Storia e Filosofia

La psicologia come scienza del comportamento

Il behaviorismo o psicologia oggettiva del comportamento trae il suo proprio humus proprio dalla psicologia animale. Le radici di tale corrente sono da ricercarsi soprattutto nella filosofia inglese dell’evoluzione (Darwin) nonché nello scientismo positivista di Comte o visione positiva della scienza come pura oggettività. Tale corrente è debitrice degli studi di Pavlov e della scuola del grande neurofisiologo e zoologo tedesco Jacques Loeb.

Schelling e l’Idealismo estetico

È considerato tra i più grandi idealisti tedeschi, anche se il suo pensiero è spesso stato messo in ombra dalle critiche di Hegel

Schelling è con Fichte ed Hegel un grande esponente dell’idealismo tedesco. Il suo pensiero filosofico fu in continua evoluzione. Inizialmente partì dal sistema di Fichte dandone, però, un’interpretazione diversa.
Figlio di un pastore protestante, nacque nel 1775 a Leonberg. All’età di quindici anni entrò nel seminario di Tubinga ove studiò filosofia e teologia. A ventun’anni si trasferì a Lipsia come precettore dedicandosi anche allo studio di scienze naturali. Nel 1798 fu chiamato alla cattedra di Jena, grazie al grande successo delle sue opere. Qui frequentò il circolo romantico, cenacolo di poesie, filosofia e di idee religiose e conobbe i maggiori esponenti del Romanticismo. Fu questo il periodo più felice e produttivo per il filosofo.

L'età moderna: John Locke

Teorico del liberalismo, fu il padre dell’Empirismo e della pedagogia moderna

L’età moderna inizia con l’età del dubbio. I pensatori, animati da spirito critico, affermarono che l’uomo con la propria intelligenza poteva indagare sulla “verità”, da sé poteva esplorare il campo della scienza e di conseguenza diventare artefice e promotore di una dottrina. Due correnti caratterizzarono l’età moderna. La 1.ma corrente affermò che l’uomo può raggiungere il vero partendo dall’attività sensibile ed è la corrente dello sperimentalismo o dell’empirismo. F. Bacone è il caposcuola ed è colui che teorizzò e sostenne la teoria del metodo induttivo, fondato sull’osservazione, sull’esperienza, che è alla base del principio della tabula rasa sostenuto da J. Locke.

Søren Kierkegaard

Da "Le briciole filosofiche" e da "La Postilla non scientifica alle Briciole": qual è la Verità che salva

Søren Kierkegaard fu un filosofo, teologo e scrittore danese, visse quasi sempre a Copenaghen, ricevette una educazione molto rigida e pietista; condusse una vita molto ritirata, ebbe una grande storia d’amore con Regine Olsen, ma la vicenda è rimasta fra le più misteriose della storia della letteratura, perché sarà lo stesso Søren Kierkegaard che troncherà il fidanzamento, lasciando in lui un rimpianto per tutta la vita. Fu propugnatore di una religiosità rinnovata e intensificata in contrasto tanto con la filosofia dell’idealismo tedesco quanto col protestantesimo ufficiale dell’800. Dalla sua posizione presero avvio la filosofia esistenziale e la teologia dialettica, ossia il ramo neoriformatore della teologia protestante. Kierkegaard sosteneva che la realtà della vita non si può rinchiudere in un sistema.

John Stuart Mill (esperienza e fenomeno)

Figlio di un eminente pensatore fautore dell’utilita-rismo quale fu J. Bentham nonché dell’associazio-nismo psicologico , John Stuart-Mill è uno degli spiriti più illuminati del suo tempo, tra cui ricordiamo, quale esempio, la sua lotta per l’emancipazione femminile nel suo libro del 1869, Sulla schiavitù femminile.
La sua filosofia con il suo Sistema di Logica (1843) rappresenta il miglior approfondimento non solo del positivismo ma della miglior tradizione empirista inglese.
Il suo punto di partenza è la riduzione della realtà a “stati di coscienza” donde ne discende una critica radicale e strenua alla logica tradizionale.
Così s’articola la sua critica alla logica “associazio-nistica” troppo “meccanicista” del padre da cui fu educato.

Il “si” impersonale

Il pensiero fenomenologico ed ontologico di Heidegger tende a rivolgersi all’uomo come soggetto e non come pura oggettualità, quindi bandendo ogni reificazione, ogni riduzione all’uomo come una cosa, ma semmai concependolo come un tutto uno, globale: come veramente è, come si realizza e si progetta nel mondo: coglierlo nella sua essenza (chi è, come è, il mondo in cui è). Tale pensiero sarà ripreso anni dopo dall’esistenzialismo, ma il grande filosofo tedesco non fu esistenzialista, anche se scambiato per tale.L’intenzionalità di Husserl diviene, nell’opera di Heidegger del 1927, presenza, esser-ci, essere-nel-mondo. Così s’intende, contro ogni metafisica tradizionale, la trascendenza. Heidegger rompe ogni scolastica filosofica, metafisica, proprio affermando che la trascendenza è essere-nel-mondo, rompendo la dicotomia tra soggetto ed oggetto, illuminando la soggettività come globalità e trascendenza.

L’importanza di Ivan Pavlov

Scettico di una psicologia come scienza autonoma ma, nonostante tale scetticismo, ampliò e rinnovò lo studio della psiche, non solo nel campo della psicologia animale ma anche in quella umana

Sebbene lo scienziato russo, che studiò anche in Germania, si dichiarò sempre scettico nei confronti della psicologia come scienza – ribadendo tale concetto anche in un convegno internazionale del 1929 – la sua importanza è basilare nella psicologia scientifica.
Disinteressato alla vita pratica (tanto che la moglie, si dice, gli rammentasse di ritirare lo stipendio), Pavlov fu uno studioso eccezionale. Assorbito dalle proprie ricerche, cercò di portare su un piano obiettivo le attività superiori della psiche. Raccolse l’eredità del fisiologo Sechenov (morto nel 1905) che, in uno studio neurofisiologico del 1863, aveva anticipato I riflessi cerebrali (sua opera base). In tale opera si sosteneva apertamente che ogni atto, conscio o non conscio, è riflesso. Tuttavia, Sechenov non è passato nella storia della psicologia in quanto esplicitamente la volle ridurre questa materia al pretto dominio fisiologico e neurologico.

L’Associazionismo

La corrente psicologica che aprirà allo studio della memoria e dell’apprendimento che avranno un influsso molto importante nelle scienze a venire

L’idea che un fenomeno psicologico attira l’altro, è il principio base che assumono determinati scienziati per lo studio dello sviluppo mentale.
Un’idea A richiama «automaticamente» B. Facciamo un esempio: il suono di una colonna sonora di un film mi richiama quel film e non un’altra pellicola. Il problema fu già affrontato da filosofi del calibro di Aristotele e Platone. Si veda in tal caso il Della memoria aristotelico dove il filosofo greco tenta di spiegare la legge di associazione in quanto un’idea, un’immagine ci riporta, ci rimanda a ricercarne un’altra: è la cosiddetta “caccia ai ricordi sepolti nella nostra memoria”.
Tutto l’empirismo inglese classico non ha smentito mai l’associazionismo e in particolar modo Hume nel suo noto Ricerca sull’intelletto umano (An Enquiry Concerning Human Undestanding) , ha individuato le leggi del perché e del come avviene l’associazione:
– la rassomiglianza;
– la contiguità di tempo e di luogo;
– la causalità.

La «solidarietà» in Carlo Levi

Rilevante nel suo capolavoro "Cristo si è fermato ad Eboli", l’autentica dimensione di vera umanità che sprigiona l’uomo nella sua semplicità, intesa nell’accezione più positiva

Carlo Levi con il suo Cristo si è fermato ad Eboli , ha segnato un punto di arrivo nella nostra letteratura ed ha varcato le soglie delle Alpi per il valore intrinseco dell’opera stessa.
Medico, pittore, intellettuale che gravitava attorno al gruppo torinese anche per la grande amicizia che lo legava a Gobetti, si scagliò con intuito magistrale contro la politica del «futurismo» nel quale vide una forma retorica servile e facinorosa che si ricopriva di modernità senza per altro esserlo o aver – quantomeno – il coraggio di andare sino al fondo delle cose.
La sua vita (morì a Roma nel 1975) fu all’insegna della coerenza: fu cofondatore della formazione azionista «Giustizia e Libertà», partecipò alla Resistenza e più volte imprigionato, esule o al confino infertogli dal regime fascista.

La psicologia inglese (dopo Wundt)

Associazionismo: dall'empirismo classico inglese e scozzese alla tradizione francese, è in Germania e in Russia che trova i suoi massimi esponenti

L’associazionismo, ha i suoi precedenti nell’empirismo classico inglese (Locke) e scozzese (Hume) nonché nella tradizione francese trionfante con Étienne Bonnot abbé de Condillac. Il teorico di tale movimento nel Regno Unito ha avuto la sua massima espressione con il filosofo John Stuart Mill. Eppure l’associazionismo trova la sua acmé in Germania con Ebbinghaus e in Russia con Pavlov (il grande fisiologo). In effetti la situazione della filosofia inglese è particolare: un sempre sano empirismo l’aveva contraddistinta, restando meno metafisica della filosofia europea continentale.

L'Idealismo di Fichte

L’infinità dell’io, come libera auto-creazione

L’Idealismo è quella corrente filosofica che esprime al meglio la sensibilità romantica; si sviluppa in Germania tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, a seguito della svolta Kantiana della teoria della conoscenza. I centri principali furono Jena e Berlino che accolsero nei loro circoli romantici il meglio della cultura tedesca. L’Università di Berlino, fondata nel 1810, si affermò subito come una delle Accademie più prestigiose d’Europa, grazie all’insegnamento di Fichte, Hegel e Schelling.

Wilhelm Wundt: il problema del metodo

Studioso di filosofia e medicina, fu un uomo introspettivo dedito ai momenti di raccoglimento e allo studio. Uno dei suoi obiettivi fu quello di separare la psicologia dalla filosofia, trasformandola in scienza e dimostrando che era una branca della conoscenza autonoma, alla quale dare il giusto riconoscimento

Come abbiamo visto, agli albori di una psicologia come scienza che sorge con sospetti e diffidenze, per presentarsi “autonoma” deve affrontare il problema del metodo.
Quale metodo usare per investigare la natura dei fenomeni mentali?
Wundt usa il termine Selbstbeobachtung che corri-sponde ad “autocontrollo”, “auto-sperimentazione”. Per Wundt si diventa auto speri-mentatori, auto-osservatori o auto-indagatori dei nostri stessi espe-rimenti.

Immanuel Kant

Un uomo di cattedra che fu un grande rivoluzionario

Immanuel Kant è un filosofo illuminista tedesco nato nel 1724 da una modesta famiglia di origini scozzesi di forti convinzioni religiose a carattere pietistico che incise molto sulla formazione del suo carattere.
Il Pietismo era una corrente del luteranesimo caratterizzata da una pratica morale fortemente religiosa fondata dal teologo tedesco Philippo Jakob Spenser (1635-1705). Quarto di undici figli (con i fratelli non ebbe un grande rapporto) il filosofo ebbe un’educazione religiosa impartitagli dalla madre, della quale scrive: “Non dimenticherò mai mia madre, perché fu proprio essa ad impiantare e nutrire il primo germe di bene in me”.
La sua vita fu dedicata interamente alle attività intellettuali. Inizialmente si dedicò agli studi scientifici; successivamente a quelli umanistici, ma mostrò grande interesse per tutti i campi dello scibile umano. Fu precettore privato in alcune case patrizie e in seguito fu professore ordinario di Logica e Metafisica all’università della sua città fino alla sua morte.

Voltaire e Rousseau

Ragione e Sentimento

Voltaire e Rousseau unitamente a Montesquieu, Diderot e d’Alembert sono stati i padri dell’Illuminismo francese; due grandi figure della Francia del XVIII secolo, ma profondamente diverse; le polemiche e gli scambi di invettive tra loro li tennero divisi per più di 50 anni. Ambedue raggiunsero notorietà e fama: Voltaire tutto ragione, Rousseau tutto sentimento.
Nella sua biografia (Les confessions) Rousseau racconta la sua vita e i suoi difficili rapporti con Voltaire. Solo quando la ragione si sarà affermata completamente, asseriva Voltaire, gli egoismi e le passioni umane, anche se inevitabili, saranno rivolti al benessere sia del singolo che della comunità.
Rousseau, invece, esaltava il sentimento naturale e spontaneo; per il filosofo la ragione è subordinata alle passioni. Se la ragione è il punto di partenza per raggiungere la verità, sarà la coscienza a farla amare.

L'Illuminismo, la filosofia del Settecento, il secolo dei lumi

Movimento politico, sociale, culturale e filosofico che si sviluppò in Europa nel XVIII secolo con il quale si intese significare qualunque forma di pensiero che illuminasse la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione, servendosi della ragione e dell’apporto della scienza

L’Illuminismo fu un movimento culturale e filosofico che si diffuse in Europa dalla fine del XVII a tutto il XVIII secolo fino alla Rivoluzione Francese. Ebbe come centri principali di diffusione l’Inghilterra, la Francia, l’Italia e la Germania. L’Inghilterra era stato il Paese ove la costituzione politica affermava il diritto alle libertà fondamentali: libertà di pensiero, libertà di stampa, di culto; era il Paese dove maggiormente si era affermato l’Empirismo, un orientamento filosofico che riconduceva la conoscenza all’esperienza dei sensi negando l’esistenza di idee innate.

Fontamara di Ignazio Silone: racconto popolare nella drammaticità della storia

La vicenda si inquadra nei primi anni della dittatura fascista ; una sua verità storica che esprime gli stati d’animo collettivi dei contadini di Fontamara in cui coesistono i “cafoni” (braccianti, manovali, artigiani) e piccoli proprietari, ma sono solo i primi a subire i soprusi e le ingiustizie

Il romanzo Fontamara di Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli (Pescina 1900 – Ginevra 1978), ci offre l’occasione di rileggere, in forma narrativa, il contesto storico - culturale in cui gli eventi raccontati furono collocati.
L’ascesa di Mussolini e del movimento fascista dopo la prima guerra mondiale, portarono al controllo di tutti gli aspetti della società. I fatti raccontati nel romanzo avvennero all’inizio dell’ascesa del fascismo e Fontamara, nome immaginario di un paesino della Marsica, storica regione abruzzese al confine con il Lazio, divenne simbolo della condizione di inferiorità dei contadini (i cafoni, termine che Silone intende come dignitoso) meridionali: i cafoni sono tali e parlano la stessa lingua.

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