di Giannicola Ceccarossi
Credo che la chiave di lettura dell’intera nuova raccolta di Giannicola Ceccarossi, vada ricercata in quel piegarsi del cielo ad un’alba nuova.
Potrebbe interpretarsi come segno di sottomissione – e forse lo è pure – nondimeno, tuttavia, è volontà di vita, forza della vita stessa che, pur di perpetuarsi, fa incurvare il cielo, vince (per dirla alla Battiato) “la luce e le correnti gravitazionali”.
Si parla troppo spesso – e a volte anche a sproposito – di miracoli. Ma chiediamocelo: siamo davvero certi che si tratti di qualcosa di sovrannaturale, dovuto all’intervento straordinario di una Divinità? Personalmente non credo che attribuire al fenomeno una tale connotazione aiuti a percepirne la reale dimensione.
Riflessioni su Poesia paesaggio di Paolo Bassani
Trovo, nella prefazione di Giuseppe Sciarrone alla raccolta, una convincente e condivisibile constatazione: “Il titolo stesso ci avvia ad intendere che il sentimento ispiratore di questa silloge è quello […] di creare una simbiosi armonica tra gli elementi paesaggistici della terra di Liguria e la vita interiore del poeta. Paesaggio d’anima, dunque, il suo: di qui l’assenza del descrizionismo impressionistico.
Il giro armonico di Nicola Romano
In questo libro la poesia di Nicola Romano è – mutuando un termine che appartiene alla musica – un crescendo che raggiunge, proprio sul finire, il suo apice.
Sì, perché lì, sul concludersi, si attua in modo definitivo e chiarissimo il senso più riposto dell’intera sua poetica; lì si trova ciò che fino a quel momento, forse, non si era interamente ultimato; lì erutta il vulcano dopo aver tenuto nella fornace del suo ventre la lava che ora esce – come una bomba di luce e di fiamme – e fertilizza, lungo la sua colata, ogni centimetro di terra che incontra.
Ho davanti Rosso sangue – di Maria Teresa Infante – un libro di poesia diverso dagli altri, e non tanto per il carattere monografico quanto per la sua peculiarità di assemblare in un tutto armonico versi e prosa, a dimostrazione del fatto che, quando si parla di creatività, i generi letterari non contano.
La premessa si è resa necessaria perché, pur trattandosi di poesie, voglio iniziare a parlarne riportando alcuni passaggi tratti dal monologo conclusivo e dal prologo a firma dell’autrice stessa.
Da “Indignata speciale”: La morte è servita! (Il pensiero come arma salvifica): “[…] Un goccio d’acqua per favore! Acqua, tanta acqua, che cada dal cielo in terra a lavar via l’onta, il dolore, lo sporco. Lo sporco, mio Dio, andrà mai via questo rosso antico? Acqua per favore, il battistero è secco da una vita.