Colpo di fulmine |
Qual di donna, di sua bellezza il guardo mira e, per desio di lei, il verbo tace e il cor sospira così fu l'apparir tuo che, di gentil virtù vestita, null'altro il dir mio potea se non mirar quel viso e gli occhi neri che, di perfezion d'amore intriso trapassaron il cuor e, il senno, di ciò ne fu patito. Un sol colpo e cuor trafisse, dritto al primo tratto. L'alma mia che, nell'attesa di quell'amor, dormia, si destò che bianca luna il suo chiaror mostrava e argento, su vellutata pelle, con amor ponea. Dolce vision per quel desio, lungamente atteso, che, di tutto n'ebbe e il cor lo portò alla ragione. Ciò che del sentir, e in versi scrivo, fu già memoria e l'intelletto, del suo costume servo, null'altro dice. Il piacimento, nel rimembrar quel sospirato amore, in vita dolor ne coglie e turbato ne è il suo pensar. Ma ogn'or che di mia vita vivo, in quell'amor rivivo 'chè di simiglianza alcuna, vita, mai più m'ha dato. |