Oggi parlare della donna significa entrare in un universo multiforme, dalle diverse sfaccettature e prospettive perchè i movimenti femministi hanno messo irrimediabilmente in difficoltà il modello femminile imposto dalla cultura maschile. L’eman-cipazione della donna, nel corso del tempo, è diventata sempre più determinante e il nuovo femminismo, culminato negli anni Settanta, ha cominciato a svilupparsi in una società profon-damente cambiata fino ad affermarsi e diffondersi in ogni luogo.
Ogni donna, inconsciamente, da sempre si è mossa in continuità con la propria cultura, avendo ogni Paese un proprio patrimonio culturale, usi, costumi, tradizioni da rispettare.
La presenza femminile in ogni ambito, da quello socio-politico a quello economico ecc, ha messo in luce due concetti, apparentemente contrastanti e irresolubili: il concetto di uguaglianza e quello di differenza.
L’uguaglianza per la donna riguarda il suo riscatto dall’atavica condizione dell’essere subalterna al potere ed al ruolo maschile.
La differenza riguarda il modo di porsi della donna nella società, pur conservando i suoi valori e la sua autonomia.
Sulla questione femminile ci sono state nel corso degli anni, conferenze mondiali ed incontri internazionali, che hanno sottolineato un generale risveglio nei confronti del ruolo femminile sempre più presente nei diversi ambiti sociale, economico e politico.
CITTÀ DEL MESSICO, 1975
A cominciare dagli anni Sessanta e dalla Conferenza Mondiale delle Donne a Città del Messico nel 1975, esse hanno preso sempre più coscienza della loro condizione, affrontando molte questioni globali quali gli abusi, le ingiustizie, la violenza domestica e non, le gravidanze imposte, le mutilazioni genitali, ecc.
COPENAGHEN, 1980
Nel 1980 ha avuto luogo la Seconda Conferenza mondiale a Copenaghen, in cui 51 Paesi hanno firmato la “Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne”.
Tale importante documento ha riconosciuto e dato avvio ai diritti delle donne fra cui il principio di uguaglianza, considerato non più solo come principio giuridico, ma come eliminazione de facto di ogni discriminazione.
NAIROBI, 1985
Nel luglio 1985 a Nairobi si è stilato un documento finale, costituito da 327 paragrafi, tutti approvati all’unanimità, in cui si è cominciato a parlare di strategie per una effettiva parità.
In seguito la Conferenza del Cairo del 1994 su popolazione e sviluppo, ha aperto un dibattito con la presenza delle donne dei Paesi poveri, le quali hanno fatto sentire la loro voce.
CAIRO, 1994
Mentre le donne occidentali reclamavano un maggiore inserimento nel mondo tecnologico, l’accesso alla politica ed a posizioni di potere, la donna dei Paesi poveri iniziava un percorso di maggiore consapevolezza, rivendicando i diritti umani metodicamente calpestati.
Per la prima volta in questa Conferenza si è discusso di parità uomo-donna, di abolizione della violenza contro le donne, di libertà di decidere, da parte della donna, della propria vita a partire dalla scelta di quanti figli avere e si è preso anche in considerazione il fatto che nei Paesi poveri gli abusi nei confronti delle donne erano sostenuti, in particolare, da comportamenti culturali e osservanze religiose, arrivando ad attuare pratiche inumane, come la mutilazione genitale.
PECHINO, 1995
Nella Conferenza di Pechino del 1995, a cui hanno partecipato delegazioni dei 185 Paesi membri delle Nazioni Unite, pur mancando il consenso di tutti i Paesi membri su molti punti, per esempio sull’uguaglianza, sul ruolo delle donne nella famiglia, sui diritti umani, è stata elaborata e redatta la Piattaforma d’Azione per promuovere e assicurare la piena realizzazione di tutti i diritti umani delle donne, lo sradicamento della povertà femminile, il riconoscimento del loro contributo alle economie nazionali e allo sviluppo sostenibile, pari trattamento fra uomini e donne lavoratrici, piena partecipazione della donna alla vita politica.
Da allora le parole chiave della Conferenza, punto di vista di genere, empowerment (potere d’azione ), mainstreaming (integrazione) sono entrate definitivamente nel dibattito femminista e anche in quello dei governi.
Secondo la Piattaforma l’uguaglianza tra uomini e donne appartiene alla sfera dei diritti umani ed è una condizione necessaria per la giustizia sociale, ma è anche un requisito essenziale e fondamentale per l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace.
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La piattaforma di Pechino, però, ha messo in luce alcune situazioni preoccupanti: la violazione dei diritti fondamentali delle bambine, il cosiddetto processo di “femminilizzazione della povertà”, che attribuisce un ruolo di dipendenza assoluta delle donne, prive di potere e di istruzione, al fine di non far conoscere loro i propri diritti e di conseguenza, lasciarle in uno stato di subordinazione.
Durante i lavori della 23a Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dal tema “Donne 2000. Uguaglianza di genere, sviluppo e pace per il 21° secolo” svoltasi a New York dal 5 al 10 giugno tutti i presenti sono stati concordi su un punto: sul progressivo accentuarsi della disparità economica tra uomini e donne e soprattutto per il fatto che la globalizzazione ha offerto ad alcune donne retribuzioni migliori e una maggiore autonomia, ma ne ha ulteriormente emarginate e penalizzate altre.