Le festività pasquali risvegliano ricordi e sensazioni d'arcana memoria le cui radici vanno forse ricercate in quell'immaginario collettivo dove vive la nostra tradizione umana e culturale. Pasqua si carica quindi di una forte capacità di rinascita: poter risorgere dalle proprie ceneri verso nuova vita. Eppure il patrimonio letterario ci ha spesso regalato immagini diverse e contrastanti di quello che rimane però un simbolo di passaggio verso la primavera.
Una poesia il cui messaggio è quello di un volo pasquale al pari di una bianca e pura colomba è senz’altro Easter Wings (Ali di Pasqua) del poeta metafisico del ‘600 inglese George Herbert, il cui contributo poetico e visivo di notevole impatto emotivo inaugura quella tradizione dell’”Emblem poem" che tanto seguito avrà nella successiva produzione letteraria mondiale.
I versi di Easter Wings sembrano disegnare un paio d’ali nel tentativo di raggiungere spiritualmente Dio che il poeta invoca sin dai primi versi. George Herbert incarna l’uomo peccatore che si affida all’Onnipotente e si pente per non aver apprezzato la ricchezza dei doni ricevuti e di essersi impoverito a causa della sua condizione di peccato. Solo Dio può salvarlo, consentendogli di volare come un’allodola
La simmetria delle due strofe è evidente nell’alternanza tra versi brevi e lunghi. L’effetto simbolico è quello di un uccello che scende in volo per risollevarsi in cielo: una esemplificazione della tensione spirituale dell’animo umano. La stessa punteggiatura utilizzata accentua il punto più basso raggiunto dall’uomo nella sua condizione di peccato lasciando aperta al contempo la speranza verso un nuovo inizio. George Herbert riesce magistralmente a bilanciare forma e contenuto donando al lettore versi di straordinaria bellezza.
Sicuramente diverso è il contesto presentato da Easter 1916 di W.B.Yeats, poesia che commemora la rivolta dei repubblicani irlandesi contro la Gran Bretagna soffocata nel sangue delle numerose esecuzioni. L’evento ebbe luogo il 24 aprile 1916 e pare che il poeta voglia commemorarlo nella stessa struttura: 16 versi nella prima e nella terza strofa (1916), 24 versi nella seconda e quarta (il giorno di inizio della rivolta), quattro strofe in tutto (il mese di aprile). Così facendo emerge ancora una volta l’importanza, centrale nella scrittura poetica, della disposizione grafica che non va staccata dal significato.
Poesia ben più complessa quella di Yeats e carica di forti connotazioni negative nei colori delle case, nelle parole di circostanza usate prive di significato e nell’indifferenza che sembra trasparire nei confronti di chi ha scelto di sacrificare la propria vita per una causa. Il poeta stesso si sente colpito non avendo partecipato personalmente alla ribellione.
Le sue parole mirano a scrivere per sempre i nomi di chi invece contribuirà alla causa repubblicana facendo nascere “Una terribile bellezza”, in cui l’ossimoro riesce a restituire dignità ai martiri di quei giorni.
L’immediatezza con cui i capi irlandesi vengono menzionati nella loro normale routine giornaliera e la mirabile forza evocativa del linguaggio utilizzato hanno contribuito ad innalzare la qualità eroica delle loro gesta attraverso lo strumento poetico, unico in grado di comprimere significati su molti livelli.