Pubblicata una riedizione dei testi poetici giovanili del poeta beat Aldo Piromalli
È uscito da pochi giorni il volume di poesie Sono figlio di nebbie e di primi autotreni del poeta e artista romano Aldo Piromalli, protagonista indiscusso della scena letteraria beat della Capitale negli anni della Contestazione e non solo. Il volume, voluto e interamente curato dal sottoscritto e da Alessandro Manca, entrambi da anni in costante rapporto epistolare con Piromalli (residente in pianta fissa ormai da qualche decennio ad Amsterdam), è stato pubblicato dalla romana Sensibili alle Foglie all’interno della pregiata collana dell’archivio di scritture, scrizioni e arte ir-ritata “Scrizioni Ir-ritate”.
Dipthycha 4. Corrispondenze sonore, emozionali, empatiche... si intessono su quel foglio di vetro impazzito...
È stato pubblicato poche settimane fa il quarto volume dell’apprezzato progetto poetico “Dipthycha” del poeta e aforista palermitano Emanuele Marcuccio. Il nuovo tomo, dal titolo Dipthycha 4. Corrispondenze sonore, emozionali, empatiche... si intessono su quel foglio di vetro impazzito... , esce per i tipi di TraccePerLaMeta Edizioni. In una sua dichiarazione spontanea (poi posta come esergo al Dipthycha 4) Marcuccio, con l’intento di dare le linee di confine di questa sua curiosa invenzione alla quale nel tempo hanno aderito decine di poeti di ogni regione d’Italia, ha osservato che “nell’individuare dittici e trittici poetici secondo il “Dipthycha” – operazione mai semplice – è essenziale che ogni autore non imiti l’altro ma che in una sorta di continuum, seguendo il relativo tema rimanga fedele al proprio modo di fare poesia. Se no, dove sarebbe l’innovazione? Solo qualcosa di simile a una poesia a quattro mani e nulla più”.
Nelle Marche un riconoscimento alla memoria
Domenica 15 maggio 2022 presso l’Auditorium San Rocco a Senigallia (AN) l’organizzazione del X Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, organizzato da Euterpe APS e presieduto dal sottoscritto, ha conferito alla memoria del poeta toscano Veniero Scarselli (1931-2015) un riconoscimento speciale alla memoria che è stato consegnato alla figlia Teresa Scarselli.
Già docente di storia e filosofia, studioso e ricercatore, saggista, storico e filosofo, storico della massoneria, cultore di poesia e letteratura dialettale
Su queste annose, antiche pietre
[...]
la vita va scorrendo astrusa,
come un superfluo orpello,
lenta, vetusta, ma caparbia
Ho ricevuto con piacere due delle numerose pubblicazioni del poeta e studioso abruzzese, il professore Elso Simone Serpentini (Teramo, 1942) in questi giorni e intendo parlarne, seppur brevemente. Studioso attento del dialetto e di ogni aspetto della cultura storico-popolare della città di Teramo, Serpentini si è destreggiato nel corso del tempo anche con un’ingente opera di traduzione dallo spagnolo e dal portoghese.
La nuova raccolta di poesie di Paolo Ottaviani, a buon diritto considerato uno dei poeti più colti e sensibili del panorama nazionale
Il mondo parla una sua lingua oscura
di cui l’anima avverte rare note
che il verso dona in una lingua pura. (p. 49)
Il poeta umbro Paolo Ottaviani (Norcia, 1948) ha recentemente dato alle stampe, per i tipi di Manni editore, una nuova raccolta di poesia dal titolo evocativo e curioso La rosa segreta. Il testo, che porta quale sottotitolo Velate assenze d’armoniche rime , si apre con due citazioni in esergo, una tratta da Settima fuga del triestino Umberto Saba e l’altra da L’ordine del tempo del fisico Carlo Rovelli nella quale saggiamente sostiene che “la nostra esperienza del mondo è dall’interno”.
L’opera poetica di Luis Cernuda
Dell’opera poetica La Realidad y el Deseo, sulla quale vorrei soffermarmi, esistono varie edizioni. Sotto questo titolo è stata comunemente raccolta la produzione poetica di Luis Cernuda (1902-1963) compresa tra il 1924, ovvero gli albori del suo scrivere, e il 1962, ovvero l’anno prima del suo decesso. Tuttavia la prima edizione, pubblicata dalle Ediciones del Árbol (di Manuel Altolaguirre) di Madrid nel 1936 comprendeva la produzione del periodo 1924-1936 e sarebbero in seguito intervenute varie modifiche – pure sostanziali – se si pensa, ad esempio, che una delle sue maggiori opere che oggi noi conosciamo, Perfil de aire, in quella prima edizione non era dotata di quel titolo ma di un più generico Primeras poesías.
I sentieri sono infiniti; solo nel silenzio e nel profondo del nostro essere possiamo avvertire la misteriosa bellezza del Tutto, risalire la china e respirare con intensità il senso di quiete e di infinita pace
L’opera poetica di Tina Ferreri Tiberio, autrice originaria e residente a San Ferdinando di Puglia (BT), dal titolo molto evocativo I sentieri del vento (Oceano Edizioni, Bari, 2019), giunge dopo la pubblicazione del 2017 col titolo Frammenti. Ad essa hanno fatto seguito numerosi riconoscimenti letterari in vari contesti nazionali per opere singole e anche pubblicazioni dei relativi testi in volumi e opere antologiche e su riviste dove, pure, si è dedicata – e continua a farlo con interesse e competenza – anche di critica letteraria.
Esporsi con giudizi di merito o, in qualche modo, valutativi dinanzi a opere collettanee è sempre qualcosa di pericoloso e di depistante al contempo. Questo perché, per quanto ci si possa avvicinare a determinati testi proposti cercando di fornirne una lettura, si cade nell’errore di approfondire il dato componimento in maniera asettica e a comparti stagni, senza prendere in esame l’opera completa del dato autore, il suo percorso, i passi – più o meno decisivi – che ha compiuto nel mondo della letteratura. Cercherò, pertanto, di evitare il periglio dinanzi alla recente opera curata da Alberto Barina nella quale ha deciso di contemplare una serie di voci di poetesse più o meno giovani.
Le tendenze dominanti della poesia spagnola di inizio XX secolo
Agli inizi del ‘900 si diffusero in gran parte d’Europa una serie di movimenti che tendevano a proporre una rottura con l’arte intesa in senso tradizionale e con la letteratura passatista; sono i movimenti d’avan-guardia tra cui figurano il futurismo in Italia (e poi in Russia), il Surrealismo e il Dadaismo in Francia. In Spagna (e da lì avrà ampia filiazione in alcuni ambiti del sud America) abbiamo un movimento denominato ultraismo che propone l’idea di una cesura e un allontanamento dal passato e dall’arte precedente volendosi proiettare vero il futuro. Il termine stesso indica la volontà di propendere verso un oltre.
Bullismo, voyuerismo, blasfemie sono oggetto di ventuno filastrocche brevissime e irriverenti sul confine del dicibile
Come rimanere impassibili dinanzi alla nuova opera poetica di Davide Cortese (Lipari, ME, 1974), Zebù bambino (Terra d’Ulivi Edizioni, 2021)? Si tratta di un agile mannello di versi che si susseguono come a voler compiere una narrazione sorprendente, tra immagini nefaste e di sicuro sbigottimento per il lettore, o per chi s’appropria del testo. Un’opera tortuosa e pluristratificata, sorprendente eppure pregna di immagini deliranti, di cupa nevralgia, di violenza becera e gratuita. Perché, dunque? Da dove partire?
La poesia testuale e sculturata sulle onde del linguaggio del mare
L’anima del mare:
mantra inesauribile;
marea mutevole.
Ventre di vita;
pozzo di sapienza.
Richiamo di morte;
iride di nascita.
Marhanima
poesia che nutre
le arterie del mondo. (41)
Giovanna Fileccia è l’ideatrice della Poesia Sculturata: opere tridimensionali che crea prendendo ispirazione dalle sue poesie. La sua arte richiama alla resilienza, al rispetto dell’ambiente, al reimpiego dei materiali di scarto e di recupero, nonché al rispetto della Terra
Un saggio di Licia Grillo sulla fertile attività letteraria
In maniera quasi parallela alla mia recente pubblicazione del saggio La ragazza di via Meridionale. Percorsi critici sulla poesia di Anna Santoliquido (Nemapress Edizioni, Roma/Alghero, 2021) giunge felicemente la notizia della pubblicazione di un nuovo saggio sulla fertile attività letteraria della poetessa lucana Anna Santoliquido. Difficile, dopo averlo attentamente letto, non dar seguito con un breve commento d’analisi di questa nuova opera che, assieme agli studi di Francesca Amendola, va ad aggiungersi alla consistente produzione letteraria di matrice critica su Anna Santoluquido.
Nei cinque sensi e nell’alloro
La biografia artistica (e non solo letteraria) di Fabio Strinati, autore che vive immerso nella campagna della provincia maceratese, è lunga e cospicua. Essa – si potrebbe dire – parte da lontano e non è un mero fatto occasionale nella sua vita, un elemento laterale atto al riempimento di tempo, quanto frutto di una continua ricerca sulla parola che deriva da un sondaggio pervasivo della sua interiorità e delle relazioni col contesto ambientale. Così dalla sua Esanatoglia – un borgo con pochi abitanti che, più di altri, conserva ancora quel senso di autenticità e di passato comunitario nel quale s’iscrivono valori e insegnamenti – la sua opera poetica si estende, fluente, proprio come il fiume Esino che da lì nasce per percorrere nel tragitto digradante comune ai fiumi marchigiani “a pettine” un tragitto che lo riconduca all’essenzialità dell’unione con l’infinito delle acque dell’Adriatico.
Fabio Strinati è nato a San Severino Marche (MC) nel 1983, è poeta, scrittore e compositore. In campo letterario ha debuttato nel 2014.
È stata una delle poetesse e degli artisti plastici più importanti della Terra del Fuoco, maestro e conduttore di poesia, uno dei principali riferimenti della letteratura del Rio Grande
Da un lavoro saggistico sulla poesia della Terra del Fuoco argentina in fieri mi piace – e mi sembra idoneo in questo ambito – anticipare, estraendo alcuni contenuti, il profilo letterario di una delle voci senz’altro più distinte di quella terra, assieme a quelle di Julio José Leite (Ushuaia, 1957-2019, Oltre a Río Grande, l’altro grande centro urbano della Terra del Fuoco argentina è Ushuaia, sua capitale) e di Anahí Lazzaroni (La Plata, 1957 – Ushuaia, 2019), ovvero Niní Bernardello.
Luca Starita prova a darci un’idea di come l’elemento queer, strano, peculiare, omosessuale (in tutte le sue accezioni) sia sempre stato presente anche in libri insospettabili
Canone ambiguo (effequ, Firenze, 2021) dello scrittore e saggista Luca Starita, è un volume che si presenta senz’altro curioso, tanto per i temi che si propone d’indagare e toccare (tanto è vasta la materia che ha deciso di fare una sua meticolosa scelta di cosiddette Autoritas in quanto al tema del queer) quanto per la forma.
Ci troviamo dinanzi a un saggio, come il sottotitolo dell’opera – Della letteratura queer italiana – ben richiama, sebbene la strutturazione dei contenuti, così pure come l’originale sistema argomentativo, fanno pensare anche a una narrazione intima, a una sorta di diario personale.
L’argomento che ci si è posti quale discorso incipitario e propedeutico di tutto lo studio è quello della letteratura queer.
Poetesse che hanno pagato con la propria vita l’impegno civile e la denuncia contro la violenza
Il concetto di civile ciò «che concerne l’uomo come partecipe di una società organizzata in Stato». A tale descrizione del lemma seguono una serie di definizioni tese a indagare, nel correlativo che si esprime tra tale aggettivo e il sostantivo relativo, un mondo di possibilità, condizioni, stati, significazioni, come ad esempio, il coraggio civile che è concetto virtuoso e filantropico; i diritti civili che sono quelle norme che regolano i comportamenti tra cittadino e Stato, la guerra civile che è uno scontro interno, tra cittadini dello stesso stato e tante altre. Questi tre aspetti mi sembrano pertinenti per quanto di seguito si dirà.
Vorrei considerare a continuazione l’impegno di difesa personale e morale di due donne che, in contesti geografici diversi e in analoghe condizioni di prevaricazione da parte dell’uomo, hanno impiegato l’unica arma (bianca) della parola per condannare le asperità delle loro vite soggiogate al delirio superomistico dei loro mariti-despoti.