Hiram Larew vive nel Maryland, USA. Le sue poesie hanno ricevuto il Louisiana Literature Prize, il Washington Review poetry blue ribbon e sono state nominate per quattro Pushcarts. Le sue opere sono state pubblicate anche in numeri recenti di Poetry South, The Brown Critique, Contemporary American Voices, Honest Ulsterman, Amsterdam Quarterly e Best Poetry Online. Ha ricevuto borse di studio dall’Arts Councils e dalle Nazioni Unite per la sua iniziativa Poetry X Hunger, che incoraggia i poeti a contribuire alle iniziative locali e mondiali contro la fame. Ha inoltre fondato Voices of Woodlawn, un programma di poesia, musica e arte che esplora la tragica storia della schiavitù in America.
Collabora con Radio Classica WBJC (91.5 FM) di Baltimora (MD) nell’individuazione di poeti da inserire nel programma ampiamente diffuso Booknotes.
Larew è docente di cortesia presso cinque università statunitensi. Lo stile delle sue poesie è familiare e mai volgare. Denotano l’ampia esperienza di vita del poeta e rivelano un’appassionata concretezza di immagini e una ricca allusività. La vivacità è la qualità più interessante dei suoi versi che evidenziano un’intensa emozione e una brillante immaginazione.
Lei ha pubblicato finora sei raccolte di poesie ed è stato nominato per quattro Pushcarts. Qual è la sua definizione di successo come poeta?
Credo che il successo si misuri in base alla durata dell’opera di un poeta. Una poesia sarà assaporata tra duecento anni? Resisterà alla prova del tempo? I gusti e le preferenze cambiano; ciò che è popolare o che vince premi oggi può o non può interessare la gente in futuro. E, naturalmente, ciò che rende i lasciti poetici ancora più curiosi è che nessuno in vita può prevedere con certezza quali poesie sopravviveranno e resisteranno nel tempo. Il caso, la fortuna e la serendipità, hanno a che fare con la capacità di sopravvivenza tanto quanto il talento, la voce e il fascino.
A quale libro si sente più legato?
Tra i miei libri, le pietre di paragone sono la prima raccolta Part Of e la penultima, Mud Ajar. La prima, per il significato che ha avuto per me come giovane poeta. E Mud Ajar per la sua dose di meraviglia. Negli ultimi tempi sono stato ipnotizzato dal balsamo della natura e ho trovato molto più che conforto nell’aria aperta: vi ho trovato il sorriso.
Perché scrive?
La poesia è la mia migliore amica. Posso raccontare ad essa qualsiasi cosa in modi che possono essere segnali di fumo, grida o domande. Sì, scrivo per questa amicizia e per una profonda gratitudine e curiosità.
Può dirci qualcosa sull’iniziativa Poetry X Hunger?
Ho fondato l’iniziativa per “Portare un Mondo di Poeti alla Lotta contro la Fame”. Prima di Poetry X Hunger, erano disponibili pochissime poesie sullo “stomaco vuoto”. Sapendo che la poesia può parlare con forza di questioni sociali – e avendo un background nella programmazione agricola – mi sono fidato dell’idea che, se gli fosse stata data una possibilità, i poeti avrebbero risposto all’appello e che la poesia sarebbe diventata uno strumento molto utile nella cassetta degli attrezzi contro la fame. E così è stato.
Molte delle oltre quattrocento poesie presenti sul sito web (www.PoetryXHunger.com) sono state utilizzate nei luoghi di culto, presso le banche alimentari, nei campus universitari e altrove per sensibilizzare le persone sul fatto che la fame è ovunque. Recentemente, in collaborazione con The Poartry Project (Voicing Art | The Poartry Project) e T. A. Niles, abbiamo raccolto più di 5.000 dollari per Feed the Children mettendo all’asta opere d’arte create in risposta ad alcune poesie del sito. Poco dopo, abbiamo raccolto più di 1.000 dollari per l’Associazione Roots for Life durante una lettura che presentava le poesie dei poeti incentrate sulla fame. Quindi, la poesia può aiutare nella causa contro la fame.
Ha mai sperimentato il blocco dello scrittore?
Ci sono momenti in cui mi allontano dalla scrittura di poesie. Ma non tanto perché qualcosa mi impedisce o mi blocca. Piuttosto, perché il pozzo ha bisogno di essere riempito. Così, quando torno a farlo, la scrittura tende a gorgogliare e a sgorgare.
La poesia è uno strumento potente per cam-biare il mondo?
Sì. Negli Stati Uniti, noi citiamo spesso la poesia di Emma Lazarus, The New Colossus (Il nuovo colosso) , che si trova alla base della Statua della Libertà e che continua a celebrare l’accoglienza dell’America verso tutti e tutte. Nel corso degli anni, questa poesia ha cambiato i cuori, le menti e le leggi. Come per molte altre cause sociali, la poesia ha un ruolo pubblico da svolgere. E, a proposito, abbiamo bisogno della poesia della signora Lazarus ora come non ne abbiamo mai avuto bisogno.
Voices of Woodlawn è un programma di poesia, musica e arte. Di che cosa si tratta?
Come altri paesi, l’America sta facendo i conti con la sua tragica storia di schiavitù. Woodlawn è una storica piantagione appena fuori Washington, DC, costruita su un terreno di proprietà di George Washington. Novanta schiavi servivano i nove bianchi che un tempo vivevano lì. Le storie di vita di quegli schiavi sono in gran parte cancellate e sconosciute. Qualche anno fa, durante una residenza di scrittura a Woodlawn, ho invitato tre poeti afroamericani a visitare il luogo e a scriverne. Il risultato: Voices of Woodlawn è un programma importante di un’ora che utilizza la poesia, l’arte e la musica per onorare le vite degli schiavi. E, allo stesso modo, il programma solleva domande sul significato che la schiavitù di allora ha per noi oggi. È possibile vedere il programma presentato in varie sedi andando su You Tube e cercando Voices of Woodlawn.
Il suo ultimo libro Patchy Ways (Vie Rattoppate) è stato pubblicato nel 2023 da CyberWit. Quali sono i temi delle poesie?
Questa raccolta più recente divaga. Serpeggia. Si perde lungo la strada, ma celebra anche il viaggio. In altre parole, il tema generale è la scoperta. Dipende da tutti i piaceri, le preoccupazioni e le sorprese che ci sono nel vivere!
Cosa suggerisce ai nuovi poeti e scrittori?
Affidatevi alla poesia con il cuore e con la mente. E, fidatevi di voi stessi man mano che il vostro talento matura. Sì, onorate i vostri primi lavori. E fate tesoro delle poesie che vengono dopo.