Le parole che non so dire |
Ogni notte io sogno di essere un pesce qualunque per nascondermi nell’immensa profondità del mare fino a dove si possa imitare il canto delle balene. Da quando le fate mi hanno generato un minuto prima della mezzanotte il mio mondo è rimasto quel fermo immagine di silenzio che mi fa rimanere sospeso dentro una bolla di sapone un tempo, un luogo, una pianura sconfinata che io solo conosco incapace di contenere tutte quelle parole che non so dire una stanza deserta dove ogni giorno mi sorprendo a rimettere in ordine una sintesi di gesti e ali frantumati dai miei atti furibondi all’apparenza distanti. Se il mio sguardo scende altrove come l’orma eclissata di un abbraccio immaginato a fissare le cose in fondo all’infinito è perché io non so tendere la mano ad ascoltare questo mio silenzio e camminarvi accanto come una mollica d’aria per mano al vento. Lo so, per voi non sarò mai completamente adulto mi considerate un errore di ortografia lunare fra le righe del cielo, una parola intraducibile del vostro dizionario solo perché siete così complicati da non saper distinguere nell’inerzia delle mie labbra ingenuamente esposte agli altri la sottile bellezza delle parole senza voce celate dalla mia diversità quando, senza veli né bugie, nelle immense profondità oceaniche dell’anima mi sforzo ogni notte di sognare il canto delle balene. |