Un romanzo in cui l'Autrice affronta tematiche importanti dunque, quali le radici, gli affetti, l'amore, arricchiti dalla maggiore capacità stilistica acquisita con la maturità artistica in questi ultimi anni. Un libro di sicuro valore etico e morale raccontato con notevole capacità narrativa, in cui Laura Pavia prova a dar voce a sentimenti d'amore e, al tempo stesso, di amarezza e sofferenza per l'abbandono della propria terra, che in quel periodo significava marginalità, proiettava povertà e confinava nelle schiere dell'esodo, erodendo anche quell'effimera e cagionevole consapevolezza di sé stessi che si coltivava nel proprio ambiente.
Ma il libro non è solo un romanzo sull'emigrazione. L'Autrice affronta un'altra importante tematica, un aspetto di vita. Francesco è anagraficamente anziano, infermo, ma con un bagaglio di esperienze di vita vissuta, di virtù e di conoscenze. Alla fine della sua esistenza terrena, racconta la sua vita alla Morte, e la Morte dialoga con lui. È in questi dialoghi, in cui è racchiusa tutta la morale del romanzo, che si riscontra la sua grande capacità di esporre riflessioni che mirano a tracciare e delineare gli aspetti essenziali della vita.
Un libro dunque, che possiamo definire un omaggio a suo padre, al suo sforzo per respingere simbolicamente la Morte, presenza costante che accompagna le sue ultime giornate. Un lascito a futura memoria oserei dire, un concetto ricorrente nelle parole della Pavia, secondo il quale ogni uomo ha il dovere di lasciare una traccia di se.
Un viaggio simbolico e non, quello che ci porta a compiere, un percorso che attraversa oceani reali e metaforici, per catapultarci davanti ai punti interrogativi ed esistenziali. La continua ricerca e sete di conoscenza, l'abbandono proteso verso le nuove possibilità che la vita ci propone, per poi arrivare alla consapevolezza, che la vera felicità non è poi così lontana da noi.
Insomma... una Laura che tutti si aspettavano, tenera, delicata, sensibile e profonda, che ha trasmesso emozioni a tutti coloro che l'hanno ascoltata, il valore e il senso del dono della vita, perché, come afferma in chiusura dell'evento: - siamo di passaggio... la nostra permanenza su questa terra, serve ad evolverci in un flusso continuo di coscienza, dove ogni gesto e ogni parola hanno al fine un senso.
Massimo Massa