Un legame indissolubile per la sopravvivenza umana
La pace è uno dei concetti più antichi e universali dell’umanità, un ideale che ha ispirato poeti, filo-sofi, leader politici e spirituali nel corso dei secoli. Sebbene spesso associata all’assenza di guerra, la pace è molto più di una semplice cessazione delle ostilità. Essa abbraccia una gamma di significati e dimensioni che includono la giustizia sociale, l’armonia personale, la stabilità politica e la so-stenibilità ambientale. Questo articolo esplorerà diverse prospettive sulla pace, esaminando le sue implicazioni storiche, filosofiche, sociali ed economiche.
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La forma del dialogo trova un grande sviluppo nella cultura, sia come genere letterario autonomo che come elemento interno alla comunicazione narrativa. Il dialogo fu nell’antichità greca la forma letteraria per il discorso filosofico, acquistando caratteri e finalità particolari; Platone traspose in dialogo il dibattito investigativo socratico, mantenendo la vivacità drammatica dell’oralità scelta dal Maestro. Esso si proponeva il conseguimento della verità, attraverso il confronto delle opinioni e l’osservazione della realtà. Da esso nacque il metodo dialettico, tipico del dibattito filosofico alla ricerca della verità, anche quando il dialogo rimaneva aporetico. Il dialogo animò anche altre forme letterarie, come l’epica di Omero e le parti narrative dei generi teatrali. Nella tragedia gli attori e il coro rappresentavano la vicenda mitica secondo le varie modalità della comunicazione. Passavano dalla rhesis e dal resoconto di eventi in forma indiretta alla responsione dialogica attraverso battute brevi di pochi versi(sticomitia), o addirittura di emistichi dimezzati (antilabè). Con il dialogo nelle sue varie forme, veloci o rallentate, venivano evidenziati il carattere dei personaggi nel divenire degli stati d’animo e il percorso progressivo della vicenda.
L’essere umano, imperfetto, quando è colto da buoni propositi, afferma ufficialmente di voler tendere verso la perfezione. I codici comportamentali di ogni Stato sono sostenuti da questa determinazione, messa in bella mostra da articoli di legge e attraverso nobili principi ispiratori. Ma siamo anche consapevoli di quanta falsità sia pregno l’animo dell’essere umano, afflitto soprattutto da carenza di scrupoli.
Una peculiare caratteristica che gli consente di fingere la ricerca di un nobile obiettivo, mentre al contrario sta perseguendo i propri interessi.
La pittura, una delle forme d’arte più antiche e profonde, è stata a lungo considerata non solo un mezzo di espressione estetica, ma anche un potente strumento di esplorazione e guarigione psicologica. Gli studi psicologici hanno esaminato il ruolo della pittura come portale verso il mondo interiore, sve-lando come questa pratica possa fungere da cata-lizzatore per la comprensione di sé e il superamento dei traumi.
Secondo la teoria del Sé di Carl Rogers, ogni individuo possiede un Sé ideale e un Sé reale. La pittura può diventare un mezzo attraverso il quale l’artista esplora e rappresenta queste due facce del Sé, lavorando verso una maggiore congruenza e armonia interiore.
Esempio di umiltà, saggezza, amore e generosità verso i più bisognosi
Mentre mio padre era al fronte, ricordo ancora le mie paure quando, con mia madre, mi precipitavo nei rifugi scavati nei terreni dell’azienda agricola di mio nonno paterno, per evitare le bombe. In quel periodo, e parlo degli inizi anni ’40, al calar della notte, un aereo misterioso e solitario denominato “Pippo” sorvolava costantemente i cieli del nord Italia terrorizzando tutti. – Così esordì Sergio Camellini, nato a Sassuolo in provincia di Modena, quando gli chiesi di parlarmi un po’ di se e della sua vita, seduti ad un bar della centralissima via Emilia a Modena, mentre sorseggiavamo un caffè.
Membro della Società Italiana di Sessuologia Clinica e Psicopatologia Sessuale, Sezione Speciale Società Italiana di Psichiatria; psicologo clinico e biopsicosessuologo “per passione”, poeta “di professione”.
A livello emotivo, la lettura ci permette invece di sviluppare la Teoria della Mente, ossia la capacità di comprendere gli stati mentali degli altri, attribuire alle altre persone stati mentali, ed entrare in empatia con loro
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La letteratura è una necessità per l’umanità, come l’ossigeno. Questa affermazione di Virginia Woolf cattura l’essenza vitale della narrativa nel tessuto della nostra esistenza. Ma come può qualcosa di così intangibile come le parole scritte influenzare così profondamente la nostra realtà interna? Come può la letteratura, con i suoi intricati intrecci e personaggi immaginari, modellare la struttura stessa della nostra psiche?
Immaginate di trovarvi in una biblioteca silenziosa, circondati da scaffali che toccano il soffitto, pieni di libri. Ogni volume è un portale in un altro mondo, un invito a vivere mille vite, a sentire emozioni che non sono le nostre, a imparare da esperienze che non abbiamo mai avuto.
Da un lato il bene, dall’altro il male? Ma che cosa sono? Il male è un mero non-essere, un’assenza di bene, un cono d’ombra plotiniano? Il male è ciò che non si deve fare, neppure talvolta pensare? Allora esiste. Eh sì; sembra che possa esistere.
Anche il poeta-scrittore ha un suo laboratorio e non si deve assegnare questo termine solo all’attività più materiale e pratica dell’artigiano e dell’uomo di scienza; la stessa poesia, dal greco poiein, indica un fare, un creare e produrre qualcosa che prima non c’era; alla stregua di un artigiano e di un tecnico, il poeta svolge un lavoro e con le sue mani dà alla luce un’opera.
Verrebbe voglia di chiedersi se sono nate prima le frequenze, quelle elettromagnetiche o i così detti virus pandemici. Si tratta solo di eventi temporali, di razionale deduzione oppure una farneticazione del pensiero? Anche perché il Sistema, non ha smesso di propinarci iniziative, che definisce innovative, privilegiando il campo delle telecomunicazioni.
Quindi in ossequio al principio di osservanza della dualità, da essi consacrato, corre l’obbligo di tentare di comprendere se c’è dell’altro oltre ai progressi vibrazionali annunciati.
Riflessioni sul testo di Franco Battiato
Franco Battiato, figura iconica della musica italiana, è noto non solo per la sua innovazione musicale, ma anche per l’approfondimento filosofico e spirituale presente nei suoi testi. Nomadi, brano emblematico tratto dall’album L’era del cinghiale bianco del 1979, si erge come una delle opere più raffinate del cantautore siciliano in cui descrive magistralmente la parabola del cercatore d’oro, quell’oro che l’alchimista cercava di trasmutare dai metalli e cioè l’Uomo Divino. Con esso ci esorta a un’immersione profonda nella ricerca di significato e di pace attraverso il viaggio interiore e l’esplorazione delle dimensioni più profonde dell’esistenza umana.
La parola Pace non significa soltanto assenza di guerra, fine di un conflitto fra Stati, ma qualcosa di più; invocandola semplicemente, come si sa, non è sufficiente.
Pace è accordo, armonia, concordia d’intenti tra due o più persone, così anche nella vita sociale. Papa Francesco sostiene: C’è tanto bisogno di “ricucire”, partendo dai nostri rapporti personali, fino alle relazioni tra gli Stati.
Potranno le immagini di stragi che affollano le nostre giornate rendere il livello di orrore raggiunto in questo nostro tempo? Riusciremo a cancellare dalla nostra memoria i morti e il sangue per le strade, o le macerie di case simbolo di distruzione di vite spazzate via per la becera follia di pochi individui? Eppure questo è ciò che i notiziari ci restituiscono quando decidiamo di accendere la Tv per tenerci aggiornati sui principali avvenimenti. È una dolorosa routine a cui ci sottoponiamo sapendo già che verremo sommersi da scenari di morte e che la “guerra”, che consideravamo come anacronistica e superata, ha finito invece per contagiare a macchia d’olio diverse parti della terra.