Lei è nato a Rollegem, nella parte fiamminga del Belgio e nel 1987 si è trasferito nel villaggio di Altea in Spagna. Quale considera come sua cittadinanza o si sente cittadino del mondo?
Non sono un nazionalista, sono sempre stato curioso di conoscere altri paesi. A quindici anni sono andato in bicicletta in Olanda e in Germania. Poi in auto, in giro per l’Europa e infine in aereo in tutto il mondo conoscendo persone di altre culture e religioni con le quali ho intrapreso belle amicizie. Cinesi, giapponesi o indiani, spesso sono meno stranieri di alcuni miei connazionali. Anni fa, consegnandomi un premio internazionale di poesia, il ministro della Cultura del Bangladesh mi ha presentato erroneamente come poeta olandese. Correggendosi, mi ha poi definito poeta cosmopolita, ed effettivamente mi sento davvero un cittadino del mondo.
Può descrivere il primo momento in cui ha incontrato la poesia? Ha capito fin da subito che sarebbe diventata parte integrante della sua vita?
Alle scuole elementari ero affascinato dalla poesia romantica; ricordo ancora alcuni versi di Guido Gezelle. Poi da ragazzo ho scritto racconti di viaggio e alcune poesie influenzato da poeti romantici tedeschi come Goethe, Schiller, Hölderlin. In Olanda si è soliti dire che esiste un segno, un avvertimento al muro, cosa che per me si è verificata al mio 40° compleanno, quando ho deciso di dedicare la mia vita interamente alla poesia con traduzioni, pubblicazioni e promozione. Così ho pubblicato il mio primo libro dal titolo Quaranta al muro, ho fondato la casa editrice POINT (POetry INTernational) e mi sono stabilito prima in Italia, mio paese preferito, poi in Spagna, ad Altea, la città degli artisti.
Cosa significa scrivere per lei?
Paul Celan, uno dei miei poeti preferiti, scrisse Wirklichkeit ist nicht. Wirklichkeit will gesucht und gewonnen sein (La realtà non esiste, la realtà vuole essere cercata e conquistata) . Il poeta spagnolo José Ángel Valente sosteneva che scrivere poesia non significa riprodurre un’esperienza già vissuta, ma produrla. Questo è per me il vero significato della poesia.
È traduttore di oltre trenta raccolte di poesie in lingua tedesca, italiana, spagnola, latino-americana, inglese e francese. In che modo questa esperienza ha influenzato o arricchito la sua scrittura?
Contrariamente alla traduzione della prosa, soprattutto nelle poesie brevi, molte volte non si può usare un sinonimo perché potrebbe far perdere il senso alla poesia. Un buon traduttore quindi, deve consultare sempre il dizionario per verificare se esiste una parola che esprime con precisione il significato di quella originale.
Nato a Rollegem, in Belgio, nel 1944. Insieme ai poeti cinesi Bei Dao e Duo Duo ha fondato un nuovo movimento di poesia, il neosensazionismo. È consulente letterario dell’“Encuentro de Poetas del Arco Mediterraneo” e segretario del “Congreso Mundial de Literatura”. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, di cui quattro tradotti e pubblicati in Italia. Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in trenta lingue. In Egitto gli è stato conferito il “Dottorato honoris causa” in letteratura, per i suoi meriti come poeta, traduttore e editore di poesia internazionale.
In qualità di fondatore ed editore della casa editrice belga Point Editions (POetry INTERNATIONAL), puoi dirci qualcosa in più riguardo le sue pubblicazioni?
Poiché l’olandese è una lingua marginale (chi conosce il nome di un poeta fiammingo o olandese?), ho ritenuto importante tradurre e pubblicare principalmente poesie di poeti poco conosciuti. L’obiettivo di Point Editions è di fare qualcosa, per quanto fosse poco, per una società più umana attraverso la traduzione e la pubblicazione di poesie. POINT non ha pubblicato solo poesie di paesi occidentali ma anche da Bosnia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Cina, Grecia, Haiti, Islanda, Giappone, Corea, Libano, Marocco, Palestina, Polonia, Croazia, Sud Africa; in totale oltre ottanta libri.
Poetry without Borders è un progetto molto interessante. Qual è la sua idea iniziale in merito? Pensa che abbia avuto successo?
Poetry without Borders (Poesia senza frontiere) è in realtà una continuazione dell’obiettivo originale di POINT, non limitato ai soli lettori fiamminghi e olandesi. Le poesie vengono lette settimanalmente da migliaia di persone da tutto il mondo e sono pubblicate in più di una dozzina di riviste e siti web letterari internazionali, inclusa la Cina, dove, nella sua equivalente pagina di Facebook, una delle poesie è stata letta da oltre 70.000 lettori. Penso che anche come progetto umanistico Poetry without Borders abbia avuto riscontro. Ricevo ogni giorno mail di ringraziamento da tutto il mondo.
I suoi libri di poesie sono stati pubblicati in trenta paesi e questo è il sogno di ogni poeta. Come si sente a riguardo? Felice, sicuro di sé o più responsabile verso il lettore?
Sono una persona piuttosto modesta. Quando non ti sopravvaluti, quando sei umile, tutti ti apprezzano. La poesia è una delle ultime espressioni d’arte non commerciali rimaste; come disse Confucio, uno dei miei maestri: sarò uno studente per tutta la vita.
Ha pubblicato diversi libri di poesie anche in italiano. Questi versi sono stati ispirati dalle sue frequenti visite in Italia?
Dopo aver letto la poesia di Goethe Conosci il paese dove fioriscono i limoni? ero già innamorato dell’Italia ancor prima di visitare il paese. In treno, attraversando il confine italo-svizzero, ho visto il Lago di Como. È stato amore a prima vista. Il silenzio è diventato raro nella nostra società amante del “rumore”; si ha bisogno di tranquillità per trarre ispirazione. Poi ho scoperto Pognana, un paesino affacciato sul lago, dove si può ancora ascoltare le serenate degli uccelli e il dolce sussurro delle onde. Qui i miei pensieri possono viaggiare senza confini.
Ha organizzato diversi festival internazionali di poesia in Spagna e in altri paesi, ma a causa della pandemia sono stati sospesi. Crede che presto torneremo alla normalità?
Ho sempre viaggiato e ho amici in tutto il mondo, per questo mi manca l’attenzione del pubblico ai festival internazionali di poesia, ma ancora di più mi manca il contatto fisico con gli amici, la varietà delle loro culture, le loro esperienze. Spero che si torni la normalità, anche se penso che si siano ridotte troppo in fretta tutte le misure di sicurezza, ne è un esempio la situazione drammatica a Shanghai.
Negli ultimi due mesi i nostri pensieri e la scrittura sono concentrati sulla difficile situazione causata dalla guerra in Ucraina. Pensa che la poesia sia un mezzo per diffondere la pace o questa resta solo un sogno impossibile?
Le immagini terribili che vediamo giorno dopo giorno hanno ispirato alcune mie recenti poesie. Sfortunatamente la poesia è troppo debole per cambiare il mondo, saldamente in mano a politici assetati di potere e capitalisti spudoratamente ricchi. Tuttavia non dobbiamo mai rinunciare ai nostri desideri e nemmeno alla speranza; come ho scritto in una delle mie poesie sugli alberi, sebbene assetati di pioggia, sono verdi, perché senza speranza non possono vivere nemmeno loro.