E' una gora |
E’ solo una gora. Un vano coperto da un ammasso sassoso. Eppure là dentro […] v’è qualcosa di te, che ristagna. E’ il tuo corpo svilito, che ha preso abbandono, dal sé E un filo d’Arianna, che chiama. E ti vengo a trovare ogni tanto. Anche se, quando il cuore si sente spezzato, preferisco pensare che aleggi nei cieli sereni e mi sei ancora accanto con tutto te stesso. Mi incoraggi. Mi dai qualche spunto. Oppure per me, individui la via, gioendo con me, quando la vinco o rattristandoti per le mie sconfitte. Senza carni sfibrate; senza ossa dolenti ci sei sempre, e sarai, sempre caro. Sovente, mi soffermo nel tuo comodino. Sfioro il berretto a quadretti; lo poso, sul capo striato di grigio poi cingo la vita, con la striscia di cuoio consunto sbottonando un po’ la camicia, e mi accomodo nello sgabello, davanti al camino. Sospiro, divenendo tua forma e a stento freno il rimpianto delle ruvide e dolci carezze. |