Srebrenica. In Europa alla foce della notte e Veza Canetti. Autodafè di un amore, i libri del meritato successo del professore di Filosofie giuridiche e religioni del Medio ed Estremo Oriente alla VI Edizione del Premio Seneca
– Dopo aver conseguito la laurea presso l’Università degli Studi di Bari in Sociologia e Filosofia del Diritto e in Diritto Costituzionale, ho approfondito i miei studi nella Westfälische Wilhelms-Universität di Münster, occupandomi di Epistemologia giuridica, Ermeneutica filosofica e Teoria del diritto. Sussessivamente sono stato un paio di anni in Uruguay in qualità di Coor-dinatore di un progetto di cooperazione culturale in un incarico governativo dell’Unione Europea.
Così esordisce Gianfranco Longo, nato a Bari nel 1965, quando gli chiedo di parlarmi un po’ di se e della sua vita, mentre siamo seduti in un bar della centralissima via Sparano a Bari, nei pressi del-l’Ateneo dove insegna nel Dipartimento di Scienze Politiche.
Padre del Realismo Terminale
Il Realismo Terminale è paragonabile ad una potente Ferrari, ma come ogni macchina, solitamente ha bisogno di una regolare messa a punto da parte del capo officina, che ne conosce tutti i componenti. A dodici anni dall’uscita di fabbrica del RT, questa intervista a Guido Oldani si propone come una sua sapiente checklist di filtri, candele, cinghia, olio, frizione, batteria ed impianto frenante; infine, il controllo dei pneumatici, importanti per una perfetta tenuta ed aderenza sull’asfalto.
Pensieri riversi in posizione fetale
Torneremo a guardare il mare, edito da Oceano Edizioni 2021, è il suo penultimo libro, pubblicato nel marzo 2021. Come mai ha voluto specificare nel titolo Pensieri riversi, posizione fetale
Perché nel sottotitolo è la genesi dell’intero volume, simbolicamente ne rappresenta la nascita.
va in terza ristampa. Una sorpresa? Forse solo per lo stesso Autore
Paese di guadi una testimonianza storica, espressione di un territorio o di una generazione. Opera maestosa, lasciata al palo sia perché frutto di un bisogno spontaneo di esternazione, senza alcuna velleità editoriale e in seguito, quando già l’Autore riprese a esaminarla fu nuovamente tralasciata per dare spazio ai due romanzi Sopra non appare alcun cielo (2019, Robin-La Biblioteca del Vascello, Torino) e Il bosco di Marx (2021, Prospero, Milano).
Non è semplice descrivere una fatica letteraria complessa di oltre mille pagine e il bisogno da cui è scaturita e lascio che sia Marco Quarin a parlarne, sottolineando l’esigenza della pubblicazione a distanza di anni e poi le ristampe con lievi modifiche.
Una raccolta poetica in cui l’Autore esprime tutta la sua capacità di guardarsi intorno con stupore, cercando uno scandaglio dentro di sé per cogliervi quei fermenti che animano il suo “universo” e dare voce alle sue emozioni
Riordino la libreria e un volume occhieggia dai ripiani. Lo apro, mi soffermo sulla dedica “A Maria Teresa (…) nella lettura di questi umili versi” – 5 agosto 2019.
Il volume è la raccolta di poesie di Duilio Paiano Chi racconterà il mio domani… Edizioni del Rosone, F. Marasca.
Nulla avviene a caso, ogni cosa conosce il tempo del suo accadimento se oggi è bastata una dedica o meglio un aggettivo “umile”, quasi a capo chino, a inchiodarmi a una nuova lettura, più meditata e attenta.
Nuovamente intervistiamo Corrado Calabrò, insigne giurista e poeta, due volte candidato al premio Nobel.
Una vita dedicata alla parola, poeticamente o giuridicamente, al limite della perfezione: non una in più, non una in meno, eppur così priva di qualsiasi egocentrismo, suadente e impressiva al tempo stesso.
Lo abbiamo portato in un territorio meno cattedratico e più in risonanza con la sua anima, poco propensa a lasciarsi condizionare dal suo ruolo.
La sua duplice interpretazione della vita
Non è facile ritrarre un personaggio così poliedrico, che nella vita ha passeggiato a mo’ di funambolo tra il rigore di una professione, dove ha raggiunto vertici come la presidenza del TAR del Lazio, del Consiglio di Stato, e la Poesia.
Forse ha realizzato la crasi tra le due istanze quando è stato Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, organo che detta regole per le attività di telecomunicazioni, radiotelevisive e vigila sulle stesse. Raggiungere gli interlocutori con parole più o meno poetiche, ma sempre incisive. Corrado Calabrò non si dimentica.
di Antonio Daddario
Il 7 agosto 2021, in anteprima a Rodi Garganico, fervente località turistica del promontorio del Gargano, si è svolta la presentazione del volume Lo Specchio del sole – Quadri viventi di Antonio Daddario, Presidente del Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli”, fiore all’occhiello della Capitanata la cui eco si è estesa, da anni, su tutto il territorio nazionale. L’evento è stato patrocinato dalla Pro Loco di Rodi Garganico e di Cerignola, dell’Associazione Culturale “Motus”, Da “I Presidi del Libro” (Foggia) e dal Premio Letterario Nazionale “N. Zingarelli”.
Dialogo con Barbara Carniti-Merini
Il 21 marzo ricorre la Giornata Mondiale della Poesia, istituita nel 1999 durante la XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO e patrocinata dallo stesso Ente. Una data scelta non a caso in quanto coincide con la nascita di una delle poetesse più amate del panorama letterario contemporaneo, Alda Merini (Milano 21 marzo 1931 – Milano 1 novembre 2009)
La parola a Giuseppe Ausilio Bertoli, sociologo della comunicazione e dei media. Quanto il linguaggio ha influenzato il nostro modo di comunicare. Il parere di un esperto
Parliamo di “Comunicazione” ai giorni nostri in cui la confusione, la sovraesposizione mediatica, il cattivo gusto, le notizie-smentite, le fake news, le aggressioni verbali sono dilaganti. Siamo soliti dire che ci distinguiamo dagli animali per l’uso della parola ma in fondo anche gli animali hanno la parola, foneticamente diversa dalla nostra, cioè emettono versi. La nostra parola invece è stata codificata e ad ogni suono corrisponde un’immagine visiva, emotiva o sensoriale. L’essere umano è poco accorto per natura, ama le scorciatoie, i percorsi prestabiliti, svilisce tutto ciò che dice di amare; ama la natura ma la deturpa, ama la donna ma la stupra, ama le parole ma non ne fa buon uso e spesso le uccide, privandole del giusto decoro.
Numerosi i suoi riconoscimenti. Nel 1999 riceve la “Stella al merito del lavoro” dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Per la IV edizione del Premio accademico internazionale di letteratura contemporanea L. A. Seneca 2020, la direzione del reading è stata affidata alla professionalità dell’attrice teatrale Rosa d’Onofrio, originaria di Foggia.
L’artista è stata la voce narrante – forte delle sue abilità interpretative – dell’intero repertorio delle opere classificate per le varie sezioni del Premio.
Una lunga carriera alle spalle iniziata, fin da giovanissima, studiando sia il repertorio drammatico che quello comico italiano lavorando con registi del calibro di Nucci La Dogana, Gaetano Capozzi, Renzo Paoletta, Ugo Gregoretti, Sergio De Sandro Salvati.
Da Madrid: quando la cultura è di casa
Un tramite, un legame tra la poesia italiana – da lei amata e seguita – e quella spagnola e tanta carica umana unita a indubbie competenze letterarie. Inma J. Ferrero vive a Madrid e studia filologia spagnola; poetessa con una spiccata passione per l’haiku derivante non solo da un’attenta analisi critica ma dalla sua estrema capacità di sintesi nel saper cogliere il tutto nel particolare. Fondatrice e direttrice della Rivista letteraria “Proverso” e collaboratrice di “Revista Entreletras”. Direttrice e conduttrice del programma radiofonico “La fusa” di Radio Proverso. Critica letteraria, scrittrice di libretti per l’Opera e molte sue poesie sono state musicate da affermati compositori. Inma è ancora tanto altro in continua fase evolutiva, inarrestabile, alla ricerca continua di sperimentazioni in ambito culturale in cui spazia con naturalezza. Conosciamola meglio attraverso le sue parole, sempre mirate, accorte ed esaurienti