Caligola

Il cesare al quale tutto era permesso.

Un lungo salto nel passato e siamo all’Impero romano, con un tracciato di oltre due secoli, dal 12 d.C. al 235 circa, delineando figure storiche che, attraverso il tempo, sono arrivate a noi, lasciando tracce indelebili del loro agire in esistenza.
A torto, a ragione, per meriti, demeriti o semplice-mente perché l’impianto narrativo umano necessita di figure di riferimento che siano responsabili, in bene e in male, dei successivi processi storici e possano così giustificarne gli eventi con fatti e misfatti?







È la passione per lo scavo, l’amore per la ricerca della verità che esula dalle conoscenze cattedratiche e stigmatizzate, de auditu, spesso strutturate a mo’ di cronaca asettica da penne compiacenti/piacenti – del passato o attuali – aduse alla mera trascrizione o traslitterazione letteraria –, a caratterizzare queste pagine in cui, Mauro Montacchiesi, saggista non nuovo a certo tipo di indagine, archivio, studio ma soprattutto di profonde contrattazioni riflessive, ha inteso dedicarsi con rigore di critica e logica.
Amicus Plato, sed magis amica veritas.
“È amico Platone, ma mi è più amica la verità!”
(Ammonio)

Rebus sic stantibus il Nostro non si ferma alla ecfrasi storica di gesta eroiche e/o deplorevoli o alle vicende politiche ma si addentra in un percorso analitico, cercando di interpretare e comprendere – a buona ragione – la psiche e gli aspetti controversi delle personalità, in una sorta di speculazione junghiana che porti alla luce anche i conflitti interiori, le divergenze e le diverse sfaccettature dei grandi personaggi presi in esame nel volume.

Ancor prima di approcciarmi alla lettura avevo la consapevolezza – ben conoscendo le abilità e capacità saggistiche, da intellettuale contemporaneo di M. Montacchiesi – che mi sarei trovata al cospetto di un testo non solo interessante, ma senza dubbio intrigante e provocatorio, tale da stimolare curiosità, sollevare il dubbio, spronare il confronto mentale con un novello approccio in base alle conoscenze acquisite.
Esatte infatti le trattazioni sorrette da documentazioni e indi le relative conclusioni, di natura epistemica del Nostro, assolutamente condivisibili – a cui è non è facile obiettare – tanto delineate con sagacia, perspicacia, giusta causa e ragionate deduzioni.
Non intuizioni ma frutto di logiche argomentazioni e soprattutto di obiettività e coerenza meditative, successive a un attento e accurato studio esegetico basato sulla comparazione di fonti storiche e materiale documentale.



Arduo, quindi, sottrarsi alla magia in cui la razionalità si immerge in atti di comparazione, detrazioni, illazioni, somme e sottrazioni di un percorso alchemico in cui il passato – di miseria e nobiltà – sembra così vicino al presente in cui siamo immersi, tanto da esserne lo specchio deformante in cui cambiano soltanto i protagonisti e l’arco temporale, mettendo a nudo le stesse fragilità umane, i vizi, i compromessi, le ipocrisie, la corruzione, l’ossessione per il denaro, le ambizioni, la corsa al potere i salotti, le alcove, le “stanze e le Camere”.

Dictum factum, forti della padronanza linguistica e descrittiva, della sostanza e ricercatezza lessicale di M. Montacchiesi ci troveremo al cospetto di grandi figure dell’Impero romano quali Caligola, amato dal popolo, esecrato dal Senato, tanto da essere assassinato brutalmente; al camaleontismo esistenziale del grande filosofo Seneca, al cui pensiero stoico non collima l’agire, attratto da “fasti, crapule, baccanali e saturnali di corte” per cui il detto facta non verba; il biografo “ad personam” Svetonio, avvezzo a “predicare bene e razzolare male”; Plinio il Giovane, fruitore di assoluzione magnanima dalla storia; Trajano, che godette di altrettanta eccessiva indulgenza; Adriano Publio Elio Trajano di cui oggi si direbbe essere asceso per “raccomandazione”; Dione Cassio Cocceiano abile diffamatore e altrettanto agile adulatore.

Tra intrighi e potere, popolani e dei, altro merito del nostro saggista è la capacità di sintesi con cui è riuscito a tratteggiare, in maniera netta, esaustiva ed egregia, sette figure storiche perfettamente caratterizzate negli aspetti essenziali e dominanti tanto da rimandarli a noi in tutta la loro complessità umana, esponendone con trasparenza e onestà critica vizi e virtù, grandezza o mediocrità tra verità e revisioni storiche non sempre sorrette da equità di trattamento e giudizio.
Cui prodest?
Domande per cui non avremo mai risposte certe ma compito del critico, del vero pensatore è opera di approfondimento, di speleologo del sapere per cercare nuove vie – supportate da argomentazioni valide –, aprire sentieri innovativi alla conoscenza e non esserne mai sazio a sufficienza e in questo Mauro Montacchiesi è accertato maestro e fine intenditore.

Fere libenter homines id quod volunt credunt.
“Per lo più gli uomini credono a quello che vorrebbero che fosse”.
(Cesare, De bello gallico)

Posted

30 May 2024

Critica letteraria


Maria Teresa Infante La Marca



Foto dal web





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