L’anziano, un libro da sfogliare
Da sempre L’Oceano nell’Anima, associazione culturale con sede a Bari, presidente Massimo Massa, affronta tematiche a sfondo sociale, soprattutto tramite la sezione “Ciò che caino non sa” ideata da Maria Teresa Infante, v. presidente dell’associazione. Tra le realtà affrontate, quelle che riguardano fasce più a rischio e fragili della società, tra cui la violenza di genere e la difesa dei diritti dell’infanzia, anche attraverso progetti editoriali che hanno coinvolto molti autori e artisti. A seguito dell’incontro con l’imprenditore Michele Princigallo si è avuto modo di conoscere più a fondo un’altra delle emergenze sociali che riguardano realtà che ci appartengono, quali il mondo dell’anziano e che non possiamo non considerare vista l’importanza che hanno nella quotidianità di ognuno di noi.
M.T. Infante - Chi è Michele Princigallo oggi?
M. Princigallo - Nasco a San Severo in provincia di Foggia il 07/02/1964
Dopo il percorso scolastico alternato a quello lavorativo, all’età di soli diciannove anni entro nel circuito Farmaceutico nella grande distribuzione di specialità medicinali. Fortemente spinto dal desiderio imprenditoriale, dopo poco tempo sono alla direzione di una grandissima azienda multinazionale, portando la stessa per molti anni ai primi posti a livello Regionale in termini di fatturati e riconoscimenti nel settore.
Operando costantemente in prima linea a contatto con reparti ospedalieri, farmacie, studi medici di ogni tipo, con il passare del tempo mi rendo conto che, quello che io chiamo “mondo della sofferenza” purtroppo spesso è vittima di improvvisazioni imprenditoriali mirate esclusivamente a business momentanei, tralasciando quelle che sono le effettive necessità dell’individuo. Così, nel compiere i miei quarantasei anni, spinto sempre da questo innato senso imprenditoriale e attenzione al prossimo, con un ormai intenso bagaglio di esperienze, lascio definitivamente il mondo farmaceutico per dedicarmi esclusivamente a quello socio sanitario assistenziale, facendo nascere nel 2008 “Casa Azzurra srl”; società che ormai da dieci anni è Leader nel settore assistenziale e soprattutto attenta alle vere necessità di chi vive la sofferenza.
M.T. Infante - A parte l’occhio clinico, attento e mirato verso verso la persona in sé, ci sono motivazioni particolari o episodi che ti hanno spinto a canalizzare le attenzioni verso coloro che sono i nostri padri, le madri, i nonni? In fondo credo che ognuno di noi conosca tali realtà all’interno delle proprie famiglie.
M. Princigallo - Sai Maria Teresa, ci ho pensato spesso. Io sono nato da genitori modesti, Anna e Umberto, dediti solo al lavoro, mio padre era un agricoltore. All’età di soli nove anni, terzo dei figli e unico maschio, resto orfano di papà, con la mamma ancora in attesa della quinta figlia che nascerà sedici giorni dopo la prematura scomparsa del papà.
Tutto questo ha modificato fortemente la mia vita, sia in fase di crescita, con la mancanza della figura paterna, che in termini di responsabilità per la famiglia. Forse da questa mia condizione con cui ho dovuto convivere, affrontando le relative difficoltà è nata in me la volontà e la necessità di sostenere quanto era venuto a mancarmi in tutti i sensi.
M.T. Infante - Come nasce quindi in una cittadina come San Severo, la Domus San Giuseppe Moscati, indubbio punto di riferimento per molti nuclei famigliari e quali sono i suoi punti di forza?
M. Princigallo - Come dicevo in precedenza, il mio pensiero, mirato all’assistenza ai più bisognosi, nel corso degli anni prendeva sempre più forma come segmento assistenziale residenziale e quindi rivolto a quella immensa parte di persone ormai così dette “terza età”, lasciate anche sole, che necessitano di assistenza quotidiana, e nel febbraio del 2014 nasce “Casa Azzurra srl” – Casa Alloggio per Anziani – denominata “Domus San Giuseppe Moscati.” Struttura di nuova generazione in regime di lunga degenza, ponendo al primo posto in tutte le dinamiche assistenziali, la massima professionalità di tutti gli operatori socio sanitari in struttura e non, e la massima attenzione in termini di affetto, amore, disponibilità e altro per i nostri anziani; senza tralasciare quello che da sempre è stato per me e per mia moglie lo spirito di vera missione per questo grandissimo impegno nel sociale.
M.T. Infante - Come trascorre la vita nella “Domus” per i suoi ospiti?
M. Princigallo - Nella cosiddetta “Domus” la vita scorre in modo sereno, aggregante, ma soprattutto i nostri ospiti sono al centro dell’attenzione per quanto riguarda i bisogni e le necessità e non manca l’aura di naturale affetto ed empatia che viene a crearsi con il personale che ogni giorno è a diretto contatto con loro. Per quanto è possibile tutto il team è sempre pronto nel coinvolgere gli anziani in attività ludiche e distensive, affinché abbiano momenti sereni; si organizzano nelle varie occasioni, feste e intrattenimenti di vario genere; insomma, si vive proprio come in una grande famiglia.
M.T. Infante - L’anziano oggi, secondo la tua esperienza umana, viene vissuto come un peso per le famiglie o potrebbe essere invece considerato una ricchezza, vista l’aridità dei sentimenti imperante?
M. Princigallo - Non sono davvero molto convinto che l’anziano oggi, visto come persona da assistere quotidianamente, sia un peso per le famiglie. Penso invece che siano cambiate le condizioni di vita dei nuclei famigliari, nel senso che molti anni fa i nostri genitori non trovandosi nella necessità di lavorare e parlo maggiormente delle nostre mamme, vivendo perlopiù in casa, potevano dedicarsi all’assistenza dei propri cari in età avanzata. Purtroppo questo, nella società attuale e con i ritmi che ci impone la vita, non è più possibile perché tutti i componenti della famiglia hanno bisogno di essere occupati nel mondo del lavoro e da tale condizione nasce l’impossibilità di non poter più assistere il genitore anziano, e quindi si ricercano strutture idonee per affiancarli nel compito.
M.T. Infante - Diciamo anche che hai deciso di affiancare un Premio letterario prestigioso quale il L. A. Seneca, alla sua seconda edizione, il cui evento conclusivo si terrà a Bari, il 28 aprile, alla presenza di personalità del mondo della cultura e del giornalismo nazionale. Avremo con noi anche ospiti che saranno premiati alla Carriera, quali il poeta Davide Rondoni e il giornalista Marco Civoli che riceveranno il “Seneca di Bronzo”, realizzato dal nostro artista Dino Bilancia. In qualità di Partnership quali i motivi che ti hanno spinto ad associare il tuo progetto assistenziale a un premio culturale?
M. Princigallo - Perché vivendo a stretto contatto con l’anziano ho capito che possono insegnarci più di quanto possiamo apprendere da soli, hanno in sé un ricchissimo bagaglio culturale, dato dalle esperienze maturate nel corso di una vita e ascoltarli, condividere il loro mondo è motivo di crescita umana per ognuno, e non si tratta di un sapere sterile perché loro ci tramandano un universo fatto di sentimenti ed emozioni. Questa è conoscenza, la conoscenza è sapere, cultura, ma nello stesso tempo anche noi possiamo fare qualcosa per loro. E questo è il motivo che mi ha spinto ad affiancare il Premio Letterario Seneca, portare alla conoscenza un mondo che merita di essere attenzionato, come quello dell’anziano: il connubio tra le due cose è eccezionale, ciò che è la letteratura, la poesia, l’informazione, tutto ciò fa parte della nostra crescita e noi non dobbiamo dimenticare chi in questo percorso ci ha dato tanto e ancora può offrirci. È uno scambio reciproco, i nostri padri ci trasmettono quanto hanno in sé e noi li aiutiamo a vivere in decoro e dignità, prendendoci cura di loro.
M.T. Infante - La durata della vita media è aumentata, ancora non possiamo parlare di emergenza, ma credi che oggi ci si occupi abbastanza dell’assistenza agli anziani?
M. Princigallo - L’Assistenza agli anziani è un problema molto serio e ritengo che non possa essere risolto solo da imprenditori volenterosi e soprattutto capaci di adempiere a questo delicato problema sociale. Le nostre istituzioni governative sono ancora molto indietro rispetto ad altri paesi Europei in cui, gli investimenti per arginare queste problematiche sono al primo posto nelle priorità di governo. Potremmo davvero parlare molto di queste carenze che sono sotto gli occhi di tutti, in quanto spesso, a causa di iniziative personali e improvvisate, le incompetenze e inadeguatezze, emergono giornalmente nei rotocalchi e mass media con l’anziano vittima di maltrattamenti e abbandoni. E non è raro purtroppo, che anche chi ha facoltà e capacità per portare avanti iniziative lodevoli, venga indotto, da troppa burocrazia, a fermarsi o fare passi indietro.
M.T. Infante - So che hai ancora progetti legati al miglioramento della tua “mission” professionale, vuoi preannunciarli?
M. Princigallo - Come persona sono sempre desideroso di fare ancora più di ciò che faccio professionalmente; questo per via del mio spirito innato imprenditoriale. Siamo in corsa al realizzo ulteriore di una nuova struttura sul nostro territorio, diretta all’assistenza all’anziano in forma più mirata. Nello specifico, tra qualche mese nascerà la nuova e unica RSSA (RESIDENZA SOCIO SANITARIA ASSISTENZIALE). Sempre della Casa Azzurra srl; struttura di nuova generazione indirizzata esclusivamente al paziente “over 65” totalmente non autosufficiente, con moduli a patologie senili come Alzheimer e Parkinson in regime di lungo degenza.
Una ulteriore sfida imprenditoriale, ma soprattutto per colmare mancanze e inefficienze sul nostro territorio e garantire maggiore assistenza a chi ne ha effettiva necessità.
M.T. Infante - Michele, non possiamo che ringraziarti per averci aperto un mondo conosciuto, ma su cui poco siamo informati e soprattutto per averci teso una mano anche nel nostro progetto. L’Oceano nell’Anima, nonostante sappia dei tuoi molti e pressanti impegni, spera vivamente di poterti avere al suo fianco durante la cerimonia di premiazione il 28 aprile presso l’Auditorium La Vallisa di Bari per condividere insieme l’emozione del Premio Seneca. Unire il mondo del sociale a quello culturale, crediamo sia un bene da consolidare, in quanto la conoscenza porta a un arricchimento della persona, continuo e costante nel tempo. Parlare di terza età è un po’ guardare in avanti; in fondo, l’anziano, siamo noi, domani.
M. Princigallo - Si è vero, l’anziano siamo il noi del domani, questo irrevocabilmente per natura e sarò fiero di poter partecipare alla cerimonia di premiazione del Seneca a testimonianza che sia il mondo sociale che quello culturale, vivono in massima simbiosi, spero nel mio piccolo di averne dato un minimo esempio.
Maria Teresa Infante