Carla Fracci, la Giselle celeste

Omaggio di Andrea Petricca alla danzatrice divina. Divina ed eterna. Icona e regina della danza, Carla Fracci, la grande ètoile della Scala, ha ballato sui palchi più importanti del mondo.

Carla Fracci, all’anagrafe Carolina, da nubecola celeste è divenuta in vita nubecola terrestre come scriveva Eugenio Montale, il quale dedicò alla ballerina “divina” una poesia dai versi armoniosi e danzanti. Come dall’iperuranio di Platone, l’uomo nasce dal cielo per farsi vita e corpo in terra e poi tornare nella luce del tutto. Anche Carla ha seguito serenamente, come lei stessa sosteneva, con tenacia, determinazione, disciplina e costanza questo percorso caduco ed eterno.


Lo ha vissuto pienamente facendo della danza il suo stesso respiro. Come tutti i grandi maestri, Carla ci ha accompagnato con grazia e gentilezza sulla via della bellezza, una via tracciata dalla sublimità corporea del gesto e del movimento; una via della bellezza da percorrere, una missione da affrontare al fine di raggiungere la meta, il sublime, quella luce eterna che lascia raggi di sole e ombre sul cammino della nostra vita.

Carla non aveva come scopo quello di divenire “prima donna” o di raggiungere un successo che subito “evapora”; il successo è semmai qualcosa di accessorio, di conseguente, è un traguardo disinteressato rispetto al vero senso profondo, divino e umano dell’arte. Carla Fracci, esattamente come anche Ezio Bosso, ha mantenuto un’umiltà nobilitante con cui ha sempre difeso il proletariato (classe sociale da cui anche lei proveniva) e il diritto per tutti di poter fare arte, senza distinzioni contrassegnate da élite, società bene o “castelli dorati”. L’arte è per tutti, è di tutti, ma proprio per questo tutti abbiamo il dovere di comprenderla a fondo, di studiarla, rispettarla e difenderla.

Carla Fracci, all'anagrafe Carolina Fracci, è considerata una delle più grandi ballerine del ventesimo secolo







La danza diventa con Carla Fracci un sentimento di vita, una sensibilità fine ed equilibrata con cui scegliere la verità da seguire, un amore puro che si sprigiona dall’arte per estendersi alla famiglia, alla società, al pubblico. Essere artisti significa essere filosofi e Carla lo è stata con quella delicatezza e femminilità propria di una ballerina autentica; l’autenticità era infatti per lei il principio fondamentale per comunicare e condividere l’arte, poiché se la danza, come la musica, è un dono, l’artista deve essere autentico per volerla donare. La bellezza non è qualcosa di banale o scontato, un semplice materiale di consumo e di intrattenimento, ma è un sacrificio fisico e mentale che dona libertà, piena coscienza e infine trascendenza all’essere: Carla lo ha sempre dimostrato e ribadito affermando anche che la danza è una grande vocazione .

La Fracci, come il saggio ideale di Seneca, ha saputo comprendere e vivere il tempo che è un dono esattamente come l’arte, lo ha saputo modellare con la perfezione del movimento danzante, lo ha reso vitale ed irripetibile con la sua bellezza umana ed artistica; Carla è stata un tramite tra la corporeità terrena e l’estetica interiore, è stata la personificazione della danza come Ezio Bosso lo è stato della musica. La danza, la filosofia di bellezza che traduce una misteriosa simbiosi tra anima e corpo, è divenuta, grazie a Carla, tangibile sublimità rivolta a chiunque avesse voluto e vorrà ascoltare e guardare con attenzione e rispetto.
Con una dignità commovente Carla Fracci ha ora raggiunto il sublime, quella luce che da sempre ha tracciato la via della sua bellezza. Nell’antica Grecia l’unione culturale era costituita da musica, danza e poesia: la danza di Carla Fracci, la musica di Ezio Bosso e la poesia di Franco Battiato, un altro grande Maestro come Carla ed Ezio.
Carla è ora Giselle che danza sulle alte musiche del Cielo; basterà saper alzare gli occhi verso le stelle e ascoltare, e guardare.

Posted

15 Jun 2021

Attualità e tendenze


Andrea Petricca



Foto dal web





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