel senso che definizioni e categorie usuali non le stanno bene addosso, non la vestirebbero così come si deve.
Un saggio rigoroso e intrigante di Enzo Fiorentino su enigmi ancora non del tutto risolti
Suscita sentimenti diversi e richiama a riflessioni profonde questo saggio di Enzo Fiorentino dal contenuto socio-politico, dedicato alle vicende italiane degli ultimi cinquant’anni e nelle cui pagine l’autore, sociologo e dirigente scolastico in pensione, riversa tutta la sua competenza e la mai sopita passione per la politica coltivata fin dalla giovane età.
I misteri inspiegabili della politica italiana – questo l’accattivante titolo – ripercorre con dovizia di parti-colari un periodo turbolento della vita della Repub-blica, contestualizzando gli avvenimenti attraverso una scrupolosa rappresentazione della condizione politico-sociale del Paese nel periodo preso in esame.
Un romanzo di Stefania Auci che celebra la nascita della borghesia e dell’industria attraverso le passioni e la vita di una delle famiglie più significative dell’800
La storia dei Florio
Chi ha amato romanzi quali Il gattopardo o I vicerè diventati un cult del ‘900 non potrà fare a meno di leggere tutto d’un fiato I leoni di Sicilia e il suo seguito L’inverno dei leoni di Stefania Auci, edito dalla casa editrice “Nord” dove ad essere paragonati a dei leoni che lottano impavidi dimostrando le loro doti di comando sono i membri della famiglia Florio, nome noto di versatili industriali e armatori.
Una società diversa: ricordi di una Trapani trascorsa, viva nel ricordo fulgido e costante. Un libro di Vittorio Sartarelli
Vittorio Sartarelli è nato a Trapani nel 1937 da una modesta famiglia. Ha seguito studi umanistici e poi si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo. Nel 1958 venne assunto dal settimanale politico trapanese “Il Faro” dove operò a diverso titolo per quattro anni. Nello stesso periodo collaborò anche con altre testate sino a che nel 1963 venne assunto in un istituto di credito dove è rimasto sino alla data del suo pensionamento.
Un libro di Maurizio Muraro e Mariantonella Volpe dedicato al significato ed al valore simbolico del vino e del bere in genere attraverso i testi di numerosi libretti d’opera
Il titolo del libro di Maurizio Muraro e Mariantonella Volpe, Lo spirito dell’opera, apre un ventaglio di interpretazioni: il lettore pensa all’arguzia e all’in-tervento del comico o alla centralità dell’elemento spirituale. Poi, nella prefazione viene rivelata la genesi ispiratrice nel titolo di un romanzo di Gaston Leroux, Il fantasma dell’opera; l’aggiustamento per-sonale conferma la vitalità della cultura che procede tra tradizione e innovazione, richiami del presente e impronte del passato. Nella quarta di copertina lo spirito si identifica in un elemento centrale della narrazione drammatica, nel vino, che fa da protagonista in molteplici occasioni individuali e sociali, nelle arie e nelle corali, sempre adeguandosi alle opportunità e ai bisogni. Gli autori ci offrono un attraversamento dell’opera lirica nella forma di un prosimetro, in cui la parte in versi corrisponde alla selezione poetica di parti significative dei libretti e la prosa all’esegesi inerente alla vicenda, ai personaggi, agli ambienti e alle loro implicazioni culturali.
Poesie di Luciano Postogna
Di recente pubblicazione per i tipi di Kubera Edizioni di Roma è L’estasi del tramonto di Luciano Postogna. Una breve trattazione del rilevante percorso letterario dell’Autore s’impone come necessario per meglio poterlo conoscere.
Luciano Postogna è nato a Trieste – città nella quale tutt’oggi vive – nel 1942. Ampi i suoi interessi che vanno dalla scrittura di poesie, che lo ha portato a pubblicare vari libri, all’attività alpinistica e speleo-subacquea.
La sua poesia è prettamente incentrata sugli affetti e i ricordi con il leitmotiv dell’amore declinato nelle sue varie manifestazioni e riferito a variegati destinatari, incluso l’ambiente. La multiformità della natura, le conformazioni paesaggistiche e l’attenzione nel delineare gli ambienti sono elementi concorrenti alla necessità di trasmettere emozioni sulla carta.
Note di lettura al giallo noir di Davide De Vita
Questo giallo noir di Davide De Vita è l’ultimo libro in ordine di tempo dello scrittore sardo, un autore poliedrico e molto prolifico che ha pubblicato numerose opere letterarie.
Una persona di spiccata cultura che gli consente di spaziare in un vasto ambito letterario, un apprezzato giornalista nella sua regione: il Sulcis Iglesiente.
Appassionato di fantascienza, può vantare un palmares nutrito di risultati rilevanti in numerosi concorsi letterari ai quali ha partecipato.
Analisi e interpretazione
Di una silloge poetica come quella di Maria Teresa Infante, Rosso sangue (Bari BA: Oceano Edizioni 2018), bisognerebbe analizzare ogni singola poesia, tanto belle e tanto profonde semanticamente sono le composizioni, introdotte dalla poetessa, scrittrice e saggista Franca Alaimo e dalla relazione di Anna Maria Pacilli, medico chirurgo specialista in psichiatria, sessuologo clinico ed esperto in criminologia. Non verrà data qui né una Recensione che resterebbe necessariamente sulle generali, né una riflessione sui donnicidi altrettanto generale, bensì verrà analizzata dal punto di vista della semantica espressa nei versi la lirica posta come titolo per la raccolta, ossia Rosso sangue (28-29).
Il volume, dopo l’epigrafe di apertura e ben due premesse vergate dall’Autrice, è articolato in quattro sotto-sezioni intitolate con forme onomastiche (“Cosetta”, “Scarpetta”, “Fiammetta” e “Ambretta”) e, al loro interno, in vari capitoli (ben trentacinque). Chiude l’opera un utile glossario di terminologie dallo yanomami. Ricordiamo, a tal riguardo, che la Emiri è una delle maggiori conoscitrici e studiose della popolazione indigena Yanomami (con la quale ha vissuto a contatto per oltre quattro anni), gruppo etnico oriundo in un territorio compreso tra i bacini idrografici dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni (nord-ovest del Brasile) e su questa cultura ha scritto lungamente, dedicando studi approfonditi e compilando anche un dizionario, il Dicionário Yãnomamè-Português (1987).
Francesca Luzzio, ex docente palermitana e apprezzata poetessa, ha recentemente dato alle stampe un nuovo libro, il romanzo Michela ci aiuti (Albatros edizioni). Non è la prima volta che l’Autrice si dedica al genere della prosa; in passato ha percorso questo genere con ampio plauso come nel caso della pubblicazione de I Liceali – L’Insegnante va a scuola (Genesi, 2013), una raccolta di racconti di vicende ed esperienze di vita che la stessa Luzzio ha sperimentato durante la sua lunga carriera scolastica quale professoressa, finanche la prosa d’indagine e dimensione critica, come la sua nutrita produzione di saggi tra cui ricordo l’utilissimo La funzione del poeta nella letteratura del Novecento ed oltre (Ila Palma, 2012).
L’intima poesia di Irma Kurti in un tributo emozionale
Irma Kurti, straordinaria poetessa, pubblica la sua ventitreesima raccolta di poesie intitolata Sei la mia lacrima (Booksprint Edizioni), guidandoci attraverso il delicato labirinto delle emozioni umane e distinguendosi per la profondità delle riflessioni e la capacità di toccare il cuore dei lettori.
Nella prefazione, l’autrice rivela il contesto intimo in cui ha plasmato le sue poesie. Un periodo segnato dalla sofferenza dovuta alla salute del padre. Il lettore si ritrova così coinvolto in una sinfonia di sentimenti che rivelano la fragilità della vita, la lotta per la sopravvivenza e l’ineluttabile accettazione dell’addio.
Un forte dualismo si evidenzia, d’abord, nelle liriche della prima raccolta poetica in lingua (Brezza ai margini, Museo Mirabile, Marsala 2022) di Josè Russotti, che si presenta al lettore, ora, come un poeta decisamente lirico, sagace fruitore della rivoluzione ermetica (cioè del fonosimbolismo, della dimensione allusiva, timbrica, ritmica – non solo referenziale – del segno poetico), epperò spinto al recupero memoriale, introspettivo, pressoché solipsistico di eventi e persone della sua vita, ora, per converso, come un poeta incline alla vocazione sociale dell’intellettuale democratico e quindi insofferente delle strettoie ermetiche.
Uno sguardo sull’“io” più profondo
La celeberrima Enciclopedia Treccani descrive la poesia come l’ arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione. Accanto alla sopra riportata definizione (piuttosto generica proprio per la sua natura intrinsecamente universale), molti hanno provato a dare una loro interpretazione di questa forma d’arte, che fosse più concreta e tangibile.
Ungaretti, ad esempio, affermava che la poesia è poesia quando porta con sé un segreto; per Monica Vitti, invece, la poesia è una grazia, una possibilità di staccarsi per un po’ dalla terra e sognare, volare, usare le parole come speranze, come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo.
Un libro di Dina Ferorelli e Ferorelli
La raccolta di poesie L’Ulivo, Sacro Graal della vita (WIP Edizioni 2022) di Dina e Savina Ferorelli, si erge come testimonianza degli odori e dei profumi di cui è intessuta la pianta sacra dell’Ulivo. La poetessa Dina Ferorelli, con i suoi versi, ci trasporta in sentieri arcani e inattesi, il suo sguardo coglie tutte le oppor-tunità che la natura offre all’uomo, sorprendendoci e sottolinea quel carattere fondamentale che la lega sentimentalmente ai luoghi descritti.
Un documentario storico, particolareggiato e ampiamente corredato da testimonianze, che inquadra episodi di rivolta armata del popolo siciliano contro l’occupazione tedesca, verificatisi nella parte nord-orientale dell’Isola a partire dal luglio del 1943
La prefazione al libro di Nicola Musumarra dal titolo La Resistenza e la vendetta tedesca in Sicilia, è un’impresa ardua da realizzare dal punto di vista critico, e potrebbe sembrare un’azione impropria e non coerente con la materia trattata.
In effetti, oltre ad essere un vero e proprio atto d’accusa verso le istituzioni e la storiografia dell’epoca attraverso il coinvolgimento di persone che, non solo hanno cercato di sottrarre alla storia documenti importanti sull’esistenza e verità degli avvenimenti ma, assumendo schieramenti politici tendenziosi, hanno fatto in modo che, per molto tempo, si tacesse e si distorcesse la memoria storica dei fatti.
Un libro di Guido Giannini
La nuova silloge di Guido Giannini, Coloro le mie notti, propone un titolo che, a lettura ultimata, induce a considerare le poesie in questa contenute come proposizione verbale d’immaginazioni, pensieri, riflessioni che riempiono le sue notti.
Nella solitudine e nella malinconia derivante dalla consapevolezza del trascorrere inesorabile del tempo e dell’impossibilità di concretamente riviverlo, la mente ed il cuore velocemente corrono nel decorso, anche se esso è ormai solo immagine, ricordo che però, rivestendosi di poesia, acquista concretezza, nuova vitalità che fa palpitare il cuore ed i sensi che rivivono fremiti e sensazioni attuali, veri, a prescindere dalla matrice onirico-fantastica che li ha suscitati.
La poetessa e scrittrice umbra Emanuela Antonini ha recentemente dato alle stampe il libro Una piccola grande famiglia per i tipi di Francesco Tozzuolo Editore. L’opera è un ritratto intimo e affettuoso di parte della sua famiglia ancestrale, tra ritratti di avi, esperienze e momenti vissuti o tramandati nel tempo. L’idea nasce dalla volontà di voler approfondire il nostro legame con quello delle nostre radici. Ripercorrere il passato della nostra famiglia è l’occasione anche per conoscere noi stessi, recuperando quella fitta tela di affetti, eredità emotive, legami e intrecci che hanno contraddistinto le vicende di un’intera famiglia nel corso del tempo.
L'ultimo giallo-noir di Giancarlo Piciarelli
Ho sempre considerato leggere un buon libro un godimento dello spirito e un appagamento per l’intelletto e, leggere nella circostanza Geometria del sangue, un thriller di Giancarlo Piciarelli, oltre che confermare la validità del mio assunto, conferisce al lettore, un coinvolgimento diretto, ma anche un senso di appagamento e di riposante serenità. La sua prosa piacevole, schietta e priva di fronzoli rappresenta mirabilmente il suo contenuto narrativo dando la sensazione al lettore di vedere con la mente e, quasi, partecipare agli eventi che si susseguono con crescente interesse e con il desiderio di giungere presto alla loro conclusione.
Una lettura da “The Sea of Sunset”, “Il mare del tramonto” di Emily Elizabeth Dickinson
Il fascino misterioso del mare non finisce mai di colpire l’immaginazione degli artisti secondo una tradizione vera da sempre. Ne sono testimonianza i dipinti, le sculture con rappresentazioni di creature marine, i romanzi e le creazioni poetiche che hanno presentato l’ambiente del mare nella sua multiforme essenza, passando dal bello al sublime e confermandone l’assoluto potere e impatto sull’essere umano.
Il mare è un variopinto set di colori dall’alba al tramonto. Oggi si è purtroppo trasformato in teatro di sofferenza e di morte, soprattutto nel “Mare Nostrum” che ha accompagnato la nostra crescita culturale ed umana.
Il nuovo libro dell’antropologo e scrittore Vito Teti. Un saggio che analizza le ragioni del restare in un mondo segnato da non più luoghi e non ancora luoghi
Ci sono alcuni libri che hanno come bisogno di una temperatura ad hoc per essere assaporati al meglio. Un po’ come certi vini o certi cibi. Almeno a me succede così. Per cui, quando tempo fa ho acquistato Restanza (Einaudi) di Vito Teti, visto il tema trattato, ho pensato che la temperatura giusta per leggerlo sarebbe stata quella un po’ asfissiante delle ore più calde di luglio, che tanto mi ricordano la “controra” del Sud, quel paio d’ore del primo pomeriggio d’estate in cui il sole picchia duro, fuori tutto è sospeso, per strada non c’è in giro un’anima, in casa le tende fanno fatica a creare un po’ di riparo e i pensieri vagano per mille traiettorie intrisi di pathos e “appucundria”, come direbbe Pino Daniele, cioè di una malinconia inesprimibile.