Ancora qualche profilo di protagoniste del brigantaggio al femminile
Filomena Pennacchio: spietata ma capace di redimersi
Avventure amorose, tradimenti, freddezza e crudeltà nel condurre le azioni brigantesche, piglio da condottiere, pronte anche a pentirsi. Sono alcune delle peculiarità che abbiamo già attribuito ad alcune donne briganti e che ritroviamo anche in Filomena Pennacchio.
Filomena nasce nel 1841 in una modesta famiglia di San Sossio Baronia (Avellino) e fin da ragazzina è impegnata nei lavori più umili per incrementarne i miseri guadagni. Rimane presto orfana dei due genitori e nel 1862 conosce Giuseppe Schiavone (Sant’Agata di Puglia, 1838), famoso brigante che l’arruola nella sua banda. Tra i due è subito profondo amore. Il suo temperamento non tarda a manifestrasi allorché, nelle campagne di Trevico, sgozza il bue di una donna che si rifiuta di consegnare a Schiavone denaro e oggetti d’oro in suo possesso. L’anno successivo partecipa all’uccisione di 10 soldati italiani della I Compagnia del 45^ Reggimento Fanteria.
Personalità pubbliche esaltate dai posteri come modelli di saggezza pratica e autori di massime poste a fondamento della comune sensibilità culturale greca
Nella Grecia antica i più grandi “saggi” furono i Sette Savi.
Erano dei pensatori che cercavano di interpretare ciò che vedevano; andavano alla ricerca dell’archè (il principio del tutto). Furono i predecessori dei filosofi che fondarono ad Atene varie scuole filosofiche e Accademie.
Riscoprire i luoghi del Maestro Alberto Manzi
In un soleggiato pomeriggio autunnale, osservare il suggestivo borgo di Tufo in provincia di Carsoli, non solo con gli occhi ma con la mente e il cuore, significa fare dei luoghi geografici antropologia dell’animo umano.
Entrando nel Paese, dal 2016 centro di un interes-sante progetto di street art, titolato “Intonaci”, le parole di Cesare Pavese scritte su un muro invitano a fare delle radici emblema della nostra identità: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Proprio come Cesare anche Alberto torna sempre nella casa materna dove i campi, i vigneti, la gente umile dall’esistenza travagliata dalla fatica, stempera l’asprezza del mondo agro pastorale nei dolci acque-relli della memoria degli antichi affetti.
Le storie e le tradizioni locali sono spesso un riflesso dell'identità culturale di una comunità
Le storie e le tradizioni locali sono spesso un riflesso dell'identità culturale di una comunità. Mantenere vive queste narrazioni aiuta a preservare l'unicità e la diversità delle culture locali, contribuendo a evitare l'omologazione culturale e a promuovere la diversità culturale. Molte storie e tradizioni locali contengono antiche conoscenze su aspetti come la storia, la natura, la medicina, l'agricoltura, l'artigianato e la spiritualità. La trasmissione di questa conoscenza da una generazione all'altra è essenziale per il manteni-mento di competenze e pratiche tradizionali.