Una sera |
Hanno smesso di suonare quaggiù tra le brume le fauci, gli altari, i cappelli che ghermivano il colore. Affaccio su un limbo di ferro che forgia coltelli villani e canaglie urlatrici a dozzine: insonni, attossicatrici del cuore. Disseto il mio gioco tirando la fune; ondeggia il bronzeo latte verticale dispensatore di ansie, attese: battigie, lune speculari di un sogno in camicia di forza da ripudiare come il sonno: oblò da ricacciare in un acquario senza fine. |