Nati orfani di Abele |
E muto il vento urla immobili sospiri stasera, nell'ora in cui la mano del figlio di Adamo dona mortali carezze alla sua Eva, sotto l'inganno di un cuore nero. Lacrime di acida lava piange il cielo inorridito, nell'ora in cui Caino strappa il fiore sbocciato dalla propria carne, nella follia d'odio ancestrale di calpestare suo fratello. Pietoso il mare accoglie anime di spighe falciate premature e con ira annega l'orrore, inondando le innocenti sponde. E dal suo ventre dilaniato la madre terra violentata partorisce un doloroso marcio letame di frutti, e rinnega i suoi figli, nati orfani di Abele. Ma il giorno sorge ancora dalla buia notte e spunta un filo d'erba verde speranza dal fango insanguinato. A primavera, nascerà ancora un nuovo fiore d' Amore. |