Eventi Rimembranze e Personaggi della Memoria

Intervista di Giuseppe Iannozzi all'autore Vittorio Sartarelli

Dunque, Vittorio Sartarelli, Eventi rimembran-ze e personaggi della memoria è la tua ultima fatica, racconti della giovinezza, della memo-ria. Quale l’impellente necessità di consegnare al lettore questi racconti memorialistici, in un momento storico che tende a seppellire il vecchio credendo che la tecnologia sarà il futu-ro più giusto e sicuro per l’umanità?
Personalmente, penso che faccia bene parlare del passato, quando non è utile e addirittura necessario, l’ho sempre scritto sin dalle mie prime pubblicazioni ed è un pensiero, questo, ribadito da molte persone certo molto più qualificate ed esperte di me. Non c’è futuro senza passato, tutti noi in fondo, di là del fatto fisico, biologico o intellettivo, siamo la testimonianza vivente del nostro passato, in noi c’è tutto un uni-verso di storia, di scienza, di progresso e d’umanità acquisito attraverso i secoli se non i millenni.


Certo, attualmente viviamo un periodo buio e difficile della nostra vita, ma non è solo puntando sulla tecnologia che vi potrà essere un futuro più giusto e sicuro per l’umanità, è necessario che il progresso sia accompagnato da ideali ed interessi che riguardano tutto il consesso sociale che ha bisogno di aiuto, assistenza, benessere ed amore. Soffermarsi, quindi, a ricordare com’eravamo ci aiuta a vivere nel presente e, sicuramente, ci sarà utile per il futuro. La storia, le esperienze, le eredità del passato unite alle conquiste di oggi, saranno d’incentivo alle prossime generazioni per costruire un futuro che dovrà essere, per il bene di tutti, sicuramente migliore.

Possiamo dire, Vittorio Sartarelli, che sei tu, soprattutto, un cronista della vita? E se sì, per quali ragioni?
Certo, anzi è così che mi piace auto definirmi, come ho avuto già modo di affermare, per me lo scrivere oltre che un piacere dello spirito è una gratificazione per l’intelletto, è come poter mettere a nudo la propria anima facendone defluire sentimenti, esperienze, ricordi che, tutto sommato, possono essere utili al lettore e, anche se nei miei racconti parlo del tempo che fu, questo non vuol dire che essi siano vecchi, stantii e inutili. Mi piace raccontare la mia vita che è piuttosto lunga, prima perché sono passati tanti anni dalla mia nascita e poi perché nel suo complesso non è stata una vita facile, con una serie numerosa, varia ed eterogenea di accadimenti che, via via, hanno accompagnato, segnato e, in fine, quasi concluso la mia esistenza. Ho detto quasi perché quest’anno ho compiuto settantasei anni, sono quindi ormai giunto all’ultimo periodo della vita, nonostante abbia ancora una discreta salute, un’energia che molti m’invidiano e una voglia infinita di vivere intensamente il tempo che mi rimane che, purtroppo, fa il suo corso e non si può fermare. Sono nato in una notte di tempesta con pioggia, vento, tuoni e fulmini da spettacolo pirotecnico, con un parto in casa, difficile che richiese l’intervento del medico, forse profetizzando, metaforicamente, quella che sarebbe stata in seguito la mia vita.

In alcuni tuoi racconti ritornano personaggi e situazioni che raccontasti nel tuo romanzo Una vita difficile. Ma: “Se è vero, come dicono, che la vecchiaia è l’età delle riflessioni, dei ricordi e, infine, della saggezza, Marco, che ha superato oramai i 70 anni, crede di aver recepito mentalmente che nella vita c’è un tempo per tutte le cose”. Nel racconto lungo, di mente e di cuore, “Viaggio in Italia”, Marco e Sara scoprono o riscoprono l’Italia. Chi sono oggi Marco e Sara? Com’è cambiata la loro vita? E: sono felici? O, in qualche modo, sono almeno un po’ soddisfatti di quello che sono riusciti a donare di sé agli altri, alle persone cui vogliono bene?
Anche questa volta rispondo affermativamente, certo che ho recepito mentalmente che, nella vita c’è un tempo per tutte le cose, d’altra parte mi sembra un assioma abbastanza condivisibile, c’è solo bisogno di vivere e fare esperienza. Per quanto riguarda poi Sara e Marco, nel loro viaggio in Italia hanno potuto riscoprire il loro paese con tutte le sue meravigliose bellezze naturali e artistiche ma, anche in determinate caratteristiche precipue e caratteristiche delle sue etnie nelle diverse regioni. Anche questa è stata comunque un’esperienza unica ed arricchente per le loro anime. Chi sono, oggi, Sara e Marco? E come è cambiata la loro vita? Anche lì c’è di mezzo il tempo che passa, tutto cambia nel divenire dell’esistenza delle persone, l’esperienza insegna sempre, sia essa stata positiva o negativa, si vedono le cose in modo diverso, si pensa e si ragiona con maggiore maturità. Togliendo gli acciacchi e le malattie che accompagnano spesso la vecchiaia, per fortuna non di tutti gli esseri umani e, per lo meno, non nella stessa maniera, Sara e Marco sono due coniugi felici di avere vissuto insieme, in comunione di spirito, d’intenti, di stima reciproca e di profonda umanità, soddisfatti di avere messo al mondo due figli, dei quali sono orgogliosi e che li hanno ripagati del loro affetto e della loro dedizione, regalando loro dei nipoti meravigliosi che, quotidianamente, dimostrano il loro attaccamento ed il loro amore nei confronti di questi due cari nonni del quali non sanno fare a meno.

La tua scrittura è, a mio avviso, anche un atto salvifico in una declinazione cristiana. Mai manca la Fede. Vittorio, qual è la differenza fra cattolicesimo e cristianesimo? Ti pongo questa domanda, perché mi par di ravvisare, forse sbagliando, che il tuo spirito sia più ispirato verso una matrice cristiana (francescana) di bontà piuttosto che verso la severità della Chiesa.
Come sempre, il tuo spirito critico ha colto nel segno, la mia Fede il Cristo è ferma, convinta e pienamente condivisa con la compagna della mia vita e non sbagli affatto nel pensare che il mio spirito sia non solo ispirato ma vicinissimo ad una matrice cristiana( francescana) di bontà e di ecumenismo.
Il Cristianesimo è la religione che trae la sua origine dalla predicazione della “buona novella” (Evangelo) di Gesù Cristo che è quindi il suo fondatore, egli è anche Dio e perciò oggetto del culto cristiano. Egli è il Dio incarnato per adempiere alla sua missione di Salvatore del genere umano.

Il momento più alto della vita di Cristo è quello in cui si manifesta il suo amore per tutti gli uomini accettando il volere del Padre e morire crocifisso per la redenzione di tutti gli uomini, donando ad essi la speranza della vita eterna, con la sua resurrezione. Il cattolicesimo è l’interpretazione dottrinale della religione cristiana della Chiesa cattolica, l’organizzazione temporale della chiesa cattolica romana che trova la sua espressione più rappre-sentativa nello Stato della Chiesa e nella città del Vaticano sede del Pontefice, organo supremo dell’orga-nizzazione clericale della Chiesa.


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16 Aug 2024

Incontri ed interviste d'autore


Giuseppe Iannozzi



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