Saamia |
Tutto è bianco a Mogadiscio le ombre strette delle acacie i muri bucherellati dai proiettili le case di polvere e ramaglie le strade che sfumano al cielo in un travaglio lento non c'è più il mare a Mogadiscio la guerra l'ha portato via insieme all'umore dell'acqua, al colore azzurro delle onde alla sabbia baciata da un Dio crudele tutto è decrepito a Mogadiscio, mutilato dalle bombe il vento sfreccia di soppiatto negli angoli di una città distrutta ed abbraccia il coprifuoco, i colpi di mortaio le pallottole che viaggiano di notte nel porto dei miliziani c'è un velo di tristezza e lontananza a Mogadiscio i lampioni sono spenti,le panchine vuote gli anni si allungano in modo scomposto, costruendo distanze, violenze, inauditi dolori ed io ho quindici anni e corro corro con partenze, scatti, affondi e ripetute corro sulla pista di tartan bucherellato allungo i muscoli e le falcate dribblando i soldati dagli occhi feroci come le bocche dei fucili corro ogni giorno per strade martoriate dalla guerra tra gomme d'auto fumanti e roghi negli slarghi corro con l'entusiasmo della giovinezza corro perchè un giorno sarò lontano inseguirò una fiaba, un sogno scomposto, il mio destino dormirò in un prato d'erba verde col profumo dei gelsomini addosso e ci sarò solo io, il mio respiro e solo l'ultimo spicchio di luna. Un giorno la mia corsa avrà i chiodi nelle scarpe un pettorale con un numero ed un nome sconosciuto qui: libertà. |