Critica letteraria

Poscienza, il ramo e la foglia

Poesia e scienza: una relazione necessaria? È la domanda che attraversa questa produzione poetica di Roberto Maggiani; un neologismo che cerca di unificare un apparente dualismo, due ambiti, due competenze, due passioni: per la poesia e per la scienza

Roberto Maggiani ha dedicato la sua intera produzione letteraria all’investigazione dei rapporti tra scienza e poesia. Lo testimonia il suo portfolio di pubblicazioni dove spiccano le sillogi poetiche Scienza aleatoria (2010), La bellezza non si somma (2014), Angoli interni (2018) e il saggio Poesia e scienza: una relazione necessaria? (2019).
Si tratta di un argomento importante che ha affascinato studiosi e scienziati dalla notte dei tempi e che ha una sua letteratura, cresciuta cospicuamente nel corso dell’ultimo secolo. Laureatosi in Fisica a Pisa, Maggiani è apprezzato poeta e promotore culturale, dal momento che, in qualità di editore, la poesia è il suo pane quotidiano.

Caligola

Il cesare al quale tutto era permesso.

Un lungo salto nel passato e siamo all’Impero romano, con un tracciato di oltre due secoli, dal 12 d.C. al 235 circa, delineando figure storiche che, attraverso il tempo, sono arrivate a noi, lasciando tracce indelebili del loro agire in esistenza.
A torto, a ragione, per meriti, demeriti o semplice-mente perché l’impianto narrativo umano necessita di figure di riferimento che siano responsabili, in bene e in male, dei successivi processi storici e possano così giustificarne gli eventi con fatti e misfatti?

Il mio Flaiano. Un satiro malinconico

Il libro-intervista di Licio Di Biase ed Enrico Vaime. I due intellettuali ricostruiscono la personalità di Flaiano

Il libro è pensato come intervista di Licio Di Biase ad Enrico Vaime , con l’intento di ricostruire, attraverso il dibattito, la personalità di Ennio Flaiano.
La cultura odierna, per allargare i suoi orizzonti di ascolto, sceglie il dibattito, la tavola rotonda, la relazione di libri, l’intervista all’autore o sull’autore, forme relazionali più gradite al pubblico attuale. Le figure reali presenti al dibattito, la scansione delle voci e dei caratteri, permettono un consesso familiare e non austero come invece appare l’universo di un libro. Il testo-intervista presenta anche la forma letteraria del dialogo tra due interlocutori che agiscono alla pari, mossi dallo stesso intento di riproporre un’immagine di Ennio Flaiano a tutto tondo, come l’intellettuale più acuto e significativo dell’Italia del secondo Novecento

La comunità dei viventi

Un saggio breve di Idolo Hoxhvogli per raccontare una storia complessa come quella dell’animo uman, denso di contenuti, scritto in prosa ma con la capacità di evocare immagini vivide come solo la poesia sa fare

Giunge dopo un lungo periodo dal precedente lavoro letterario – esattamente dopo otto anni – l’opera di Idolo Hoxhvogli dal titolo La comunità dei viventi. Edita da Clinamen di Firenze nel 2023, è anticipata – in copertina – da un dettaglio di un’icona di epoca bizantina che ritrae un inconsueto San Cristoforo Cinocefalo vale a dire in sembianze umane ma con testa di canide. L’idea che il lettore si crea ben prima di aprire il libro ha a che vedere con un senso di metafisico – l’icona che richiama la tradizione cri-stiana, prettamente quella ortodossa – e di assurdo com’è appunto nella forma dell’uomo-cane rivestito di sacralità, degno erede di scenari disturbanti e visuali grottesche di bestiari medievali che, tra lo sfarzo delle patine dorate, non di rado proponevano esseri multi-formi, animali irreali, sembianze camaleontiche di tra-dizione arcana e di un fascino ancor oggi assai denso.

Un quarto alle 3:00. Notti

Tra i plichi di posta, tutti in una volta sola, come i dolori e le gioie, mi accentro su un libro con copertina nera, elegante (la semplicità è tale) è un libro di Maria Teresa Infante; un quarto alle 3:00. Alieno ai “poeti”, mi ritrovo nelle sue parole che scandiscono le ore ossessive della notte.
Rimpianti, ricordi, refusi, stillicidio di minuti, secondi eterni, ore che non passano mai tanto piene di fantasmi, cadaveri e tu sei solo con loro, perdi ogni cognizione di te stesso, o sei forse il tuo te stesso in quegli attimi da crucifige? Quell’esortazione imperativa che gli ebrei fecero affinché il Cristo fosse messo in croce. Rimanda questo al Das Leben Jesu hegeliano: il Padre manda il Figlio in Terra ma, crocefisso, il Cristo non torna – come vorrebbe la dottrina ufficiale – al Cielo ma si dà all’uomo.

Il destino dei pesci di Giuseppe Mollica

Versi di luce intensa nel mare torbido della storia contemporanea

Poesia, poeti, pubblicazioni di sillogi poetiche: siamo da anni ormai davanti a un bivio che rasenta quasi il drammatico. Di poesia se ne legge davvero poca e chi la compone, nel coltivare la libera direttiva del momento – quella del verso sciolto – finisce per abbracciare ormai da troppo tempo una dimensione di prosaicismo quasi del tutto abusato, mentre la misura stessa del lirista, nel suo reiterato egocentrismo, rasenta spesso e volentieri il limite della ripetitività e forse anche della sopportazione da parte del lettore. Per questo e per altri motivi, la poesia ha perso in fin dei conti quasi tutta la consistenza e la possanza con la quale, pure nella seconda metà del Novecento italiano, da Pasolini a Montale, da Quasimodo a Saba ad un giovane Moravia in versi, sembrava essere ripartita.

La Sconosciuta

La metafora dell’indistinto, della straordinarietà del momento che non è mai desolante o banale

In questo romanzo l’autrice Maria Teresa Infante La Marca ci accompagna in un viaggio emozionale, psicologico, introspettivo, i cui protagonisti sono un Lui una Lei /Amanda, l’Altra/ la Sconosciuta. Tutto inizia da una fermata del treno in una stazione, Lei saluta il suo compagno, sale e si siede accanto alla voce narrante. L’espressione del volto, la sua postura, il suo sguardo lasciano campo libero all’immagina-zione della voce narrante, fino a entrare nella vita dei protagonisti, a mettere a fuoco le loro azioni, le loro parole, i loro pensieri, i loro sentimenti. Una tra-sposizione di identità. La voce narrante entra nella vita dei due protagonisti, quasi come in un sogno, il racconto diventa un racconto immaginifico, apparen-temente insolito.

Sono Di Malta

La nuova raccolta poetica di Tania Di Malta

La poetessa Tania Di Malta, dopo un volume antologico di cui molto si è parlato nel quale ha raccolto una serie di poeti realista-terminali dal titolo Il gommone forato. La poesia civile del Realismo Terminale (Puntoacapo, Pasturana, 2022), ha pubblicato la silloge dal titolo tautologico Sono Di Malta per le edizioni Ensemble a luglio del 2023.
L’opera s’iscrive in un denso percorso letterario che segue i precedenti lavori Aquiloni sul mare nella notte (CTL, Livorno, 2017) e Addio ai girasoli (CTL, Livorno, 2018) ed è la naturale prosecuzione di una lunga e convinta adesione al Movimento del Realismo Terminale (il cui Manifesto venne redatto e siglato dal Maestro Guido Oldani nel 2010) al quale ha fatto parte dall’ottobre 2017 al settembre 2023.

Programmi in tv oggi
guarda tutti i programmi tv suprogrammi-tv.eu
Ascolta la radio
Rassegna stampa