Domenica 16 ottobre, presso la Massaria Agriresort di Stornara in provincia di Foggia, è stata inaugurata la nuova rassegna “Una campagna di libri” con la presentazione della nuova raccolta di poesie di Ripalta Guerrieri, Strettoie di interni e dintorni.
La serata è stata condotta dalla professoressa Paola Grillo, nota sul territorio per le sue qualità professionali e umane: la formalità del dialogo colto ha lasciato spazio a una discussione conviviale, leggera, dai toni scherzosi e seri al tempo stesso.
Proprio come in un simposio, i partecipanti hanno dialogato amabilmente e alcuni, tra cui Adelina Tarantino, Rosa Pugliese e Antonia Latorraca, si sono anche cimentati nella lettura di poesie, di cui poi è stato fatto un commento in plenum.
I tavoli erano disposti in modo sparso, senza alcuna postazione specifica per i relatori, e gli interventi sono stati accompagnati dalla degustazione di prodotti tipici e dal vino della cantina ordonese Placido Volpone. Annito Di Pietro, presidente dell’associazione culturale L’Ortese, ha parlato molto della figura dell’autrice e del suo lungo percorso di docente e di scrittrice. Si è poi soffermato sui componimenti contenuti in questa sua nuova opera, parlandone come qualcosa di nuovo, come tra l’altro ha sottolineato Paola Grillo, soprattutto dal punto di vista formale, in riferimento alla scelta di eliminare quasi del tutto l’uso della punteggiatura.
La poesia di Ripalta Guerrieri è un turbinio di parole ed emozioni, riflessioni e percezioni: il lettore si sente immerso in un’atmosfera magica, intima, descritta nei minimi particolari attraverso l’uso di immagini e di similitudini, per lo più col mondo naturale. L’osservazione dei fenomeni fisici (animali e vegetali) è il mezzo prescelto per analizzare la propria esistenza e le proprie sensazioni, per riuscire a descriverle in maniera concreta. Di contro, all’autenticità che caratterizza questo legame uomo-natura, corrisponde una scarsa sincerità dei rapporti umani: secondo l’autrice non mostriamo mai la nostra vera essenza, ostentando parvenze di verità, per le quali desideriamo solamente ricevere applausi.
L’alto valore simbolico dei versi della Guerrieri riesce a evocare sensazioni straordinarie, quasi folgoranti, come se avesse un’intuizione improvvisa riguardo il mistero della vita. L’Amore è il tema prediletto dall’autrice, affrontato in ogni sua forma.
È l’unica forza in grado di sconvolgerla, di tormentarla a tal punto da aver la necessità di liberarsi tramite la scrittura. Esso provoca sentimenti contrastanti, una instabilità emotiva che porta prima “sprazzi di luce”, poi subito dopo “buchi neri e fondi”. L’alternarsi tra giorno e notte è una costante, un’immagine che si ripete e che ci trasmette questo senso di perenne incertezza, che però provoca nell’autrice una malinconia dolceamara, una nota piacevole che la induce a resistere, a non desistere dal vivere appieno la vita. L’Amore di cui si parla nella raccolta non è solo legato a un sentimento di innamoramento, ma anche a quello che troppo spesso ci dimentichiamo di provare per nostri simili, perdendo ogni barlume di umanità. La nostra “umanità disumana”, così come la definisce l’autrice, rimane sorda ai dolori altrui e, chiusa nei suoi egoismi, non riesce a vedere ciò che le accade intorno. Tutto ciò che sente l’autrice è sì personale, ma certamente risulta condivisibile dal lettore, che riesce a immedesimarsi in ciò che viene raccontato.