Trapani, la città baciata da due mari, tra storia e leggende

Sull’estrema punta occidentale della Sicilia, adagiata su una lingua di terra che corre lungo il Mediterraneo con una forma arcuata che richiama una falce, la città di Trapani rappresenta un punto di partenza di eccezionale bellezza per scoprire tutto il versante siciliano

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Nel millenario scorrere degli anni, grazie alla sua posizione geografica e strategica, al centro del Mediterraneo, Trapani fu capolinea d’incontri e scontri militari, commerciali, culturali ed egemonici; abitata, invasa, calpestata, innalzata e tradita da, innumerevoli popoli diversa d’etnia.
È probabile che a causa di queste contaminazioni etniche, politiche, culturali, linguistiche ed economiche, la città, come per tutte le più importanti della Sicilia, può vantare un retaggio di cultura, d’arte e d’universalità difficilmente eguagliabile.
Fondata verosimilmente prima della caduta di Troia, che gli storici collocano intorno al 1260 a.C., Drepanon (in greco significa falce), è rappresentata dalla sua configurazione geografica che la pone adagiata nel Mediterraneo come estrema punta occidentale della Sicilia. Proprio per la sua posizione strategica, costituiva la testa di ponte obbligata, dalla quale passavano tutti i popoli marinari che si spostavano dall’Oriente all’Occidente.
Sin dall’antichità, infatti, chi proveniva da Oriente, preferiva circumnavigare le coste a Sud della Sicilia per raggiungere l’Italia o la Sardegna o la Spagna, piuttosto che giungervi attraversando lo stretto di Messina, sistematicamente evitato e ignorato, considerato pericoloso o addirittura nefasto. Due mostri spaventosi, infatti, si diceva albergassero negli anfratti delle scoscese coste dello stretto. Da una parte del canale c’era Scilla e dall’altra Cariddi, entrambi orrendi e sanguinari predatori di navi e naviganti.

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Ritornando al nome della città, esistono alcune leggende che affondano le loro radici nella mitologia greca, e che costituiscono l’insieme delle credenze e delle pratiche rituali dei greci antichi, la cui civiltà si sviluppò intorno all’anno 2000 a.C.
Una di queste fu rivisitata dai romani. Si narra che Cerere, dea della Terra, dell’agricoltura e delle messi, avesse una figlia, Proserpina, la quale fu rapita per amore da Plutone, dio del mondo sotterraneo e dei defunti. Cerere non acconsentì a quelle nozze e, vagando disperatamente in cerca della figlia per tutta la Sicilia (in età pagana era considerata “il granaio di Roma”), perse la falce che aveva tra le mani precipitando in mare, in prossimità della punta occidentale dell’Isola. Ivi sarebbe poi sorta Trapani.
Era ed è evidente che sia le leggende, sia il ricorso frequente alla mitologia, servivano a mettere in risalto la bellezza dei luoghi, la feracità della terra, la posizione di privilegio nell’osservazione e nel controllo del mare, di quel mare che per millenni è stato sempre affollato da traffici marittimi dietro i quali si celavano, alternativamente, guerre, commerci, invasioni, scorrerie piratesche e aspre lotte per la conquista del territorio.
Viene da chiedersi, perché gli Elimi risiedevano prevalentemente ad Erice che, oltre a costituire un baluardo naturale, era opportunamente fortificato e recintato? Proprio per difendersi dalle ostilità che spesso e volentieri affliggevano la Sicilia e quella parte occidentale, che tanto attirava agli avventurieri stranieri d’ogni dove. Per questi motivi gli Ericini non si limitarono a godere della vista bucolica che dispensava il litorale trapanese e a sfruttare le risorse agricole che offriva loro l’ampio retroterra, ma avvertirono la necessità di avere un porto che avrebbe potuto proiettarli in futuro a traffici commerciali dei quali, fin da allora, esistevano i presupposti ed il desiderio.
Purtroppo la Sicilia, e con essa Trapani ed Erice, che da sempre hanno avuto destini comuni ed intrecciati nel corso dei secoli, ha assunto la caratteristica poco piacevole di terra di conquista, costretta ora dagli uni, ora dagli altri, a subire le sorti dei vinti e dei sottomessi.
Il dolcissimo clima siciliano e la pescosità del mare, determinarono l’occupazione non sempre pacifica dei primi colonizzatori. A loro altri seguirono ad ondate successive.
Sulla costa occidentale e a Trapani, dopo gli Elimi, arrivarono i Fenici, originari del Golfo Persico, che ebbero il merito di iniziare i popoli mediterranei alla navigazione ed agli scambi commerciali.
Poi fu la volta dei Cartaginesi che stanziavano sul litorale africano. Con un retroterra scarso di vegetazione e povero di risorse, non potevano non desiderare i fertili campi della nostra Isola. Trapani fu una fiorente città alleata di Cartagine; subì pacificamente l’influenza punica, avvantaggiandosene e sviluppando i suoi commerci. A seguire i Greci che invasero e colonizzarono quasi tutta la Sicilia Orientale occupando anche parte della zona occidentale dell’Isola, anche se trovarono nei Cartaginesi un argine insormontabile. Trapani, essendo divenuta una piazza d’armi strategicamente importante, mantenne l’alleanza con Cartagine, non solo per gli interessi commerciali comuni, ma perché si sentiva protetta dalla potenza punica e poteva, in tal modo, conservare la propria autonomia e le proprie libertà civili.
Quella libertà e quell’autonomia che Trapani aveva conquistato dall’inizio e difeso strenuamente nei secoli, erano destinate a finire. Sorgeva, infatti, l’astro e la potenza di Roma, quella Roma fondata dai discendenti di Enea che a Trapani avevano trovato asilo e conforto dopo anni di sciagure e peregrinazioni inenarrabili. In quel contesto storico, la futura “Caput Mundi”, s’imponeva militarmente non solo su tutto il suolo Italico ma anche sulla Sicilia, che dopo le guerre puniche, con le quali si decretò la definitiva cacciata dei Cartaginesi dall’Isola, divenne una provincia senatoria romana, con un pretore governatore che vi si stabilì nel 215 a.C.

Posted

03 Apr 2023

Storia e cultura


Vittorio Saltarelli



Foto dal web





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