Fiore all'occhiello è il premio speciale "Non omnia possumus omnes" ("Non tutti possiamo tutto"), un premio alla carriera conferito a personalità che si sono distinte, nell'anno, per particolari opere dell'ingegno, per studi scientifici di notevole prestigio, per opere di forte impegno morale ed educativo, per un particolare impegno nel sociale o per il sostegno alla giustizia pubblica e al rispetto della legalità o a personaggi dello spettacolo.
E il mio turno. Alla domanda rivoltami dal Petrarolo su quanto sia importante per una casa editrice credere in un progetto editoriale e soprattutto quanto produttivo sia restare sul mercato con la carta stampata piuttosto che investire nelle nuove tecnologie come gli e-book, gli rispondo che il fascino del cartaceo, nonostante la pressione di mercati alternativi derivanti dal progresso tecnologico, non è una prerogativa del libro multimediale.
Sono sicuro che le case editrici continueranno a sostenere ancora il cartaceo, una scelta avvalorata dal fatto che il lettore ha ancora bisogno di sfogliare le pagine, sentire il contatto, la ruvidezza della carta sotto i polpastrelli e l'odore che già di per sé racconta una storia di rara bellezza. Considerato un oggetto inestimabile e di valore, il libro resta la scelta più accreditata, nonostante da anni si preannunci la sua fine.
- Come nasce questa antologia?
- Siamo stati contattati dal Presidente Antonio Daddario e siamo stati felicissimi di iniziare questa collaborazione che mi auguro possa durare a lungo nel tempo. Il motivo è semplice; basta pensare a tutto quello che il Presidente ha detto in apertura su un premio che dopo undici edizioni è riuscito ad imporsi all'attenzione nazionale e non solo. È organizzato con serietà e professionalità ed è per questo che non abbiamo esitato ad associare il marchio Oceano Edizioni al Premio Zingarelli.
Emozionante il momento della lettura di alcune poesie contenute nell'antologia, molte delle quali declamate dal bravissimo regista Roberto Russo. In particolare Senz'alba (mai nato) di Maria Teresa Infante.
- La poesia non sempre è bellezza, non sempre è serenità: spesso è anche sofferenza, ma in egual modo trasmette emozioni. - Afferma la scrittrice e poetessa sanseverese alla domanda di Petrarolo su come avesse tratto ispirazione la sua poesia.
- C'è qualcosa dentro di noi che ci spinge a scrivere. Le poesie nascono in maniera spontanea, spesso si prende su di sè tutto quello che ci arriva dalle esperienze di altri, per poi farlo nostro e metabolizzarlo. Nel caso di questa mia poesia, c'è stato un momento particolare. Qualche anno fa ho riletto, a distanza di molti anni, il libro della Fallace, "Lettera ad un bambino mai nato". Le emozioni che ho provato sono state completamente diverse da quelle adolescenziali, età in cui non avevo ben compreso il significato. Oggi, alla luce del mio vissuto, ho reinterpretato il libro in maniera completamente diversa immedesimandomi nelle sensazioni e nei sentimenti che può provare una donna nel perdere un figlio.
A seguire sono state declamate le poesie di Tommaso Colucci, dal titolo 5 ottobre dedicata ad un amore non corrisposto; di Tina Ferreri Tiberio, Douma, 7 aprile 2018. Siria che muori; di Salvatore Guglielmi, Ad Assia, dedicata ad un'amica artista; Giuseppe Mastroserio, La filastrocca dell'italiano per bambini e non solo ed infine quella di Nicola Gobbi intitolata Insegnami. Applausi di approvazione ai poeti presenti da parte del pubblico in sala che ha ascoltato le poesie con molto interesse.
Verso le 20:00, dopo i saluti del Presidente Daddario e della padrona di casa, Daniela Tattoli, si è conclusa la kermesse poetica con grande soddisfazioni da parte di tutti.
Massimo Massa