L’associazionismo, ha i suoi precedenti nell’empirismo classico inglese (Locke) e scozzese (Hume) nonché nella tradizione francese trionfante con Étienne Bonnot abbé de Condillac. Il teorico di tale movimento nel Regno Unito ha avuto la sua massima espressione con il filosofo John Stuart Mill. Eppure l’associazionismo trova la sua acmé in Germania con Ebbinghaus e in Russia con Pavlov (il grande fisiologo). In effetti la situazione della filosofia inglese è particolare: un sempre sano empirismo l’aveva contraddistinta, restando meno metafisica della filosofia europea continentale.
La teoria di Darwin anche sul piano psicologico e filosofico, con prove alla mano, toglieva la vecchia distinzione tra uomo e animale. Pensiamo come tale idea potesse fare inorridire già lo stesso Cartesio, o Descartes, che aveva considerato gli animali come degli automi. Con Darwin lo scontro tra teologia come scienza dell’anima spirituale e scienze fisiche e psicologiche (intesa come scienza del funzionamento della mente) si fece asperrimo non solo in Inghilterra ma in tutto il continente sia europeo che americano. Con il Naturalista inglese si apriva una nuova frontiera: la evoluzione comporta la non divisione netta tra primati superiori e uomo, una divisione certo ma non quell’abisso à la Descartes. Inoltre la comparazione tra esseri diversi, tra una psicologia animale e umana, faceva nascere una psicologia comparata ormai inevitabile, non trascurando neppure l’ambiente (le milieu).
Lo strutturalismo di Wundt era estraneo a tali problemi, invece i teorici dell’evoluzionismo in psicologia e in filosofia, consapevoli del nuovo orizzonte aperto da Darwin; anzi! E questo lo si può ben vedere nel teorico dell’evoluzionismo positivista come Spencer o in un eccentrico studioso come Francis Galton, a cui alcuni attribuiscono la paternità della psicologia come scienza, il che è discutibile. Semmai sir Francis Galton, cugino di Darwin, è il fondatore della Eugenetica che interessa tutti, anche nei tempi attuali su cui torneremo in quanto è davvero problematica sovra tutto sul problema etico.
HERBERT SPENCER
Fulcro del sistema di H. Spencer è l’evoluzionismo ripreso da Charles Darwin, il naturalista inglese noto per la sua teoria dell’evoluzione che Spencer traspone anche nel campo filosofico e sociologico. Parte della congettura che il Cosmo all’inizio non era che una massa vaga e confusa dove tutto era omogeneo.
Evoluzionisticamente tale omogeneità si è “trasformata” nella diversificazione ed eterogeneità dove l’armonia e la specializzazione delle varie forme si è andata costituendo in altri pianeti tra cui il nostro mondo che dapprima era confuso di vari elementi.
Raffreddandosi, si è differenziato in vari strati e in vari fenomeni chimico-fisici: dall’inorganico si è passati gradualmente alla vita organica donde si è elevato il prodotto più elaborato della vita ossia l’uomo. Pian piano ha acquisito facoltà sempre maggiori e non senza l’aiuto indispensabile dell’esperienza si sono formate le specie che trasmettono ancora caratteri ereditari e ambientali nelle varie generazioni.
Quindi il primato delle generazioni e non del singolo che partecipa alla formazione di codesto. Queste forme latenti di processo evolutivo Noi, secondo lo Spencer, le riscontriamo anche nel bambino. (Pertanto si può parlare di filogenesi o sviluppo della specie e ontogenesi che rispecchia nell’essere umano le caratteristiche della specie da cui discende. Anche il processo morale è evolutivo: dall’egoismo proprio alla vita comune.
Il mondo, quindi, è distinto in inorganico, organico e super organico. L’emanazione della super-organicità è il vivere sociale.
Lo studio di tale convivenza super-organica non è altro che la Sociologia la quale non è null’altro – per lui – che quella scienza che si occupa dell’evoluzione nelle sue forme più complesse. È chiaro che Spencer prospetta un darwinismo sociale dove tutto è sottomesso alla legge suprema ed unica: l’evoluzione da forme omogenee e confuse a forme complesse ed eterogenee. Però chi ha facoltà superiori, e quindi è favorito da una classe privilegiata e facoltosa, ha diritto “naturale” – tra apposite virgolette – di far parte delle élites.
Durante questo cammino l’umanità si accorge che esiste qualcosa che non si può conoscere, una realtà ultima e “inconoscibile”. E proprio davanti a questo principio tipicamente romantico di Assoluto o Inconoscibile che le forme religiose e quelle conoscitive si conciliano, cercando di comprendere.
L’Inconoscibile di Spencer rivela da un lato una certa mancanza di rigore e coerenza del pensatore inglese stesso che aveva portato l’evoluzionismo di Darwin (anche se egli si è sempre difeso dal non aver attinto da tale Naturalista) anche nel campo prettamente “spirituale”; dall’altro rivela la nuova “aria” che s’andava profilando nella filosofia europea.
In effetti mentre per Comte e i positivisti in genere ciò che ora, al momento, non era possibile comprendere si doveva “coerentemente [per la loro filosofia “scientista” o Metafisica scientista] all’ancor mancato perfezionamento degli strumenti tecnico-scientifici. Un domani ciò che oggi si dice incomprensibile sarebbe stato reso chiaro proprio dal perfezionamento delle scoperte e metodi propri delle scienze. Invece per Spencer tale “Inconoscibile” assume un carattere mistico, una specie di “Assoluto romantico”.
È il tramonto della fiducia della Scienza? È arrendersi o rifiutare il sistema evoluzionistico che finora egli aveva portato innanzi?
Certo è che il positivismo (e Spencer muore nel 1920) andava incontro a nuove situazioni e i cambiamenti storici e non solo filosofici erano stati notevoli Si pensi che il 1900 fu l’inizio secolo più festeggiato della Storia. Si era veramente convinti la scienza positivista avrebbe risolto tutto: pace perpetua compresa. La Tour Eiffel e la Statua della Libertà donata dalla Francia agli Usa sono l’esaltazione della tecnologia salvifica però – pochi anni dopo l’inizio del nuovo secolo – inizia il contrato tra i vari Stai e scoppierà la grande Guerra. Il che significa che Scienza e Tecnica, pur indispensabili, da sole non risolvono alcun problema ma il Sociale è molto più complesso.
Questo arrendersi di Spencer davanti all’Inconoscibile sembra esser anche frutto dei tempi nuovi. Ma ricordiamo che nel positivismo dell’italiano, già prete che rifiutò ogni credo religioso, Roberto Ardigò ritroveremo tale “inconoscibile” cambiato di nome: “ignoto”.