Lucia Lo Bianco

Per chi crede nelle favole

L’Università Luiss ha condiviso il discorso tenuto da Paola Cortellesi in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dopo che alcuni estratti sul sessismo nelle fiabe, pubblicati nei giorni scorsi, avevano scatenato diverse polemiche

Tra venti di guerra imperanti sul fonte russo, attacchi alla striscia di Gaza e pirati che impediscono la libera circolazione nel Mar Rosso, la nostra attenzione negli ultimi giorni si è, forse volutamente, concentrata sul discorso tenuto dall’attrice e regista Paola Cortellesi presso l’Università Luiss in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Reduce dallo strepitoso successo di C’è ancora domani, l’attrice ha analizzato di fronte agli studenti i personaggi femminili di alcune favole alla luce della visione che assumono nella nostra società, criticandone i messaggi che pare offrano ai nostri ragazzi.

Ma se la guerra ha un senso sulla terra

(Contro tutte le guerre, per la pace)

Ancora una volta ci ritroviamo così, a confrontarci con l’insensatezza di un conflitto che ha radici lontane ma che ribadisce uno scontro illogico e disumano tra popoli che condividono la stessa matrice umana. Ancora una volta restiamo inermi di fronte alla violenza mentre piovono notizie di bombardamenti e di uccisioni di esseri innocenti, tra cui molti bambini a cui viene chiesto di pagare colpe non loro.

A voi il mio mare, il mare del tramonto

Una lettura da “The Sea of Sunset”, “Il mare del tramonto” di Emily Elizabeth Dickinson

Il fascino misterioso del mare non finisce mai di colpire l’immaginazione degli artisti secondo una tradizione vera da sempre. Ne sono testimonianza i dipinti, le sculture con rappresentazioni di creature marine, i romanzi e le creazioni poetiche che hanno presentato l’ambiente del mare nella sua multiforme essenza, passando dal bello al sublime e confermandone l’assoluto potere e impatto sull’essere umano.
Il mare è un variopinto set di colori dall’alba al tramonto. Oggi si è purtroppo trasformato in teatro di sofferenza e di morte, soprattutto nel “Mare Nostrum” che ha accompagnato la nostra crescita culturale ed umana.

Mi mancava la puzza, la puzza di Palermo

In ricordo di Letizia Battaglia, la fotografa che ha segnato il ‘900 italiano. Per decenni ha raccontato Palermo, sua città natale

Aveva lasciato Milano, lei, la città che le avrebbe garantito una carriera sicura ed una stabilità economica per la propria famiglia. La città dove agli inizi degli anni ‘70 una donna non doveva sgomitare più di tanto per imporsi in un mondo maschile e dove la sua femminilità e professionalità le avrebbero permesso di farsi strada senza troppi rischi o compromessi. Aveva deciso di ritornare nella sua Palermo, senza dubbi o esitazioni. C’era qualcosa che le mancava, più di ogni altra. Non riusciva proprio a vivere senza la puzza, la puzza della sua città.

Daffodils di William Wordsworth

Danza di primavera

Molte le immagini sensoriali evocate dalla parola “primavera” dopo un lungo inverno. I primi raggi caldi del sole che baciano la pelle, i fiori sugli alberi che fiancheggiano le strade e il tepore pronto a riscaldarci dopo il gelo dei mesi precedenti. Non a caso l’arrivo della primavera era in passato associato ai pellegrinaggi organizzati per ringraziare ed ingraziarsi il divino che aveva aiutato e sostenuto il genere umano nella lotta contro la malattia e la morte.
Proprio la primavera nella sua multiforme bellezza ha ispirato i poeti nel tempo, arricchendo le letterature di una fantasmagoria di versi danzanti ed allegri, volti a celebrare la natura nella sua variegata essenza e come espressione della benevolenza divina. The Daffodils, del poeta romantico inglese William Wordsworth, è uno di questi testi.
L’esperienza della vista floreale colpisce il lettore sin dal principio e lo coinvolge in un percorso di percezioni, visive, tattili ed olfattive che penetrano fino in fondo all’anima lasciando una sensazione di tranquillità spirituale che rimane nel tempo.

Non sarà maggio per sempre

Henry Wadsworth Longfellow, tra i più noti poeti della Nuova Inghilterra dell'Ottocento

Maggio è in arrivo, un mese che si pone al centro della primavera e si carica ogni anno di una complessa rete semiologica per i suoi riferimenti ai riti pagani di passaggio delle società primitive e, nel mondo cristiano, per la figura della Beata Vergine cui il mese è dedicato. Maggio dei riti mariani e delle tenui tonalità nel cielo, quasi a vestire le speranze di ognuno di noi di dolci sfumature pastello in un momento triste per le tragiche notizie che continuano ad arrivare dal fronte russo-ucraino, dall’Afghanistan e dall’Iran senza dimenticare la distruzione che il terremoto ha portato in paesi come la Siria e la Turchia.

Entro la mattina erediteremo la terra

Una riflessione al femminile su “Mushrooms” (Funghi) di Sylvia Plath

Poche poetesse sono riuscite nel panorama letterario mondiale a rendere in versi il disagio femminile in un mondo che ancora oggi ne limita la libera espressione al punto da togliere l’aria. Sylvia Plath, nata in una famiglia borghese nel Massachusetts nel 1932, è una delle poetesse più studiate degli ultimi cento anni per la complessa e intricata rete di nessi e relazioni ancestrali che emergono dal sottobosco represso della sua anima. La sensibile Sylvia, figlia e studentessa modello, vincitrice di premi e borse di studio e autrice di innumerevoli poesie che ci offrono un quadro di donna molto dotata, fu però anche costretta a fare i conti con i lati oscuri del proprio io.

William Butler Yeats: un amore nel tempo

Maud Gonne: la musa di Yeats

C’è una poesia impressa nella mia memoria per le suggestioni sensoriali che da sempre riesce ad evocare. When you are old, del poeta irlandese William Butler Yeats (1865-1939), riesce ancora a riportarmi indietro nel tempo, a quel corso universitario di letteratura inglese a Cardiff e alla morbida e cadenzata recitazione di un affascinante professore. Le associazioni di suoni soffici attraverso l’uso combinato di assonanze e allitterazioni donano ritmo e musicalità a dei versi che accompagnano i nostri sensi proprio come la storia che cercano di raccontare.

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