Martedì 13 luglio 2021 rimarrà una data memorabile per noi realisti terminali e per la storia della letteratura contemporanea: Guido Oldani, padre del Realismo Terminale, è stato candidato al Nobel 2021. Le adesioni arrivano, oltre che dall’Italia, dalla Russia, dalla Cina, dalla Svezia, dagli Stati Uniti e dal Sudafrica. La candidatura è stata promossa e capitanata da Giuseppe Langella, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea alla Cattolica di Milano, e i firmatari sono tutti nomi di prestigio dell’italianistica e della poesia mondiale.
L’articolata motivazione della candidatura dà forte rilievo, fra l’altro, alla fondazione, da parte di Oldani, del movimento del Realismo Terminale e all’invenzione della “similitudine rovesciata” (uomo/natura sempre più simili agli oggetti). Scrive Langella su “Avvenire”, chiarendo perché ha voluto candidare Oldani a questo massimo riconoscimento: “non saprei dire se i prossimi decenni frutteranno qualche altro memorabile ritrovato letterario, ma so di certo che la similitudine rovesciata sarà annoverata tra le massime acquisizioni del XXI secolo e scommetto che se fra cinquecento anni il genere umano vivrà ancora sul pianeta Terra, e la letteratura avrà ancora dei cultori, la similitudine rovesciata sarà oggetto di studio come il sonetto e il decasillabo anapestico o l’onomatopea pascoliana.
In letteratura, la similitudine rovesciata è destinata ad avere lo stesso impatto che in ambito scientifico hanno avuto la scoperta, ad esempio, della penicillina, della radioattività, della teoria della relatività, o l’invenzione della lampadina, del motore a scoppio, della telecomunicazione, dell’intelligenza artificiale”.
Grande soddisfazione per noi realisti terminali. Ma per capire meglio il percorso, facciamo un passo indietro, per ricordare gli accadimenti importanti, facendo riferimento (per chi volesse) ai testi espletativi che hanno scandito le tappe del Realismo Terminale: nel 2010 Oldani pubblicava il libro manifesto Il Realismo Terminale, che faceva riferimento ai profondi cambiamenti di cui il terzo millennio sarebbe stato portatore, dando il via ad un modello poetico/linguistico/artistico sul filo dell’ironia, ad occhi aperti sulla contemporaneità.
Da questo prese forma il movimento letterario, che nacque ufficialmente nel 2014 al Salone del Libro di Torino, col lancio del cosiddetto “manifesto breve”, firmato da Guido Oldani, Giuseppe Langella ed Elena Salibra. In seguito Langella, nella prefazione a Luci di posizione, antologia della poesia realistico-terminale edita dalla Mursia, ha dato un potentissimo strumento di comprensione della poetica R.T.
Nell’ottobre del 2019 Oldani viene insignito di un prestigiosissimo premio alla carriera in Cina, all’International Poetry Award 1573. Sempre nel 2019 Langella scrive un manuale di letteratura italiana ad uso dei licei (Amor mi mosse, Pearson) dove l’ultimo capitolo è dedicato al Realismo Terminale.
All’inizio di quest’anno Oldani pubblica Dopo l’Occidente, Lettera al Realismo Terminale (Mursia). E sempre nel 2021 Langella scrive una monumentale opera storico-critica, La modernità letteraria (Pearson), che ripercorre la nostra letteratura degli ultimi due secoli, dalla rivoluzione romantica (che getta le basi della modernità), al Realismo Terminale.
Oltre alla notizia da capogiro della candidatura al Nobel a Guido Oldani, si colloca un’altra importante conferma: dallo scorso 18 giugno Giuseppe Langella, accademico insigne, è il nuovo presidente nazionale della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria), l’associazione universitaria degli italianisti contemporaneisti.
Subentra alla professoressa Simona Costa, dell’Università di Roma 3, e resterà in carica per tre anni, fino al giugno 2024.
La candidatura al Nobel di Oldani e la nuova carica istituzionale di Langella, oltre ad essere motivo di grande felicità e legittimo orgoglio da parte del movimento, ci confermano che stiamo seguendo la giusta rotta nel nostro difficile ma affascinante viaggio poetico/artistico strettamente legato alla contemporaneità. Le più vive congratulazioni ai nostri “assi” e buon lavoro a tutto il movimento, che ormai si conferma sempre di più come poetica dominante del terzo millennio.