Il compito più difficile per un artista (e con questo termine mi riferisco a chiunque si approcci a una qualunque delle arti, sia essa pittorica, poetica, narrativa, ecc.) è quello di superare la barriera tra soggetto (l’artista) e oggetto creato.
Ovvero arrivare al punto della perfetta concordanza, tra soggetto e oggetto, alla completa o parziale identificazione del soggetto con l’opera creata, e quindi dell’opera con il soggetto.
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Trovare se stessi, conoscere il proprio Io denudandosi del superfluo, delle illusioni, del possesso ubicato dentro le nostre gole colme di autodefinizioni.
Liberarsi di ciò che "si ha", ovvero, di ciò che "non siamo", così che emerga la nostra vera essenza, che non può essere altro che l’uomo nudo di fronte alla realtà del suo "sentire", in armonia con le sue azioni.
Si può raggiungere un’identità stabile soltanto nel momento in cui ciò che "si è" non può venir tolto da nient’altro che la morte, nel momento in cui non si possiede niente e in cui non si ha bisogno di aggrapparsi alle proprie qualità (presunte o reali) o a parti isolate del nostro Sè; nel tempo in cui si riconosce se stessi semplicemente come il soggetto "attivo" che sente, pensa e agisce nell’hic et nunc, e ancora, che ha sentito, pensato e agito in un determinato modo nel tempo passato.
In piena quarta rivoluzione industriale stiamo assistendo ad una forma di incapacità del vivere, ad una paralisi delle capacità di sperimentare esperienze vitali
Il nichilismo è la soluzione esistenziale all’impotenza umana nel rispondere alla vita con altrettanta vita. È la risposta dell’uomo annichilito dalla paura e dalla disperazione di fronte alla vita. “Se non posso viverla tanto vale che la distruggo”.
Analogamente, l’illuso, nega i mali che lo circondano additando come paranoico chiunque cerchi di fare un’analisi sistematica delle problematiche del proprio tempo, per poterle penetrare a fondo e trovare la chiave di volta che ribalti il corso degli eventi.
A volte il pensatore critico, di fronte ad avvenimenti particolarmente angoscianti e di difficile risoluzione, deve arrivare tramite la comprensione a sperimentare l’apice della disperazione al proprio interno, non per soccombervi, ma per liberarsene. La disperazione rende l’uomo impotente e incapace di agire.