Corrado Calabrò: Due donne che hanno fatto la storia

Nuovamente intervistiamo Corrado Calabrò, insigne giurista e poeta, due volte candidato al premio Nobel.
Una vita dedicata alla parola, poeticamente o giuridicamente, al limite della perfezione: non una in più, non una in meno, eppur così priva di qualsiasi egocentrismo, suadente e impressiva al tempo stesso.
Lo abbiamo portato in un territorio meno cattedratico e più in risonanza con la sua anima, poco propensa a lasciarsi condizionare dal suo ruolo.

Ildegarda di Bingen
Monaca benedettina, cristiana, scrittrice, mistica e teologa, dichiarata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI. Donna dai numerosi talenti, nella sua vita fu oltre profetessa, cosmologa, filosofa, artista, drammaturga, musicista e consigliera politica.
Il suo nome di battesimo, tradotto letteralmente, significa «colei che è audace in battaglia».


Vorrei che eleggesse due donne come proiezione della sua anima femminile
Due sono le donne verso cui ho grande ammirazione: Ildegarda di Bingen e Cleopatra. La prima anticonformista, ribelle alla gerarchia e trasgressiva; con la sua indipendenza da regole consolidate riuscì ad affermarsi nei tempi più chiusi con una forza di rottura irrefrenabile, tanto da essere riconosciuta dalla Chiesa come suo Dottore, nonché santificata da papa Benedetto XVI. La seconda, anche lei nata con sorte avversa - figlia illegittima ma prediletta del Faraone Tolomeo XII - riuscì a influire sulle sorti del suo Paese e del mondo come i più grandi protagonisti maschili di ogni tempo.

Ildegarda: guaritrice, filosofa e dottore della chiesa: quale la sua dote più sorprendente?
Fu la prima donna a comporre musica nel Medio Evo e dotata di straordinari e molteplici talenti: guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, gemmologa, filosofa, teologa, commentatrice delle Sacre Scritture, artista, poetessa, drammaturga, linguista. Scrisse due trattati di scienze naturali che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo.

Certamente non tutto conquistato così facilmente…
Relegata a otto anni in un piccolo monastero con quattro monache, Ildegarda aveva un percorso tracciato: preghiere, isolamento, penitenze, ma lei era avida di sapere.
Aveva ricevuto l’istruzione primaria da una gentildonna, Jutta di Sponheim, ma non poté frequentare la scuola regolare, che era preclusa alle donne. Tuttavia, accanto al monastero delle suore c’era un grosso monastero di monaci, con una grande biblioteca.
Ildegarda, dotata d’intelligenza precoce e di un irreprimibile, spirito d’indipendenza, s’immerse lì, giorno dopo giorno, in una lettura eterogenea e appassionata, utilizzando tra l’altro l’enciclopedia medievale di Dionigi l'Areopagita.
A nulla valsero i divieti, i rimproveri, le punizioni, le reprimende impartite perfino personalmente dall’Abate che sovraintendeva ai monasteri.
La sua mente fortemente organizzata mise ordine nelle casuali letture.
L’eterogeneità divenne vastità culturale: dalle Sacre Scritture alla grammatica e retorica latina, all’astronomia, alle scienze naturali, alla musica.
Fornì risposte alle questioni che le venivano sottoposte dai monaci in un trattato che venne tenuto in grande considerazione.

Definita “visionaria”: perché?
Fin da bambina Ildegarda ebbe delle visioni. E, dopo averne taciuto per anni, scrisse di esse, suscitando all’inizio il sospetto di tendenze eretiche.
Fu convocata dall’Abate che l’interrogò severamente.
Ma l’afflusso di pellegrini al monastero, l’aiuto finanziario di varie famiglie aristocratiche, e l’autorevolezza cui Ildegarda era nel frattempo assurta indussero l’Abate a non adottare provvedimenti repressivi.
La gerarchia ecclesiastica, inizialmente così ostile, dovette accettare che nella Chiesa la voce femminile si manifestasse come dono della profezia e capacità di visione, doni non legati al sacerdozio.
L’autorevolezza raggiunta da Ildegarda non era solo religiosa, era anche politica. Intrattenne un’intensa corrispondenza con re e vescovi, dando un importante sostegno al papa nella lotta contro le eresie e sfidando intrepidamente con parole durissime l’imperatore Federico Barbarossa per avere opposto due antipapi al papa Alessandro III.
Fondatrice e badessa, ben presto, di un grande monastero che perdura tuttora, rifiutò di confinare la sua religiosità in convento, secondo le regole claustrali, compiendo viaggi pastorali e predicando nelle maggiori cattedrali della Germania.
Alla sua indomabile energia spirituale, che lei stessa denominò viriditas, dovettero piegarsi prima la gerarchia ecclesiastica e poi i potenti del suo tempo.
Amò appassionatamente una giovane conversa e soffrì molto per il suo allontanamento.

Quale figura femminile contemporanea potrebbe esserle vicina? Sotto l’aspetto del coraggio e della risolutezza della sua sfida, dell’intrepidezza, della sfacciataggine direi, con cui ha affrontato le istituzioni e i personaggi più importanti, Greta Thunberg le rassomiglia. Greta li ha affrontati su un tema fondamentale per la società dei nostri tempi, la salvaguardia dell’ecosistema, come ai tempi di Ildegarda era fondamentale l’unità dei cristiani.

Non solo potere e carisma religioso… un’altra donna del passato popola i suoi sogni! Cleopatra non era solo una donna affascinante.
Ecco un’altra donna che non ha avuto inizi facili eppure riuscì a influire sulle sorti del suo Paese, giungendo ad attuare una politica di espansione a macchia d’olio per l’Egitto, nonostante la schiacciante egemonia di Roma, sapendosi relazionare utilmente proprio con essa.
Sebbene la tradizione dinastica le impedisse di regnare da sola e abbia quindi sempre avuto un uomo a lei associato sul trono, fu la domina assoluta dell’Egitto.
Ma ancora maggiore fu l’influenza che esercitò personalmente sulle vicende cruciali che si svolgevano sull’intero quadrante politico.

Con quali caratteristiche ha potuto sedurre più di un uomo in modo così totale?
Il suo esordio sulla scena della storia fu eclatante, geniale.
Avvolta in un tappeto portato in spalla da un servo colossale, apparve seminuda alla presenza di Cesare, che aveva annunciato di voler regolare il problema dinastico tra lei e suo fratello.
Quale grande regista ideò mai una scena madre a sorpresa come questa?
Tolomeo riteneva di avere titoli di merito verso Cesare, avendo ucciso il rivale Pompeo. Ne offrì la testa mozza a Cesare ma col risultato di provocarne la ripulsa.
Cleopatra invece offrì se stessa e Cesare ne rimase folgorato. Per nove mesi restò con lei in Egitto trascurando importanti teatri operativi dove continuava la guerra civile con i seguaci di Pompeo. Portò poi con sé Cleopatra a Roma.

Marco Antonio e Cleopatra, ltima sovrana della dinastia tolemaica a regnare in Egitto


Tempio di Venere genitrice a Roma con Cleopatra/Iside raffigurata di fianco: eccesso di narcisismo?
Sì, si può anche vedere del narcisismo nell’erezione di una statua di Cleopatra nel Foro, ma non fu lei a farla erigere. E c’è da dire che persino dopo la sua morte, l’Egitto ottenne da Augusto che le sue numerose statue in varie parti dell’Impero venissero salvaguardate, mentre vennero abbattute quelle di Antonio.

Forse Cleopatra non fu la donna più seducente del mondo, ma certo fu la più seduttiva.
Manifestazione di narcisismo fu indubbiamente quando andò incontro ad Antonio discendendo il Nilo in un battello dorato e colmo di fiori, sdraiata seminuda con cuscini di seta su un letto d’oro, circondata da fanciulle e fanciulli nudi che agitavano flabelli.
Una messa in scena degna di Armida, ma di maggior successo; e l’incantamento di Antonio non fu passeggero come quello di Rinaldo; durò fino alla sua morte; anzi lo porterà a morte.

Poliglotta e raffinata stratega conosce l’animo umano…
Cleopatra non era soltanto bella e voluttuosamente sexy. Da piccola, dotata di precocissima intelligenza, aveva frequentato la biblioteca di Alessandria (la più grande del mondo) e, sotto la guida del tutore Filostrato, aveva studiato filosofia, retorica, oratoria, interessandosi anche alla medicina, alla fisica e alla farmacologia.
La psicologia non gliel’avevano insegnata ma per essa era naturalmente portata come pochi altri. Parlava nove lingue. E da regina fece una grande politica edilizia.
Il piano di Cleopatra non era di poco conto. Dando un figlio maschio a Cesare, che non ne aveva, si era automaticamente candidata a diventare sua moglie e quindi a condividere – forse non solo nell’ombra - il potere del padrone del mondo.

Presente a Roma alle Idi di marzo 44 a.C. senza aver fatto riconoscere Cesarione…
Il piano venne stroncato dall’imprevisto assassinio di Cesare all’interno del Senato.
Ma non per questo Cleopatra venne messa in disparte. Di lei infatti s’innamorò Antonio, che con Ottaviano spartiva il potere dopo la morte di Cesare. S’innamorò perdutamente, nel senso letterale del termine; cioè fino alla perdizione.
Cesare, con la sua immensa personalità, era sì preso da Cleopatra ma non fino a cambiare per lei le istituzioni e la sua visione del mondo. Antonio, che pure aveva avuto centinaia di donne, ne fu invece completamente plagiato. Non solo lasciò la moglie Ottavia, sorella di Ottaviano, e donò a Cleopatra Cipro e altri territoti circostanti controllati da Roma, ma si insediò stabilmente in Oriente, stabilendo lì il centro del potere militare, fino al punto di pensare di spostare formalmente il baricentro dell’Impero da Roma ad Alessandria.
Per Cleopatra Antonio fece gesti d’infantile irresponsabilità: abbandonò la guerra contro i Parti, determinando la sconfitta dell’esercito romano. Ancora più folle il suo comportamento nella battaglia di Azio, decisiva nello scontro con Ottaviano, quando segue la regina in fuga mentre la battaglia era ancora incerta. Alla sconfitta navale seguirono quelle terrestri, con effetto dómino.
Antonio, alla pur falsa notizia della morte dell’amata, si suicidò.
Cleopatra cercò allora di sedurre Ottaviano. Ma Ottaviano aveva avuto una fiammata di passione solo per Livia; ormai era un animale a sangue freddo, l’espressione più razionale del potere che mai il mondo abbia conosciuto.

Meglio la morte che essere portata a Roma in trionfo: non pensa ai figli…
Reclusa, Cleopatra decise di uccidersi davvero.
Giocò d’astuzia per ingannare la stretta sorveglianza cui, per ordine di Ottaviano, era sottoposta. Si fece portare una serpe aspide nascosta in un cesto di fichi e, infilando il braccio, si fece mordere. Cesarione, il figlio che Cleopatra aveva avuto da Cesare, fu crudelmente ucciso. Vennero risparmiati invece i figli che aveva avuto da Antonio; e vennero risparmiate le sue statue.

Fallimento come stratega?
Sì, si risolvettero in fallimento sia il piano A che il piano B di Cleopatra. Ma fallirono perché il destino le fu avverso, non perché fossero stati concepiti utopisticamente o mal realizzati.

Quale figura femminile contemporanea potrebbe esserle vicina?
Nessuna donna moderna ha avuto il fascino e il potere sconvolgente di Cleopatra. Volendo comunque fare un accostamento si può pensare ad Angela Merkel, se avesse avuto il fisico di Claudia Schiffer.

Posted

23 Dec 2021

Incontri ed interviste d'autore


Chicca Morone



Foto di Corrado Calabrò





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