Yari Lepre Marrani: classe 1982, maturità classica e formazione giuridica conseguita con una laurea a pieni voti in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano-Bicocca. Nato e cresciuto a Milano, ha sempre lavorato in questa città come Legal credit specialist e consulente legale. Nel corso della sua vita ha affrontato molte prove emotive che hanno acuito la sua sensibilità già fortemente sviluppata sin dalla nascita. Il viaggio nella scrittura inizia prima dell’Università quando ha iniziato a collaborare con recensioni e poesie al quotidiano L’Opinione delle Libertà (2000).
La vita l’ha portato a individuare che la sua passione per la scrittura, nata a sette anni, era ed è la sua strada, la sua ragione di vita e la sua fonte di realizzazione. Si definisce una persona empatica e volitiva, sempre pronta a intraprendere nuove strade di realizzazione senza mai dare valore al verbo “arrendersi”. Un elemento importante della sua vita è stato il suo approccio alla creatività durante l’infanzia. Ha sempre coltivato il contatto con la natura, le montagne traendone un insegnamento di equilibrio interiore e fisico che ha successivamente voluto trasmettere nei primi componimenti che ha scritto.
Gli studi, il lavoro, l’amore per la narrativa non gli hanno impedito di sviluppare, sin dal liceo, un interesse per la cultura e l’erudizione. Ha così sviluppato una passione accanita, viscerale per tre materie: Storia, letteratura, religione giudaico-cristiana.
Giocatore di scacchi sin dalla pubertà, ha vinto da ragazzo alcuni tornei juniores (1996)
Il suo viaggio nella poesia: la sua prima silloge è nata dal suo sentimento di sinergia e amore per la Natura che è la protagonista principale del libro, nelle sue differenti manifestazioni (dolci o brutali).
Tra il maggio 2021 e l'aprile 2022 ha pubblicato due sillogi: Quel sentiero in mezzo al bosco (Altromondo editore) e Liriche crepuscolari (Giulio Perrone Editore). Entrambi i libri sono stati promossi e presentati nei più rilevanti circoli letterari e in numerose emittenti radiotelevisive (da Radio Lombardia a Alo Web Tv, da Canale Italia a Rai Cultura; presentazioni: “Circolo A. Volta” di Milano, Rotary Club Milano presso i Chiostri Diocesani in Sant’Eustorgio, Cascina Linterno, Mercato Centrale di Milano). Tutte le presentazioni sono state video filmate e caricate su YouTube. Le sue poesie sono apparse su Maremma News e la rivista Poesia del nostro tempo dove il critico Alfonso Maria Petrosino ha espresso il seguente giudizio:
Yari Lepre Marrani ama le anastrofi, in particolare con gli aggettivi possessivi (“acqua sua lucente”, “cuore tuo puro”, “ai piedi tuoi”), non disdegna le apocopi agli infiniti (“por”, “patir”, “svanir, “comparir”) e indulge in una certa ridondanza aggettivale: la speranza è vana, la salvezza è provvida e i presagi sono oscuri. L’assertività delle frasi e il modo in cui vengono modulate sembrano quelli di una persona animata da una grande fede; e le cose dette (arcangeli, tramonti che annunciano aurore, contrizioni di peccatori) corrispondono a questa modulazione e a quest’assertività. Più che da schermo o da pagina, sono versi da pulpito.”
Il link alla pagina Poesia del nostro tempo
Da settembre 2023 è presente tra i poeti contemporanei di WikiPoesia.
Nel 2022 ha iniziato a scrivere contributi su numerose testate nazionali e locali: La Prealpina, Vivere Milano, Affaritaliani.it (cronaca), L’Avanti, Il Pensiero Mazziniano, Italia e il Mondo, Maremma News e i quattro quotidiani diretti dal direttore pugliese Antonio Peragine cioè Stampa Parlamento, Corriere di Puglia e Lucania, Progetto Radici e Il Corriere Nazionale, con i quali collabora periodicamente con articoli strettamente storici o contributi che, partendo dall’analisi di determinati eventi storici, intendono affrontare con piglio originale, perentorio e innovativo l’attualità politica e geopolitica. In occasione del 150° anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni è uscito un breve saggio letterario sulla Prealpina, solo in formato cartaceo.
Oggi il lungo contributo è presente anche su Stampa Parlamento
Sempre sulla Prealpina è uscito il 14/10/2023 un secondo breve saggio storico giuridico incentrato sull’analisi e attualizzazione del pensiero di C. Beccaria.
Quest’ultimo contributo è uscito anche sul quotidiano locale Vivere Milano.
Tra le sue collaborazioni, merita ricordare quella con il Pensiero Mazziniano, periodico dell’AMI (Associazione mazziniana italiana): attraverso il pensiero e la collaborazione di studiosi e storici, l’AMI e il Pensiero Mazziniano vogliono sostenere e diffondere determinati ideali di emancipazione sociale, politica, morale e istituzionale propugnati dal pensiero repubblicano.
Visto l'interessante profilo letterario di Yari Lepre Marrani, la redazione di OceanoNews ha inteso realizzare un intervista di seguito riportata.
Lei è un poeta e scrittore. Come spiegherebbe la sua poetica e quali differenze emotive prova tra scrivere poesia e prosa?
Per la mia sensibilità – ma credo sia un tratto comune a molti poeti – la poesia rispecchia sentimentalmente e artisticamente l’etimologia stessa del termine “poesia”, che deriva dal greco e latino Poiesis, ovvero “fare” nel senso di creare. Sembrerebbe una contraddizione per una forma d’arte basata molto sulla trascendenza emotiva e la parte più profonda dell’inconscio. Scrivere poesie è, per me, non solo la gioia di creare bellezza ma anche un vero e proprio lavoro di stile affinché nulla sia lasciato al caso o all’impulso ma il componimento stesso riesca a mescolare intensità d’immagini e di emozioni, vitali o malinconiche ma sempre ispirate ad un forte bisogno personale di esprimere visioni come le tinte forti di un quadro.
Per rispondere alla sua domanda, considero la mia poetica estremamente originale poiché non affronta un solo tema – uno tra tutti, la Natura che pur è sempre bucolicamente presente quasi ovunque – ma vuole affrontare in versi e stili metrici precisi ogni sentimento o grido interiore che emergono e vogliono essere rappresentati dalla forza delle parole. Se la poesia non incanta e dipinge quadri potenti di bellezza o angoscia, per me non è poesia. Considero ogni vero poeta come un pittore dell’anima che scrive accompagnato dalla musica dell’inconscio. La prosa, per me, ha un valore parallelo alla poesia ma ambizioni più grandi perché la prima esaurisce il suo “compito” nel travolgere in pochi minuti le sensibilità più immediate o recondite del lettore mentre la prosa richiede una volontà di lettura speculare alla volontà dello scrittore di creare storie potenti: la seduzione di un romanzo sta nella trama che manca alla poesia; entrambi, comunque, sono mezzi letterari per sedurre chi ama leggere e sognare.
Lei ha pubblicato due sillogi tra il 2021 e il 2022 ma lavora e scrive anche su argomenti di carattere storico e politico per molte riviste e giornali. Come riesce a coniugare la fantasia per scrivere letteratura con la passione per la Storia e la cultura?
Le due sillogi sono Quel sentiero in mezzo al bosco e Liriche crepuscolari , quest’ultima edita nel 2022 da L’erudita – Giulio Perrone Editore. Ho espresso in diversi circoli e location affinità e differenze tra le due sillogi.
La prima è figlia di pura passione, impetuosa, ardente: ogni suo componimento mi è stato ispirato da un’idea che sarebbe potuta essere anche la trama di un romanzo. Mi piace pensare alle poesie della prima silloge come ad un viaggio misterioso e paradisiaco nell’Arcadia dei poeti e pastori poiché molti componimenti sono bucolici, rurali, campestri e la poesia che dà il titolo al libro, una delle più lunghe e spontanee, è il viaggio in versi di un uomo all’interno di un bosco durante una giornata assolata che si rivelerà traditrice.
Mentre la scrivevo mi immedesimavo nei ricordi delle escursioni in montagna, passate e presenti, sognando la meraviglia del contatto diretto tra l’uomo e la Natura con le molteplici suggestioni e sollecitazioni vegetali, animali ed eteree che l’essere umano prova quando, solo, attraversa una grande foresta e si fonde con essa, scordando ogni tormento. Così mi riallaccio alla seconda domanda, strettamente collegata ad alcune poesie della prima silloge, dal contenuto storico o biblico, come Sacrificio o Annibale Barca .
Ho sempre coltivato lo studio della Storia non solo come passione ma come forma di autorealizzazione ossia strumento per arricchirmi psicologicamente.
Amo imparare e divulgare la cultura ma, attraverso alcune mie collaborazioni con diverse testate come L’ Avanti o il Corriere Nazionale , ho deciso di scrivere articoli o brevi saggi di cultura storica o letteraria finalizzati a raccogliere dal passato insegnamenti e verità imperiture che possono essere utilizzate al presente, “attualizzate” per quelle contingenze politiche da affrontare e migliorare grazie alla creatività commista agli insegnamenti economici, sociali e politici di epoche e personaggi del passato. Così ho scritto e scrivo su molti temi con un occhio alla contemporaneità. Sull’ Avanti (organo ufficiale del PSI dal 1896), ad esempio, ho scritto un contributo sulla prima repubblica italiana: il mio intento non era solo didattico ma comparativo rispetto a tanti errori che il mondo politico attuale sta facendo.
Mi riferisco prettamente al sistema politico italiano ed europeo. In sintesi, il mio pensiero funziona in due direzioni che possono perfettamente convivere: quella della creatività fine a se stessa e quella dello studio concepito come mezzo di erudizione e, soprattutto, divulgazione. La creatività nutre i bisogni della fantasia, del sogno, della scrittura come strumento d’espressione sentimentale; la Storia o la ricerca culturale nutrono la mia vitale esigenza di erudizione e scrittura divulgativa la quale, come anticipato, vuole fornire determinati spunti socio-politici. Una collaborazione che mi sta molto a cuore è quella con il Pensiero Mazziniano , periodico dell’AMI, sul quale ho l’onore di scrivere: questo piccolo ma profondo periodico trimestrale è un esempio editoriale di come molti studiosi cerchino di affrontare le sfide politiche attuali senza trascurare elementi importanti della storia nazionale ed europea. Sulla sua copertina, non a caso, c’è scritto a grandi lettere “L’Allenza Repubblicana dei Popoli”, con riferimento ovviamente all’UE.
Tornando alla sua poesia, nella precedente risposta ha detto di aver coniugato, alcune volte, poetica e cultura. Ci dica qualcosa di più.
Come ho detto, credo che Quel sentiero in mezzo al bosco sia una silloge originale proprio per questo, perché affianca componimenti squisitamente crepuscolari o naturalisti ad altri più lirici dal tema biblico o storico. Ecco che si manifesta quel magico intreccio tra la Storia e la poesia: Storia dell’umanità, storia biblica o mitologica. La poesia Sacrificio prende spunto dal famosissimo episodio di Abramo e Isacco sul Monte Moria, in Genesi 22, 1-18. Un episodio che considero tra i più potenti e tragici del Vecchio Testamento così come giudico la Bibbia un testo ancor più grande di tanti poemi epici, romanzi fantastici o racconti storici proprio perché contiene tutto: la leggenda, la sapienza divina e umana, il racconto fantastico, la presenza di Dio nella vita dell’umanità, il poema di un popolo e sublimi racconti storici, alcuni dei quali realmente accaduti e storiograficamente documentabili.
Un giorno ho sentito l’impeto di scrivere una lirica d’argomento biblico e ho scelto l’episodio del mancato sacrifico di Isacco per la sua tragicità divina. Così è avvenuto per il personaggio storicissimo di Annibale: ho usato la conoscenza della sua straordinaria parabola militare e umana, conclusasi con il suicidio in Bitinia, per raccontare in versi gli ultimi rigurgiti del cuore sconfitto di quest’uomo eccezionale e maledetto a un tempo. Questo tipo di intersezione tra cultura storica o mitologica e poesia è costante nelle mie confessioni poetiche.
In conclusione, si realizza di più come editorialista culturale o scrittore?
Potrei vivere senza scrittura narrativa e poesia ma solo scrivendo materiale storico e politico: in questo caso morirebbe una parte di me, del mio spirito. Potrei vivere solo di narrativa e scritti creativi: in questo caso morirebbe o si spegnerebbe un’altra parte di me, ossia quel fuoco che mi spinge a pensare, riflettere pragmaticamente e conoscere.
In entrambi i casi sarei frustrato. Sto preparando un nuovo libro di poesie che forse uscirà in autunno. Sento che il mio stile si affina sempre più alimentando la sfera più elegiaca della mia poetica ma anche più libera da restrizioni, dubbi, più protesa verso la bellezza estetica ma sempre accompagnata da sfumature malinconiche che nulla tolgono alla mia volontà di scrivere componimenti forti, capaci non solo di suscitare emozioni ma di allietare l’ascoltatore.
Non sono un grande lettore di poesia ma prediligo la poesia classica, d’ispirazione romantica, di qualsiasi epoca e autore ma se dovessi scegliere una raccolta da portare su un’sola deserta sceglierei senza dubbio tutti i sonetti di Shakespeare. Ho diversi progetti nell’ambito della prosa e spero di trovare presto un editore intelligente che dia luce al mio primo romanzo. Per quanto concerne l’ambito storico e culturale, vorrei approfondire un originale progetto di docenza che avrebbe come basi gli elementi intellettuali precedentemente esposti.