Yari Lepre Marrani

L’immortalità come condanna ed espiazione: Caino e l’Ebreo Errante.

L’idea dell’immortalità dell’anima e del corpo è sempre stata collegata ad un dono divino non solo racchiuso nella parabola storico religiosa e nel messaggio ultraterreno di Gesù. Cristo, resuscitando, avrebbe sconfitto la morte dimostrando ai testimoni e ai secoli futuri che il pungiglione della morte e la sua vittoria sono state sconfitte per sempre: divina ed eterna promessa di salvezza e d’immortalità per coloro che credono nel messaggio del fondatore del cristianesimo. Già nel Vangelo di Giovanni Evange-lista, il discepolo che Gesù amava e l’apostolo profeta del Nuovo Testamento per via della scrittura a lui attribuita dell’Apocalisse nell’esilio di Patmos, il tema dell’Immortalità come dono divino appare nella sua più carnale concretezza.
Un passo del Vangelo di Giovanni è illuminante e racchiude il dubbio di Cristo agonizzante in croce sul destino che egli vorrebbe riservare al suo discepolo più amato.

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