Gaeta |
L'agave temeraria a picco sulla roccia innalza il fiore solitario come un pinnacolo di grazia verso il cielo. Sotto di lei giocano frullii di onde e mulinelli di sabbia fine. Le falesie ornate di tamerici e bounganville amoreggiano col mare... è tutto un sussurrare di maree, di proposte ardite e di dinieghi tra l'onda e l'arena, tra la roccia e il sale. Nelle pieghe degli Aurunci palpita il cuore nascosto di Gaeta e l'anima sua corsara, fuoriesce da ogni spaccatura, e sussulta ad ogni galeone che doppia il Serapo, antico e austero, con la grazia soave e silenziosa di una farfalla bianca che vola col maestrale. Il mare alita carezze tra i capelli ed io, per sempre innamorata, lascerò indugiare i miei occhi ubriachi sulle curve selvagge e sulle sponde di questa gran signora... Oggi ancorerò un dolce ricordo a questi giorni: Gaeta ancora e ancora! |