Il cesare al quale tutto era permesso.
Un lungo salto nel passato e siamo all’Impero romano, con un tracciato di oltre due secoli, dal 12 d.C. al 235 circa, delineando figure storiche che, attraverso il tempo, sono arrivate a noi, lasciando tracce indelebili del loro agire in esistenza.
A torto, a ragione, per meriti, demeriti o semplice-mente perché l’impianto narrativo umano necessita di figure di riferimento che siano responsabili, in bene e in male, dei successivi processi storici e possano così giustificarne gli eventi con fatti e misfatti?
Il libro-intervista di Licio Di Biase ed Enrico Vaime. I due intellettuali ricostruiscono la personalità di Flaiano
Il libro è pensato come intervista di Licio Di Biase ad Enrico Vaime , con l’intento di ricostruire, attraverso il dibattito, la personalità di Ennio Flaiano.
La cultura odierna, per allargare i suoi orizzonti di ascolto, sceglie il dibattito, la tavola rotonda, la relazione di libri, l’intervista all’autore o sull’autore, forme relazionali più gradite al pubblico attuale. Le figure reali presenti al dibattito, la scansione delle voci e dei caratteri, permettono un consesso familiare e non austero come invece appare l’universo di un libro. Il testo-intervista presenta anche la forma letteraria del dialogo tra due interlocutori che agiscono alla pari, mossi dallo stesso intento di riproporre un’immagine di Ennio Flaiano a tutto tondo, come l’intellettuale più acuto e significativo dell’Italia del secondo Novecento
Un saggio breve di Idolo Hoxhvogli per raccontare una storia complessa come quella dell’animo uman, denso di contenuti, scritto in prosa ma con la capacità di evocare immagini vivide come solo la poesia sa fare
Giunge dopo un lungo periodo dal precedente lavoro letterario – esattamente dopo otto anni – l’opera di Idolo Hoxhvogli dal titolo La comunità dei viventi. Edita da Clinamen di Firenze nel 2023, è anticipata – in copertina – da un dettaglio di un’icona di epoca bizantina che ritrae un inconsueto San Cristoforo Cinocefalo vale a dire in sembianze umane ma con testa di canide. L’idea che il lettore si crea ben prima di aprire il libro ha a che vedere con un senso di metafisico – l’icona che richiama la tradizione cri-stiana, prettamente quella ortodossa – e di assurdo com’è appunto nella forma dell’uomo-cane rivestito di sacralità, degno erede di scenari disturbanti e visuali grottesche di bestiari medievali che, tra lo sfarzo delle patine dorate, non di rado proponevano esseri multi-formi, animali irreali, sembianze camaleontiche di tra-dizione arcana e di un fascino ancor oggi assai denso.
Tra i plichi di posta, tutti in una volta sola, come i dolori e le gioie, mi accentro su un libro con copertina nera, elegante (la semplicità è tale) è un libro di Maria Teresa Infante; un quarto alle 3:00. Alieno ai “poeti”, mi ritrovo nelle sue parole che scandiscono le ore ossessive della notte.
Rimpianti, ricordi, refusi, stillicidio di minuti, secondi eterni, ore che non passano mai tanto piene di fantasmi, cadaveri e tu sei solo con loro, perdi ogni cognizione di te stesso, o sei forse il tuo te stesso in quegli attimi da crucifige? Quell’esortazione imperativa che gli ebrei fecero affinché il Cristo fosse messo in croce. Rimanda questo al Das Leben Jesu hegeliano: il Padre manda il Figlio in Terra ma, crocefisso, il Cristo non torna – come vorrebbe la dottrina ufficiale – al Cielo ma si dà all’uomo.
Versi di luce intensa nel mare torbido della storia contemporanea
Poesia, poeti, pubblicazioni di sillogi poetiche: siamo da anni ormai davanti a un bivio che rasenta quasi il drammatico. Di poesia se ne legge davvero poca e chi la compone, nel coltivare la libera direttiva del momento – quella del verso sciolto – finisce per abbracciare ormai da troppo tempo una dimensione di prosaicismo quasi del tutto abusato, mentre la misura stessa del lirista, nel suo reiterato egocentrismo, rasenta spesso e volentieri il limite della ripetitività e forse anche della sopportazione da parte del lettore. Per questo e per altri motivi, la poesia ha perso in fin dei conti quasi tutta la consistenza e la possanza con la quale, pure nella seconda metà del Novecento italiano, da Pasolini a Montale, da Quasimodo a Saba ad un giovane Moravia in versi, sembrava essere ripartita.
La metafora dell’indistinto, della straordinarietà del momento che non è mai desolante o banale
In questo romanzo l’autrice Maria Teresa Infante La Marca ci accompagna in un viaggio emozionale, psicologico, introspettivo, i cui protagonisti sono un Lui una Lei /Amanda, l’Altra/ la Sconosciuta. Tutto inizia da una fermata del treno in una stazione, Lei saluta il suo compagno, sale e si siede accanto alla voce narrante. L’espressione del volto, la sua postura, il suo sguardo lasciano campo libero all’immagina-zione della voce narrante, fino a entrare nella vita dei protagonisti, a mettere a fuoco le loro azioni, le loro parole, i loro pensieri, i loro sentimenti. Una tra-sposizione di identità. La voce narrante entra nella vita dei due protagonisti, quasi come in un sogno, il racconto diventa un racconto immaginifico, apparen-temente insolito.
La nuova raccolta poetica di Tania Di Malta
La poetessa Tania Di Malta, dopo un volume antologico di cui molto si è parlato nel quale ha raccolto una serie di poeti realista-terminali dal titolo Il gommone forato. La poesia civile del Realismo Terminale (Puntoacapo, Pasturana, 2022), ha pubblicato la silloge dal titolo tautologico Sono Di Malta per le edizioni Ensemble a luglio del 2023.
L’opera s’iscrive in un denso percorso letterario che segue i precedenti lavori Aquiloni sul mare nella notte (CTL, Livorno, 2017) e Addio ai girasoli (CTL, Livorno, 2018) ed è la naturale prosecuzione di una lunga e convinta adesione al Movimento del Realismo Terminale (il cui Manifesto venne redatto e siglato dal Maestro Guido Oldani nel 2010) al quale ha fatto parte dall’ottobre 2017 al settembre 2023.
Un catalogo artistico di Rosanna Romano e Giorgio Calza
Una passione condivisa per l’arte dovuta forse più all’indiscusso legame di sangue che a casualità.
Due artisti di indubbio spessore, madre – figlio, che riescono naturalmente a esprimersi in maniera iden-titaria, così diversi nelle loro sfaccettature creative eppure capaci di comunioni collaborative in cui ognuno mantiene integra la propria impronta distin-tiva così come chiaramente visibile nelle opere del catalogo Metamorfosi artistiche curato da Oceano Edizioni in virtù della Mostra allestita presso Villa Morando di Lograto, accessibile al pubblico per l’intero dicembre del 2023. Il presente volume rispecchia appieno l’impalcatura scenografica realizza-ta, all’interno del sito espositivo, dalla direttrice artistica Marcella Bacca, con le opere create apposita-mente per la rappresentazione di Tre stanze conce-pite da progetto originario.
Antologia di poeti a cura e traduzione di Giorgio Anelli e Abigail, Ladolfi, Borgomanero
Poche settimane fa, nella collana “Poesia” di Ladolfi Editore di Borgomanero (NO), Giorgio Anelli e Abigail hanno raccolto in un volume di pratica e piacevole consultazione una serie di testi scelti di poeti tra loro distanti (per appartenenza geografica, per periodo storico, per influssi e stile letterario) dal titolo emblematico Disadatti all’esilio.
Giorgio Anelli, che ha dedicato a Simone Cattaneo anche il prezioso volume di prose poetiche Di culto et orfico (Ladolfi, 2019), fornisce alcune considerazioni in merito a questa scelta d’inserimento. Nella quarta di copertina del volume è possibile leggere: Cosa c’entra un’antologia di poeti stranieri con Simone Cattaneo? Perché si è tentato un accostamento in apparenza bizzarro e inconsueto? E soprattutto, può avere senso? Forse, unicamente Andrea Temporelli ne potrebbe intuire la valenza ed il significato. Proprio lui [mi] […] raccontava del suo amico Simone Cattaneo, apostrofandolo quale nuovo Rimbaud. […] [La mia intenzione] […] è proprio quell[a] di dare (o quanto meno tentare di dare) giustizia al merito, ovvero di evidenziare una valenza europea ‒ se non addirittura internazionale ‒ nei versi, e quindi nell’opera, del poeta Simone Cattaneo.
Uno sguardo al romanzo "A mente aperta" dell’autrice Daniela Affinita, tradotto in albanese da Valbona Jakova
Le narrazioni sulla vita delle persone affette da cancro hanno il potere di coinvolgere e ispirare gli altri. Tuttavia, scrivere storie della vita di qualcuno legato a questo tipo di malattia richiede una sorta di equilibrio, armonizzazione dello stato emotivo con tutte le esigenze che richiede la creatività di un’opera d’arte. L’autrice Daniela Affinita racconta la lotta di una donna cinquantenne contro il cancro.
Una raccolta poetica di Carlo Luti, graffiante, cruda, che può scuotere profondamente; una poesia che è vita, vita vissuta e bevuta sino all'ultimo sorso, vita che non fa sconti, che macina e travolge stati d'animo e sentimenti
È pensiero comune – forse di ogni tempo – chiedersi dove stia andando la poesia contemporanea ma la poesia è scritta da poeti e i poeti sono uomini che seguono direzioni diverse, compiono scelte differenti. Ogni uomo è una entità a sé stante e spesso con una scala diversa di valori. E già tale presupposto inquieta perché i valori hanno carattere universale ma mai come in questo nuovo millennio stiamo assistendo a un ribaltamento “pilotato” dei principi che regolano l’esistenza umana con conseguente distopia dell’etica e della morale.
Una società in cui i bisogni dell’individuo sono assoggettati all’imperialismo economico e politico è omertosa e malata, destinata al degrado e all’annullamento della sua funzione primaria, lontana dal disegno originario:
Anche dio erra stanco/ come questo sole,/ svogliato.
Un romanzo di Francesca Luzzio
Leggendo il romanzo Michela ci aiuti di Francesca Luzzio mi è venuta in mente la nota commedia di Vittorio Bersezio Le miserie di Monsù Travet, che fu rappresentata per la prima volta nel 1863 al teatro Alfieri di Torino e poi edita in italiano con il titolo Le miserie del signor Travetti nel 1876
È stato un rimando della memoria nient’affatto insignificante. Infatti, se è vero che le vicende di Marco, il protagonista di Michela ci aiuti, non somigliano a quelle di Monsù Travet, da cui lo distanzia anche la tempra morale, però è anche vero che, come il personaggio di Bersezio, egli è vessato dagli altri e dal destino. Nel giro di poco tempo, infatti, si abbatte sul suo capo una serie di sventure: il tradimento della moglie, la perdita del lavoro, la morte della madre e quella dell’amatissima figlia Michela.
Un romanzo di Maria Teresa Infante
La splendida nuova “Stella” dell’universo letterario-poetico di Maria Teresa Infante La Marca, che alza progressivamente l’“asticella”, dimostrando la sua immensa carica umana, intellettuale ed artistica, conferendo ogni volta ai suoi scritti intensità e profondità di forma e sostanza, è intitolata La sconosciuta, termine non mai così appropriato.
L’opera rivela, già dal primo sfogliarla, la genialità dell’Artista, una creatività armoniosa e sorprendente, che si dispiega compiutamente a tutti i livelli.
Veste una forma atipica, nel senso che definizioni e categorie usuali non le stanno bene addosso, non la vestirebbero così come si deve.
Un saggio rigoroso e intrigante di Enzo Fiorentino su enigmi ancora non del tutto risolti
Suscita sentimenti diversi e richiama a riflessioni profonde questo saggio di Enzo Fiorentino dal contenuto socio-politico, dedicato alle vicende italiane degli ultimi cinquant’anni e nelle cui pagine l’autore, sociologo e dirigente scolastico in pensione, riversa tutta la sua competenza e la mai sopita passione per la politica coltivata fin dalla giovane età.
I misteri inspiegabili della politica italiana – questo l’accattivante titolo – ripercorre con dovizia di parti-colari un periodo turbolento della vita della Repub-blica, contestualizzando gli avvenimenti attraverso una scrupolosa rappresentazione della condizione politico-sociale del Paese nel periodo preso in esame.
Un romanzo di Stefania Auci che celebra la nascita della borghesia e dell’industria attraverso le passioni e la vita di una delle famiglie più significative dell’800
La storia dei Florio
Chi ha amato romanzi quali Il gattopardo o I vicerè diventati un cult del ‘900 non potrà fare a meno di leggere tutto d’un fiato I leoni di Sicilia e il suo seguito L’inverno dei leoni di Stefania Auci, edito dalla casa editrice “Nord” dove ad essere paragonati a dei leoni che lottano impavidi dimostrando le loro doti di comando sono i membri della famiglia Florio, nome noto di versatili industriali e armatori.
Una società diversa: ricordi di una Trapani trascorsa, viva nel ricordo fulgido e costante. Un libro di Vittorio Sartarelli
Vittorio Sartarelli è nato a Trapani nel 1937 da una modesta famiglia. Ha seguito studi umanistici e poi si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo. Nel 1958 venne assunto dal settimanale politico trapanese “Il Faro” dove operò a diverso titolo per quattro anni. Nello stesso periodo collaborò anche con altre testate sino a che nel 1963 venne assunto in un istituto di credito dove è rimasto sino alla data del suo pensionamento.